Quella che ha effettuato oggi la DIA di Palermo è una delle più importanti operazioni di attacco al patrimonio di Cosa Nostra. All’alba è stato eseguito un decreto di sequestro e confisca nei confronti degli eredi dell’imprenditore Carmelo Patti, originario di Castelvetrano ex proprietario della Valtur, deceduto il 25 gennaio 2016. Sono stati disvelati interessi economici riferibili alla famiglia mafiosa guidata dal latitante Matteo Messina Denaro. Il capo della DIA Giuseppe Governale ha dichiarato che «sono emerse contiguità con personaggi vicini al boss». Per questo motivo il Tribunale di Trapani ha accolto le richieste della DIA, sequestrando e confiscando i beni riconducibili a Patti. «Probabilmente si tratta del più grosso provvedimento di sempre», ha aggiunto. Patti, secondo il direttore della DIA, era un punto di riferimento per Cosa Nostra nel riciclaggio dei proventi illeciti. A proposito di Matteo Messina Denaro, ha concluso: «È come un pescecane, gli stiamo togliendo tutta l’acqua – dice Governale – e i pesci senza acqua non possono campare». (agg. di Silvana Palazzo)



LEGAMI STRETTI CON LA MALAVITA

Aveva miliardi di euro di patrimonio l’ex numero uno di Valtur, Carmelo Patti, nonostante la grave crisi finanziaria dell’azienda turistica degli ultimi anni. Nel 2010 l’ex presidente di Valtur, deceduto nel 2016, aveva tentato un ultimo assalto imprenditoriale, la costruzione di un nuovo splendido villaggio con vista sulla spiaggia di Campobello di Mazara. Peccato però che ad occuparsi dell’acquisto dei terreni e dei lavori fosse Nicolò Polizzi, boss della zona nonché fedelissimo di Matteo Messina Denaro, come sottolinea Repubblica. Pietro Luca Polizzi, figlio del padrino, è invece stata assunto nella Valtur spa come factotum del nipote di Patti, anch’egli impegnato nel realizzare quel resort che poi non vide mai la luce. Come spiegato dalla Dia, negli anni d’oro partivano trasferimenti di denaro dall’azienda “Cable sud” di Patti, dedita al cablaggio auto, verso Santo Sacco, sindacalista Uil, altro uomo fedele a Messina Denaro. Sul conto di Sacco, sostengono gli inquirenti, sarebbero finiti ben un miliardo di vecchie lire. Sono tanti i lati oscuri di questa vicenda… (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MAFIA, VIA 1.5 MILIARDI DI EURO ALLA FAMIGLIA EX VALTUR

Il patrimonio confiscato all’ex numero uno di Valtur, Carmelo Patti (deceduto nel 2016), accusato di avere legami troppo stretti con la mafia trapanese, è immenso. Si calcola che valga più di un miliardo e mezzo di euro, e analizzando l’elenco dei beni sequestrati è facile capirlo. Sono infatti più di 230 gli immobili confiscati, mentre gli ettari di terreno sono 400. 25 le società dell’ex presidente di Valtur “sigillate” che operano nel cablaggio di componenti elettrici per le vetture, settore da cui di fatto partì il cavalier Patti, senza un soldo in tasca e divenendo poi uno degli uomini più ricchi d’Italia. Fra i sequestri delle forze dell’ordine, anche tre splendidi resort, leggasi quello sull’Isola di Capo Rizzuto, quello di Punta Fanfalo, e infine, quello di Kamarina, tutti e tre in Calabria. Come vi abbiamo già anticipato, alla famiglia Patti è stato altresì confiscata una splendida imbarcazione, un veliero di 21 metri denominato la Valtur Bahia. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MAXI SEQUESTRO PER LA FAMIGLIA EX PROPRIETARIA DI VALTUR

Maxi confisca di beni ai danni della famiglia Patti, proprietaria della Valtur. Come riferito dai colleghi di Repubblica, edizione online, la Dia di Palermo ha eseguito una confisca di beni superiore al miliardo di euro, andando a colpire il patrimonio del defunto cavaliere Carmelo Patti, numero uno dell’azienda turistica. Secondo quanto stabilito dal tribunale di Trapani, che ha condiviso la conclusione della procura antimafia palermitana, Carmelo Patti sarebbe stato in rapporti troppo intimi con la famiglia mafiosa di Castelvetrano, quella a cui capo vi è l’ultimo padrino, il latitante Matteo Messina Denaro. Uno virgola cinque i miliardi di euro confiscati dalle forze dell’ordine, beni sequestrati agli eredi del cavaliere Patti, leggasi la vedova Elisabetta Pocorobba, ed i figli Paola, Giovanni e Maria Concetta. «Il procedimento – dicono dalla Dia – è di sicuro uno dei più rilevanti nella storia giudiziaria italiana ed ha disvelato interessi economici riferibili alla famiglia mafiosa di Castelvetrano».

CARMELO PATTI, EX PATRON DI VALTUR: 1.5 MLD CONFISCATI

Il commercialista del cavaliere Patti era Michele Alagna, professionista di Castelvetrano nonché cognato del Messina Denaro di cui sopra. Nel corso delle indagini, iniziate nel 2012, è emerso anche il nome di Angelo Siino, ex mafioso ora collaboratore di giustizia, noto per essere il “ministro dei lavori pubblici” di Totò Riina, che ha svelato di un faccia a faccia fra Patti e Ciccio Messina Denaro, patriarca della mafia belicina, morto nel 1998. Il proprietario di Valtur avrebbe incontrato negli anni anche l’ex braccio destro di Provenzano, Nino Giuffé, e il pentito di Castelvetrano, Giovanni Ingrasciotta. Nel corso della sua carriera imprenditoriale, partendo da muratore e venditore ambulante di tappeti, Carmelo Patti ha saputo costruire un impero, dove però Cosa Nostra era sempre presente, forse troppo. Fra i beni confiscati, oltre a società industriali, finanziarie e residenziali, anche resort, golf club, immobili, terreni e un veliero di 21 metri.