Loredana, la mamma di Anzio, lo scorso venerdì ha finalmente rivisto le sue bambine dopo l’allontanamento avvenuto in seguito alla morte del marito. Una situazione di disagio e degrado che la signora ha motivato con le responsabilità che aveva anche nei confronti del coniuge che è venuto a mancare. La donna ha potuto rivedere le sue bambine solo per poco tempo, “un’oretta, mezzora le piccole e un’ora le grandi”, ha dichiarato nel corso del nuovo intervento alla trasmissione di Raiuno, Storie Italiane. Dopo l’incontro la mamma ha detto: “Mi veniva proprio da piangere, non riuscivo più… infatti mi hanno lasciato dei disegnini della famiglia”. Un’emozione grande, come confermato anche in studio. A dispetto però di quanto dichiarato in precedenza dall’assessore di Anzio Alberto Alessandroni, la donna non può restare con le sue piccole ma solo in un’altra casa famiglia. Oggi Loredana ha avuto tempo di riflettere sull’accaduto e riguardando le immagini ha ammesso: “purtroppo con la morte di mio marito non sono riuscita a seguire tutta la situazione, mi è sfuggita di mano, ma ho capito dove ho sbagliato. Quando mio marito stava male la priorità era su di lui”. Le figlie però per un anno non sono andate a scuola, anche se “le facevo fare i compiti a casa”.
ASSESSORE DI ANZIO: “NON È POSSIBILE AVVICINAMENTO MAMMA-FIGLIE”
L’assessore di Anzio in diretta a Storie Italiane ha spiegato quali saranno le prossime mosse anche nei confronti della madre che si è vista allontanare le sue bambine: “Ho parlato con la signora insieme all’assistente e le abbiamo detto che siamo a disposizione per qualsiasi necessità ma lei si deve fare aiutare, deve fare un percorso insieme a noi”. L’assessore si è reso disponibile e si è detto pronto ad accoglierla a braccia aperte ma adesso c’è il problema della separazione delle figlie. Si potrà tentare di riunire la madre con le sue bambine? A detta dell’assessore un avvicinamento al momento “non è possibile” ma per quanto riguarda l’assistenza alla donna questa potrà riceverla anche dentro la casa famiglia. La proposta iniziale dell’assessore, dunque, non è più valida per via di alcuni protocolli operativi che trovano fondamento nella Costituzione. La separazione dei bambini non dipende dunque dalla mamma ma dallo stato dei servizi.