Un “piccolo” caso di frizione tra un teologo tedesco e forse la mente teologica e religiosa più acuta della cristianità contemporanea, l’altrettanto tedesco e Papa Emerito Joseph Ratzinger. Benedetto XVI ha inviato una rettifica di correzione alla rivista cattolica tedesca “Herder Korrespondenz” che aveva nelle scorse settimane pubblicato un articolo del teologo di Wuppertal, Michael Böhnke, alquanto discusso e discutibile: in poche parole, nel numero di settembre della testata, il religioso aveva commentato il pensiero del Papa emerito riguardo il rapporto tra ebrei e cristiani. In particolare si parlava di “missione nel rapporto con gli ebrei”, elemento che proprio non è piaciuto a Ratzinger che ha voluto subito replicare con una lunga rettifica alla stessa rivista: «Non si tratta di missione ma di dialogo», scrive il Papa Emerito sottolineando come ebraismo e cristianesimo siano due modi di interpretare le Scritture. «Per i cristiani, le promesse fatte a Israele sono la speranza della Chiesa e chi ci si attiene non sta assolutamente mettendo in discussione i fondamenti del dialogo ebraico-cristiano». Le accuse contenute nell’articolo, spiega ancora Papa Ratzinger sono «stupidaggini grottesche e non hanno nulla a che vedere con quanto ho detto in merito. Per questo respingo il suo articolo come un’insinuazione assolutamente falsa».



IL TESTO DISCUSSO SUL RAPPORTO EBREI-CATTOLICI

Un durissimo Benedetto XVI dunque prova a ristabilire la verità di quanto espresso, erroneamente, dal teologo di Wuppertal nel merito del pensiero dell’attuale Papa Emerito: non solo, Böhnke aveva riportato che in un recente scritto di Ratzinger pubblicato su Communio vi si leggeva una comprensione problematica del giudaismo e taciuto le sofferenze che i cristiani hanno causato agli ebrei. Nella rettifica – pubblicata in ampi stralci da Vatican News – Ratzinger non lascia in sottinteso neanche questo passaggio e scrive di suo pugno: «Una missione agli ebrei non è prevista e non è nemmeno necessaria. E’ vero, Cristo ha inviato i suoi discepoli in missione presso tutti i popoli e tutte le culture. Per questo, il mandato della missione è universale – con un’eccezione: la missione agli ebrei non era prevista e non era necessaria semplicemente perché solo loro, tra tutti i popoli, conoscevano il ‘Dio sconosciuto”». Nel merito dello specifico rapporto con Israele, Papa Benedetto XVI conclude nella rettifica «non si tratta di missione ma di dialogo sulla comprensione di Gesù di Nazareth: è il Figlio di Dio, il Logos, atteso – secondo le promesse fatte al suo stesso popolo – da Israele e, inconsapevolmente, da tutta l’umanità. Riprendere questo dialogo è il compito che ci pone l’ora presente».

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