Un nuovo scandalo si affaccia nella tranquilla Diocesi di Foggia dopo i tanti “dossier” su alcuni preti che negli scorsi mesi hanno affollato le (morbose) cronache nazionali dietro a fatti o presunti tali riportati dall’escort omosessuale Francesco Mangiacapra. È ancora una volta Pomeriggio 5 a dare voce alla “querelle” contro lo scandalo avvenuto nella parrocchia di un piccolo paesino della provincia di Foggia, Candela: in estate diverse foto dell’allora parroco nudo giravano su Telegram facendosi “largo” negli smartphone di mezzo paesino. Non solo foto però, anche chat a sfondo erotico che sarebbero contenuti in un unico dossier presentato alla Diocesi qualche mese fa: in un primo momento il Vescovo Renna aveva preferito non commentare l’intero polverone, considerato i pochissimi fatti fin li accertati. Poi però la Diocesi ha preso in mano la situazione e ha cominciato ad indagare, con primo effetto immediato l’allontanamento del parroco dal piccolo paesino in cui era insediato da anni nonostante la giovane età.



PARROCO NUDO SU TELEGRAM, LA CURIA INDAGA

«Non ho avuto contatti personali con questo parroco ma ho letto il suo nome in una di quelle chat;  lo ha fatto un altro prete lucano, don L., che attualmente è stato sospeso sempre per via delle mie rivelazioni. Certo è che se fossero vere quelle foto, il Vescovo avrebbe il dovere morale di dare chiarimenti ad una comunità disorientata», attaccava l’escort Mangiacapra in una intervista esclusiva a Foggia Today. Nel frattempo però, la stessa Diocesi ha considerato l’accaduto svolgendo le dovute analisi e indagini sulle foto hot del parroco nudo durante i presunti festini in canonica. «Certo, se lo avessi saputo prima anche in maniera riservata avrei agito come altri vescovi hanno fatto in casi simili con estrema discrezione. Molti dettagli sono usciti allo scoperto perché è diventato un caso mediatico. Quando un vescovo riceve una segnalazione documentale ha il dovere di sentire la persona e di fare una investigatio previa. Anche se succede per via mediatica, ma chiaramente tutto ha una risonanza diversa. Nessuno può essere condannato se non viene tutto provato», spiegava a fine agosto il vescovo Monsignor Luigi Renna della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano in una intervista a “Marchio.doc”. Non solo, il Monsignore oltre a predicare un sano equilibrio senza “scatti mediatici” che purtroppo spesso rovinano tante vite (non solo quelle dei diretti interessati, ma anche della parrocchia in questione che anche stavolta non ha nessuna colpa) ha poi concluso «Si deve avere fiducia nella Chiesa, anche in questo momento in cui la Chiesa è invasa da tanti scandali. Ma il momento dell’insabbiamento, come dimostra Papa Francesco e come impone la nostra coscienza, è terminato».

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