L’omicidio dell’anziana Carla Molinari, l’anziana donna 82enne uccisa il 5 novembre 2009 a Varese, sarà al centro della prima puntata di Commissari – Sulle tracce del male, la trasmissione che torna su Raitre nella terza serata di oggi, sabato 24 novembre, a partire dalle 23.55. Il caso fu ribattezzato come “la donna senza mani” e vedrà protagonista anche il Commissario Sebastiano Bartolotta. Fu proprio lui che la sera del delitto, mentre era a cena, ricevette la telefonata da un suo collaboratore che lo informava del brutale omicidio di una donna, uccisa con 22 coltellate ed alla quale furono mozzate le mani. E fu lo stesso commissario che dopo aver appreso la notizia si precipitò sul luogo del delitto con un unico intento: fare luce su quel cruento delitto. Carla Molinari fu uccisa nella sua villetta di Cocquio Trevisago, nel Varesotto. L’inchiesta destò subito grande clamore proprio per l’efferatezza del delitto. Secondo le prime notizie che emersero dall’autopsia compiuta nei giorni successivi sul corpo della vittima, fu confermato che Carla Molinari venne prima soffocata, poi accoltellata ripetutamente a schiena e addome per poi essere mutilata delle mani. Con ogni probabilità, l’assassino voleva anche staccarle la testa ma fu quasi certamente frenato dalla telefonata di un’amica che sopraggiunse in quei drammatici istanti.



L’OMICIDIO DI CARLA MOLINARI

A distanza di 20 giorni dall’omicidio di Carla Molinari, giunse l’importante svolta: un uomo di 55 anni, vicino di casa dell’82enne sgozzata e mutilata, fu iscritto nel registro degli indagati. Tanti gli elementi raccolti dagli inquirenti e che avevano assunto le sembianze di un tentativo di depistaggio messo in atto, a partire dai quattro mozziconi di sigaretta di altrettante marche differenti in quattro diversi posacenere. Per quel delitto fu arrestato Giuseppe Piccolomo con l’accusa di omicidio premeditato aggravato da sevizie e crudeltà. Ad incastrarlo un testimone, il quale lo avrebbe visto presso un centro commerciale mentre svuotava un posacenere e le immagini delle telecamere di sorveglianza di un locale che lo immortalarono mentre raccoglieva mozziconi dal posacenere. Sin dal suo arresto l’uomo fece scena muta davanti al giudice per le indagini preliminari. Ad accusarlo con forza furono anche le figlie che lo definirono “un assassino”, ritenendolo il responsabile non solo della morte dell’82enne ex tipografa ma anche della madre. Dopo essere rimasto a lungo in silenzio, Piccolomo iniziò a proclamare con forza la sua innocenza dal carcere: “Ripeterò fino alla morte che sono innocente, e che non sono mai entrato in quella casa”. In una lettera a La Prealpina, 8 mesi dopo il suo arresto, scriveva: “ripeto ancora: sono innocente; non un capello, non un’impronta, nulla di nulla né in casa di quella signora, né in casa mia”.



IL PROCESSO A CARICO DI GIUSEPPE PICCOLOMO

La prima udienza del processo Corte d’Assise per l’omicidio di Carla Molinari e che vide imputato Giuseppe Piccolomo si celebrò il 31 gennaio 2011. L’uomo fu subito espulso dall’aula dopo aver urlato “allora condannatemi subito” in risposta al giudice che aveva deciso di non ammettere nel processo alcuni elementi presentati dalla sua difesa. Durante alcune dichiarazioni spontanee, l’uomo ammise: “Non sono un assassino, avevo bisogno di soldi ma non per questo si ammazza una persona”. Al termine del primo grado, il 20 giugno del 2011, Piccolomo fu condannato all’ergastolo, poichè riconosciuto colpevole dell’omicidio di Carla Molinari. Per i giudici, quel delitto ebbe un movente economico anche se Piccolomo continuò sempre a dichiararsi estraneo ai fatti. Ergastolo anche in secondo grado ed infine in Cassazione che nell’aprile 2014, con il terzo grado, ha confermato le precedenti sentenze nei confronti di Giuseppe Piccolomo il quale uccise Carla Molinari per una rapina, infierendo sul corpo e asportandole le mani dopo che la vittima per difendersi lo aveva graffiato in volto. Il carcere a vita, dunque, chiuse definitivamente la vicenda processuale sul giallo della “donna senza mani”, ripercorso dal commissario Sebastiano Bartolotta nel corso della trasmissione di Raitre.

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