E’ in programma per oggi, venerdì 30 novembre 2018, all’ospedale San Donato l’autopsia sul corpo di Vitalie Tonjoc, il moldavo di 29 anni ucciso dal gommista di Arezzo Fredy Pacini. L’uomo, insieme a un complice, si era intrufolato nell’azienda del 57enne che, per difendersi, gli ha sparato: due proiettili lo hanno raggiunto e per lui non c’è stato nulla da fare. Nelle prossime ore, inoltre, il gommista sarà ascoltato dai magistrati per ricostruire la dinamica di quanto accaduto e, secondo quanto riporta Repubblica, i carabinieri hanno smentito le dichiarazioni dell’uomo e del suo legale: non risultano infatti i 38 furti di cui hanno parlato, sono appena sei le denunce arrivate negli ultimi quattro anni. Non si hanno notizie del complice del ladro deceduto: i militari stanno controllando le celle telefoniche della zona per individuarlo e assicurarlo alla giustizia. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SALVINI: “HO PARLATO CON LUI, ORA CAMBIAMO LA LEGGE”
Nuove dichiarazioni di Matteo Salvini sul caso di Arezzo e la tragedia che ha colpito Fredy, il gommista che ha ucciso un ladro. Il leghista a L’aria che tira ha rivelato di aver parlato questa mattina con il 57enne: «Nel decreto sicurezza ci sono decine di milioni di euro per videocamere di sorveglianza, per poliziotti e carabinieri, per dare poteri ai sindaci. Nella manovra economica c’è un piano straordinario di nuove assunzioni, dobbiamo dargli mezzi. Ci ho parlato stamattina: rimane tra noi ciò che ci siamo detti, non vive bene per aver tolto la vita a un’altra persona. L’obiettivo è di ridurre le rapine, ma se li becchi, rimangono dentro», sottolineando «se quest’uomo si vede entrare due persone nella sua azienda alle 4 della mattina, cosa deve fare? Lo devo anche processare?». E il ministro ha le idee chiare: «Finalmente posso cambiare la legge, mi pagano lo stipendio per cambiare le leggi: spero di poterlo fare entro la primavera». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“SE UNO TI ENTRA IN CASA DI NOTTE, COSA FAI?”
La vicenda del gommista di Arezzo, che ha sparato ad un ladro ferendolo mortalmente, continua a monopolizzare i dibattiti. Ancora una volta ci si domanda se il gesto del lavoratore disperato, che ha premuto il grilletto dopo l’ennesima rapina subita, sia stato giusto o meno, e ancora una volta torna d’attualità il tema della legittima difesa. Sulla vicenda ha detto la sua nuovamente il ministro dell’interno Matteo Salvini, che dopo aver espresso solidarietà al gommista nelle ore immediatamente successive la notizia, ha precisato: «Con lui non ho parlato – le parole rilasciate ai microfoni di Radio Radio – ma ho avuto il piacere di parlare con la moglie e con l’avvocato e penso che questo lavoratore Italiano perbene debba essere lasciato tranquillo perché quando vieni aggredito e uccidi una persona non oso immaginare il suo stato d’animo». Salvini sottolinea come Fredy Pacini, il titolare della rivendita di gomme, «era costretto a vivere e mangiare e dormire in un capannone con la moglie perché aveva subito 38 furti e tentativi di rapine e quindi se alle 4 di notte ti vedi entrare nel capannone dei malviventi che spaccano i vetri per fare l’ennesimo furto e temendo per la tua vita reagisci, al buio senza mirare a nessuno e purtroppo uno dei rapinatori o ladri finisce morto, oltretutto essere indagato per eccesso di legittima difesa è qualche cosa che non è degno per un paese civile». Il leader della Lega ha aggiunto che per l’inizio del 2019 arriverà in parlamento la nuova legge per la legittima difesa. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
AREZZO, IL GOMMISTA INDAGATO PER LEGITTIMA DIFESA
Arezzo, gommista uccide ladro: Fredy Pacini indagato per eccesso legittima difesa. Vi abbiamo raccontato quanto accaduto nella notte tra martedì 27 e mercoledì 28 novembre, con il 57enne che ha sparato a due ladri che si erano intrufolati nella sua azienda di rivendita gomme: uno dei due, un moldavo, è stato raggiunto da due proiettili ed è morto. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, Giulia Bongiorno e la Lega intera si sono schierati al fianco dell’uomo, indagato ora per eccesso di legittima difesa, così come conoscenti e colleghi: su Facebook è nato un gruppo a sostegno di Fredy, che ha già raggiunto migliaia di mi piace e condivisioni, mentre impazza la bufera politica. Intervistati da L’aria che tira, gli amici del gommista hanno sottolineato: «Era esasperato da questa situazione, non credo volesse ammazzarlo: non è il tipo da arrivare a certe cose», «Io avrei fatto prima ciò che ha fatto lui: io avrei sparato e di più», «Non siamo tutelati, la sera devo chiudere e mi devo fare venire a prendere perché ho paura. Viaggio con uno spray».
GOMMISTA AREZZO, INTERVIENE LA POLITICA
Ieri Salvini ha chiamato Fredy Pacini, che però ha preferito non parlare per il momento con il capo del Viminale: «Non è una mancanza di rispetto ma è una situazione in cui vuole parlare solo con le autorità e stare con la sua famiglia», ha sottolineato la sua legale. E Lega e M5s sembrano dividersi sul tema legittima difesa, ecco le parole del capogruppo grillino Francesco D’Uva: «Noi vogliamo spingere sulla proporzionalità tra offesa e difesa, dipende da ciò che succede: bisogna vedere tutte le fattispecie, il Paese non può diventare un Far West. Dobbiamo fare in modo che queste persone siano tutelate, bisogna trovare il giusto equilibrio. La chiamata di Salvini? A me interessano gli atti parlamentari: quando arriverà alla Camera dovremo discuterla in maniera scrupolosa». E dure critiche al segretario federale del Carroccio arrivano da Matteo Renzi: «Salvini sembra un passante che commenta l’incidente ma da sei mesi il suo ufficio è il Viminale, non Facebook. Non prenderò like, ma ribadisco il concetto perché certe cose vanno dette anche quando sei minoranza: se sei al Governo non puoi strumentalizzare, devi governare. Devi fare il ministro, non lo sciacallo».