I servizi sociali le volevano togliere il figlio, così lei lo ha rapito ed è scappata dall’ospedale. È successo domenica mattina nel reparto di Pediatria dell’azienda ospedaliera di Padova. A lanciare l’allarme i medici che erano in attesa del responso degli esami effettuati sul bambino, mentre i servizi sociali si erano già attivati. Hanno notato la madre nei corridoi, una 40enne con problemi di dipendenza da stupefacenti. Ha aspettato che i medici e le infermiere fossero impegnati per prendere in braccio il figlio e andar via come se niente fosse. È stato semplice scappare via senza farsi notare perché era domenica, un giorno in cui un po’ in tutti i reparti la situazione è diversa rispetto al resto della settimana. Ci sono solo visite di routine e un grande via vai di parenti e amici. Come riportato da Il Gazzettino, gli investigatori ipotizzano che la donna si sia rifugiata da qualche parente o amico. Le ricerche si concentrano dunque tra le conoscenze e gli affetti della donna. (agg. di Silvana Palazzo)
MADRE TOSSICODIPENDENTE RAPISCE FIGLIO DA OSPEDALE
A 2 anni di età il bambino era ricoverato in ospedale a Padova per intossicazione da cocaina: la madre, una 40enne, è una tossicodipendente. L’altro giorno è entrata nel reparto pediatria dell’ospedale di Padova e ha rapito il bambino portandolo via. Motivo del folle gesto la paura che i servizi sociali glielo portassero via. Incredibile come nell’ospedale non ci sia stata alcuna forma di controllo e sorveglianza, come possa una madre portare via un bambino ricoverato senza mostrare alcun documento e senza che nessun dipendente dell’ospedale si accorga di quello che sta succedendo.
LE RICERCHE DELLA POLIZIA
Finalmente i medici si sono accorti della sua assenza e hanno chiamato la polizia, ma al momento nessuna traccia della donna e del bambino. In effetti il bambino era stato affidato dal tribunale dei minori di Venezia a una comunità tramite i servizi sociali de comune. Si tratta dunque di un vero e proprio rapimento. Già qualche giorno fa era accaduto un fatto del genere a Firenze, con il “prelievo forzato” di un bimbo da parte della mamma nel reparto di neonatologia del Meyer; ma i casi di cronaca sono pieni di “fatti” assurdi del genere, con il pericolo reale che resta sempre per loro, le innocenti vittime trascinate da genitori al limite della follia.