Gianfranco Zani continua dichiararsi innocente, ma per il gip non può essere stato che lui ad entrare in casa e ad appiccare il fuoco da cui è scaturito l’incendio che ha portato alla morte del figlio 11enne. E infatti ieri ha convalidato l’arresto del 53enne di Sabbioneta, fermato giovedì scorso con l’accusa di aver ucciso il figlio Marco. L’uomo ha ammesso solo di aver speronato l’auto di sua moglie, che proprio ieri gli ha fatto notificare la richiesta di divorzio, dicendo che quel giorno non è entrato in casa e che quindi non c’entra nulla con l’incendio. Sostiene di aver saputo della morte del figlio solo a notte fonda, mentre era ancora in caserma a Casalmaggiore, dove è stato fermato. Questa versione dei fatti non ha convito il giudice che ha convalidato l’arresto per omicidio volontario e incendio doloso. Fissati per domani nel duomo di Casalmaggiore i funerali del piccolo Marco, riporta La voce di Mantova. Il sindaco di Sabbioneta ha dichiarato per domani il lutto cittadino. La Vita in Diretta ha intervistato una signora che abita nei paraggi. «Sì, mi faceva paura, non lo salutavo mai. Tutti dicono che aveva avuto problemi da giovane, pare che fosse stato in prigione per due o tre anni. Si sapeva che era violento, ma per sentito dire perché stavamo alla larga da lui. Ma non mi sarei mai aspettata questo». Secondo il programma, Gianfranco Zani potrebbe aver deciso di vendicarsi del figlio perché l’allontanamento sarebbe scattato dopo le percosse a Marco. (agg. di Silvana Palazzo)
INTERROGATO GIANFRANCO ZANI: “NON SONO STATO IO”
Gianfranco Zani, l’uomo accusato di aver incendio la casa familiare di Sabbioneta, nel Mantovano, provocando la morte del figlio 11enne, continua a proclamarsi innocente. «Non sono entrato in casa e non ho appiccato il fuoco». Così il 53enne si è difeso davanti al Gip di Cremona. In pratica ha confermato quanto detto agli agenti della Polstrada che lo avevano arrestato subito dopo l’accaduto. Lo fa sapere il suo difensore, l’avvocato Fabrizio Vappina, al termine dell’interrogatorio da parte del Gip per la convalida dell’arresto. «Il mio cliente ha confermato quanto da sempre sostenuto, in un interrogatorio che tra formalità e verbalizzazione, è durato 45 minuti», ha dichiarato il legale, come riportato dall’Ansa. L’interrogatorio è avvenuto nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Cremona, dove Zani si trova da qualche giorno. «Il contenuto dell’interrogatorio, quindi, era scontato». Il Gip si è riservato di comunicare la convalida o meno dell’arresto al più presto. Zani dunque ha negato di essere entrato in casa sua, ammettendo solo la presenza fuori dalla villetta con il suo furgone.
SABBIONETA, ARRIVANO I RIS DI PARMA
Questa mattina, poco prima delle 11, sono arrivati gli uomini del RIS di Parma, insieme ai vigili del fuoco, per i rilievi approfonditi nella villetta a schiera. Presente anche l’avvocato Storti, in rappresentanza della moglie e mamma di Marco Zani. Lui stesso ha raccontato di come la violenza andava avanti da tempo, e in maniera reiterata, e di come qualche giorno prima della tragedia avesse chiesto invano il cambio delle serrature della casa. CremonaOggi fa riferimento anche alla testimonianza di un’amica della mamma che avrebbe raccontato come il padre fosse particolarmente risentito nei confronti proprio di Marco, il più “ribelle” dei tre, ma al momento sono solo voci. Inoltre, ieri è stato emesso anche un mandato per maltrattamenti nei confronti di Gianfranco Zani, quindi se il Gip non convalidasse il fermo, ci si potrebbe appellare a quest’ultima accusa per tenerlo in carcere. I rilievi intanto proseguono e proseguiranno ad oltranza fino a quando non verrà verificato ogni minimo particolare: servono prove oggettive di quel che è successo per ricostruire dettagliatamente i fatti.