Le ultime notizie sul caso relativo alla giovane volontaria italiana rapita in Kenya, Silvia Romano e rese note dall’agenzia di stampa Ansa, fonti attendibili avrebbero confermato la sua presenza ancora nella foresta, “nei pressi del fiume Tanta”. Dalle stesse fonti però arrivano anche dettagli sulla condizione dei rapitori che, dopo essere stati circondati, per loro è divenuto sempre più difficile ogni tentativo di avanzare verso la Somalia. Intanto come spiega TgCom24, a Garsen, a oltre 100 chilometri a Nord di Malindi, nonché sede della base di polizia ‘Tana Delta’ dove opera il centro di coordinamento dell’operazione i militari locali e gli agenti dell’intelligence italiana avrebbero stretto sempre di più il cerchio attorno ai rapitori, i quali sarebbero ormai stremati dopo lunghi giorni di clandestinità vissuti nella foresta circostante. Secondo le indiscrezioni non si esclude che siano più di tre a tenere Silvia in ostaggio i quali la terrebbero d’occhio nel caso in cui volesse tentare la fuga attraverso il fiume Tanta. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



“RAPITORI NON RIUSCIRANNO AD ARRIVARE IN SOMALIA”

Secondo le ultimissime notizie che filtrano dall’Ansa, i malviventi sarebbero davvero circondati e appare alquanto difficile che possano raggiungere la Somalia, loro principale obiettivo primario. Secondo la polizia di Malindi, la banda che ha in mano Silvia Romano vorrebbe raggiungere la Somalia attraverso il fiume Tanta verso le regioni dominate dalle milizie islamiste degli Shabaab: questo però, proprio per il fatto di essere stati braccati prima di quanto sperassero (forse proprio perché “non esperti” come dicevano alcuni testimoni che hanno assistito al sequestro più di una settimana fa), pare al momento obiettivo irraggiungibile. I gruppi terroristici legati ad Al Qaeda potrebbero aver “commissionato” il rapimento della volontaria italiana salvo poi però non riuscire a recuperare i soldi necessari per la liberazione: al momento resta solo una pista ma di certo è una delle tracce in mano alla polizia keniana impegnata in questo forcing finale per trovate e liberare definitivamente Silvia Romano. (agg. di Niccolò Magnani)



TOTEM “SILVIA LIBERA” NEL COMUNE DI MILANO

Dal niqab al fango fino alle treccine, poi trovate dalla polizia del Kenya nella foresta dove si pensa che Silvia Romano e i suoi rapitori siano nascosti. La liberazione sembra sempre più vicino, ma l’ansia per il buon esito dell’operazione è ovviamente alle stelle per la famiglia della volontaria fin dai primi giorni molto riservata e chiusa nella preghiera e nella speranza di buone notizie in arrivo da Malindi. Questa mattina a Milano, all’ingresso di Palazzo Marino (sede del Comune) è stato installato un totem con la scritta “Silvia Romano libera”: «Un messaggio di vicinanza e di solidarietà alla famiglia della nostra concittadina», ha spiegato il presidente del Consiglio Comunale di Milano, Lamberto Bertolè, come riportato da Askanews. «Silvia è in Kenya per fare del bene e inseguire le sue aspirazioni umane e professionali. Milano è con lei e con i suoi cari in questi giorni di grande preoccupazione. Ci auguriamo che al più presto possa tornare libera», ha poi concluso Bertolè. (agg. di Niccolò Magnani)



LIBERAZIONE VICINA?

Sembra sempre più vicina la liberazione di Silvia Romano. La 23enne volontaria rapita in Kenya la scorsa settimana da un gruppo di malviventi maldestri, è ormai prossima ad essere ritrovata. Ne sono convinte le forze dell’ordine keniota, che stanno collaborando con gli agenti dell’intelligence italiana proprio per scoprire il luogo dove Silvia è tenuta nascosta. La sensazione circolante è che siamo vicini ad un punto di svolta anche perché i rapitori si sono rifugiati in una foresta dove i rovi e gli alberi la fanno da padrone, e dove vivono serpenti mamba, cobra e altri insetti velenosi. Anche il clima non aiuta i rapitori, visto che in quelle zone del mondo si alternano fasi di tempo torrido a violenti temporali che devastano tutto ciò che trovano. Ovviamente se le condizioni fisiche dei rapitori non sono eccelse, si potrebbe dire lo stesso anche della rapita, la nostra volontaria, ed anche per questo bisogna muoversi con celerità per evitare il peggio. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

SILVIA ROMANO: CRESCE L’OTTIMISMO

Le testimonianze rilasciate agli inviati dell’Ansa in Kenya fanno ancora ben sperare per una risoluzione “in breve” del caso Silvia Romano: la liberazione secondo la polizia sarebbe questione di ore e le ultime novità emerse sul niqab e le varie modalità per “nasconderla” giungono assieme alle rassicurazioni di alcuni testimoni. «Naturale che i rapitori abbiano fatto questo, perché si trovano in una zona a prevalenza musulmana caratterizzata dalla presenza di tribù di origini somale, tra cui gli ‘Orma’ a cui appartengono i sequestratori», spiegano alcune fonti dell’Ansa citando una comunità keniana dedita alla pastorizia dove il niqab è assai diffuso tra le donne. L’ottimismo c’è e filtra dalle parole degli investigatori che hanno anche informato come la moglie di uno dei sequestratori – arrestata domenica scorsa – stia attivamente collaborando alla ricerca dei tre rapitori. (agg. di Niccolò Magnani)

VOLTO COPERTO DA FANGO E NIQAB

Arrivano importanti aggiornamenti su Silvia Romano, la volontaria italiana rapita in Kenya. Come riporta l’Ansa, la giovane milanese è stata costretta «a indossare un niqab», con i rapitori che le hanno messo «del fango sul viso e sulle mani per non farla riconoscere». La testimonianza arriva da fonti nella zona in cui la giovane è tenuta in ostaggio a Malindi, con i sequestratori che hanno deciso di costringerla a tagliarsi le treccine con un coltello per evitare sospetti: le ciocche di capelli sono state rinvenute domenica nella foresta a nord di Malindi. Ricordiamo che la polizia ha parlato di «assedio», dicendosi sempre più vicina a scoprire dove viene tenuta nascosta la cooperante di 23 anni. Prosegue la caccia ai tre rapitori, con Silvia che è stata vista viva nel villaggio di Bombi da alcuni testimoni oculari. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

“SILVIA ROMANO VISTA VIVA”

Silvia Romano “vista viva” in un villaggio: buone notizie dal Kenya sulla volontaria italiana rapita una settimana fa. La cooperante di Milano è stata vista con i suoi rapitori nel villaggio di Bombi, nel distretto di Kilifi: decisiva la testimonianza di alcuni residenti, che hanno affermato ai microfoni di Ntv di aver visto due giorni fa 23enne entrare nella foresta accompagnata dai tre uomini ricercati dalle forze dell’ordine kenyote. Giungono conferme, dunque, sulla pista criminale: gli investigatori sono convinti che si tratti di un gruppo improvvisato pronto a consegnare la ragazza alle organizzazioni terroristiche, sottolinea Avvenire. Il piano, messo in atto nel villaggio di Chakama, prevedeva un sequestro lampo: la banda criminale «le ha intimato di pagare un riscatto immediato: le hanno detto di chiamare in Italia e di farsi dare i soldi. Ma il telefono era rimasto in casa, e lei non aveva neppure uno spicciolo».

IL CERCHIO SI STRINGE

La polizia resta molto ottimista sulla liberazione di Silvia Romano e il cerchio si sta stringendo. Il capo delle ricerche ha sottolineato infatti di «attendere buone notizie entro le prossime 48-72 ore». E ha parlato di un sequestro su commissione, come riportato dal Corriere della Sera: «Sì, perché loro controllano tutta questa zona. Io non vivo qui, ma conosco quest’area perché ci ho lavorato cinque anni. E qua sono tutti con Al Shabaab. Ieri noi abbiamo preso la moglie e lei ha spiegato ai miei uomini il tipo di lavoro fatto da questi uomini che hanno preso la ragazza. Ha detto: il mio uomo mi aveva detto ‘fra due o tre giorni vengo a casa’, però poi lei ha cercato di chiamarlo al telefono e lui non rispondeva». Italia con il fiato sospeso per la volontaria rapita, la Farnesina monitora la situazione.