“Beveva notte e giorno”. Sono le parole di Silvia, la mamma di Mantova che due giorni fa ha perso il figlio di 11 anni. Ad ucciderlo, forse volontariamente o meno, l’ex marito, Gianfranco Zani, con cui i rapporti nell’ultimo periodo si erano definitivamente deteriorati. Le cose sono precipitate nell’ultimo anno, quando l’uomo, che non è mai stato uno “stinco di santo”, ha iniziato a bere tutte le sere e ad essere sempre più aggressivo, facendo del male alla moglie quanto ai tre figli minorenni. Dopo mesi di soprusi, la donna ha deciso di denunciare il tutto, e una settimana fa aveva depositato una richiesta di separazione. Forse il presagio che qualcosa di terribile stesse succedendo, e di fatti, di lì a sette giorni, è accaduta la tragedia. L’uomo si trova ora ricoverato presso l’ospedale psichiatrico di Cremona, dove è stato trasferito per il rischio che lo stesso si tolga la vita. Forse il 53enne Gianfranco Zani si è reso conto di quello che ha fatto, ma ormai, è troppo tardi… (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MANTOVA, LA MAMMA “NESSUNA MI HA AIUTATO”/h2>
“Nessuno mi ha aiutata”. E’ disperata la mamma di Mantova che ha perso un figlio due giorni fa, ucciso dall’ex marito che ha dato fuoco alla sua casa. L’uomo era stato allontanato dalla famiglia dopo l’ennesima violenza, ma la decisione del giudice, di stare ad almeno 100 metri di distanza, era apparsa troppo blanda, e soprattutto, non era stata rispettata. Silvia Fojticova, così si chiama l’ex compagna dell’orco, sapeva che il marito fosse violento, e di conseguenza aveva più volte denunciato il tutto alle autorità. «Ho fatto di tutto per difenderli i miei figli, ma non mi hanno aiutato», racconta questa mattina ai microfoni di Repubblica. «Alle volte quando chiamavo i carabinieri – spiega – per denunciare un episodio violento, mi veniva detto ‘signora porti pazienza…’». Erano stati tre giorni in una casa protetta, ma quando hanno fatto ritorno nella loro abitazione, si è verificata la tragedia. Una morte annunciata, l’ennesimo appello inascoltato, ed ora una madre piange la perdita del suo bambino… (aggiornamento di Davide Giancristofaro)


MANTOVA, IL DOLORE DELLA MADRE

E’ ancora nitido il dolore per la tragedia di Mantova. Due giorni fa in quel di Sabbioneta, un marito e padre violento ha incendiato per vendetta la casa dove viveva l’ex moglie con i suoi tre figli, uccidendo un bambino di soli 11 anni. Silvia Fojticova 39enne slovacca ex compagna dell’orco Gianfranco Zani, artigiano 53enne, era uscita di casa per accompagnare il più grande all’oratorio, lasciando da soli i due piccoli di 4 e 11 anni. Purtroppo però, mentre lei era fuori, Gianfranco ha appiccato il fuoco, bruciando l’abitazione e ammazzando il suo stesso figlio. «Marco non è venuto con noi in macchina perché voleva giocare con la Playstation nella sua cameretta – racconta la donna, distrutta, da una stanza dell’ospedale Oglio Po di Casalmaggiore (provincia di Mantova), come scrive Il Corriere della Sera “Voglio stare in pace senza ascoltare i capricci dei miei fratelli” mi ha detto con un sorriso. È l’ultima immagine che ho di lui…».



MANTOVA, IL RACCONTO TRAGICO DELLA MADRE

Quel marito violento di Mantova, con precedenti per rapina e lesioni, non poteva avvicinarsi alla sua ex famiglia, come da ordinanza del giudice, e invece… «Invece me lo sono ritrovato davanti mentre guidava il suo furgone – ha proseguito il suo racconto Silvia – aveva già dato fuoco a casa nostra ma non potevo saperlo. Io stavo rientrando dopo aver accompagnato Alex a giocare a calcio all’oratorio di Cicognana, un paesino qui vicino. Mio marito ha fatto per centrarmi e io l’ho schivato una prima volta gridando “oddio! Il bambino!”». Dopo essersi avvicinata a casa, ha notato del fumo uscire dalla stessa… «e mi sono ricordata con terrore – svela – di quante volte mi aveva minacciata dicendo che avrebbe bruciato casa con noi dentro, “tutti e quattro”. Ho aperto la porta, ho cercato di raggiungere la cameretta di Marco ma salire le scale era impossibile, un muro di fumo, non si respirava». Ormai per suo figlio era troppo tardi, asfissiato dal fumo che si era creato dopo l’incendio: «Lui – si consola Silvia, madre di Mantova – non si è neanche accorto di quello che è successo». La donna, disperata, si domanda: «Non so se mio marito sapesse che Marco era nella cameretta. So che sapeva che nel pomeriggio i ragazzi stavano spesso tutti in casa. Se voleva dare fuoco alla villa perché non l’ha fatto di mattina, quando erano a scuola?».