Niccolò Bettarini è pronto per essere ascoltato in aula, se ci sarà bisogno nel corso del processo per l’aggressione a coltellate, calci e pugni che ha subito lo scorso 1 luglio davanti alla discoteca milanese Old Fashion. Lo ha spiegato lo stesso 19enne, figlio dell’ex calciatore Stefano e della conduttrice tv Simona Ventura, dopo aver partecipato all’udienza come parte civile. «Sono sicuro che il giudice saprà valutare bene tutto», ha dichiarato ai cronisti. Il pm Elio Ramondini, come riportato dall’Ansa, ha chiesto di effettuare un confronto in aula ascoltando Niccolò, una sua amica e gli imputati. Per il gup Guido Salvini serve una perizia medico legale per stabilire l’entità delle lesioni subite dal ragazzo. Nell’udienza fissata per il 3 dicembre il Gup conferirà l’incarico a un medico e valuterà anche se sarà necessario sentire dei testimoni, come alcuni amici di Niccolò. Uno dei difensori dei quattro imputati ha depositato infatti una consulenza in cui si evidenzia che Niccolò Bettarini non rischiò la vita. (agg. di Silvana Palazzo)



BETTARINI JR “NON MI TORNA IL RACCONTO”

Dopo l’ammissione di uno degli imputati nel processo sull’aggressione a Niccolò Bettarini, oggi in aula gli stessi hanno sostenuto che fu proprio il figlio di Simona Ventura e Stefano Bettarini il primo a colpire. Lo riferisce il quotidiano Il Giorno nell’edizione online, spiegando Davide Caddeo, il 29enne che avrebbe sferrato secondo il pm le otto coltellate, questa mattina ha precisato di averlo ferito due volte con un “colpo a croce, a sventaglio”. Quando il gup gli ha domandato su chi abbia tirato gli altri sei fendenti, Caddeo avrebbe replicato: “Non le ho date io, eravamo in tanti”. Sempre a sua detta, inizialmente era scoppiata una rissa tra il suo gruppo e un amico di Niccolò Bettarini e proprio quando la tensione stava calando il 19enne l’avrebbe fatta salire nuovamente. Secondo fonti legali (il processo si svolge a porte chiuse) Jakei ha sostenuto che il primo a compire con un pugno sarebbe stato proprio il figlio della Ventura, versione questa condivisa anche dalle altre difese e che sarebbe confermata anche da una intercettazione a Bettarini. In una telefonata, proprio Niccolò diceva ad un amico: “Si avvicina sto ‘albanollò e mi dice ‘tu c’hai gli orecchini come i mieì (…) mi ha dato il buffettino in faccia, io gli ho dato un cartone”. Il 19enne si è detto pronto a intervenire in aula e oggi ai cronisti, commentando le dichiarazioni degli imputati si è limitato ad asserire “non mi torna il racconto”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



CONFESSIONE CHOC AL PROCESSO

Una confessione choc e finalmente “chiara” nel processo per il tentato omicidio di Niccolò Bettarini (figlio di Stefano e Simona Ventura), accoltellato davanti all’Old Fashion di Milano lo scorso 1 luglio: «sì, sono stato io ad accoltellare Niccolò Bettarini davanti alla discoteca» spiega in aula Davide Caddeo, uno degli imputati nel processo in corso, tramite il memoriale depositato dai suoi avvocati difensori. Differiscono le ipotesi però, visto che Caddeo nella sua confessione parla di una sola coltellata mentre il pm dell’accusa Elio Ramondini afferma siano stati ben 8 i fendenti contro il figlio di Simona Ventura. Per provare a difendersi davanti alle domande incalzanti dell’accusa, Caddeo avrebbe spiegato nella memoria difensiva (come riporta l’Ansa) che lui era ubriaco quella notte ma che Bettarini era molto strafottente. Per questo motivo ad un certo punto «ho perso la testa e l’ho colpito», salvo poi spaventarsi a morte vedendolo lì a terra insanguinato e dolorante. Secondo gli avvocati di Niccolò Bettarini, in realtà, i quattro imputati – oltre al 29enne, anche Alessandro Ferzoco e i due albanesi Andi Arapi e Albano Jakej – si erano «certamente prefigurati che quel pestaggio e quei fendenti in «parti vitali con una lama da 20 centimetri avrebbero comunque potuto produrre conseguenze mortali, anche in considerazione della loro superiorità numerica e della violenza della loro azione», ha spiegato il pm Ramondini.



PROCESSO BETTARINI, LE NOVITÀ DALL’UDIENZA DI MILANO

Al tribunale di Milano questa mattina il pm che difende Bettarini ha anche contestato a tutti gli imputati l’aggravante di aver agito per motivi abbietti, discriminatori e futili: «sei il figlio di Bettarini, ti ammazziamo» avrebbero urlato al giovane figlio di Stefano e Simona Ventura, salvato solo grazie all’intervento decisivo di alcuni amici e di una ragazza. Nella scorsa udienza, il pm Ramondini aveva chiesto 10 anni di carcere per Caddeo, Ferzoco, Arapi e Jakey ma è chiaro che dopo la “mezza confessione” di questa mattina in aula qualcosa potrebbe cambiare anche nell’impianto accusatorio. Come riporta Il Secolo XIX, dopo la memoria depositata Davide Caddeo potrebbe essere risentito anche domani per chiarire la sua versione davanti al giudice Guido Salvini. Presente in aula Bettarini, negli scorsi giorni sono emersi i particolari racconti della mamma Simona Ventura che ha ricevuto la telefonata che «nessuna madre vorrebbe mai ricevere; è stato un miracolo. Io sono cattolica e ho ricevuto un dono del signore, un grosso segno».