Il caso relativo alla morte del giovane Giulio Regeni, come prevedibile si è trasformato in un vero e proprio scontro diplomatico. Dopo la dura presa di posizione di Fico, oggi è arrivata la replica del Parlamento egiziano che parla di “sorpresa”, “rammarico” e pozione “ingiustificata”, in riferimento a quella adottata dal Presidente della Camera. I parlamentari egiziani hanno chiaramente disapprovato la decisione dell’Italia giunta ancor prima dell’arrivo dei risultati delle indagini. Nella nota ufficiale, il Parlamento ha aggiunto: “Lo Stato egiziano ha interesse nel rivelare i dettagli di quanto accaduto a Regeni considerando che la morte è avvenuta sul proprio territorio, come confermato a tutti i livelli e anche dal presidente del Parlamento, Ali Abdel Aal, a Fico durante i loro incontri al Cairo e a Roma”. La posizione di Fico ha avuto conseguenze politiche anche in Italia. Il ministro degli Esteri Moavero, come scrive Repubblica, ha parlato di “notizie molto deludenti rispetto alle rassicurazioni ricevute nei mesi scorsi” e convocato formalmente alla Farnesina l’ambasciatore della Repubblica araba d’Egitto in Italia, Hisham Badr, per sollecitare le autorità egiziane a rispettare l’impegno di fare piena giustizia sulla morte di Regeni. Dal canto suo, Badr ha assicurato che “l’impegno del suo governo per fare luce sul caso non può essere messo in discussione, che la collaborazione giudiziaria deve assolutamente continuare e che è intenzione delle autorità egiziane proseguire le indagini nonostante le difficoltà riscontrate”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LA REPLICA “SCELTA INGIUSTIFICATA”

Dopo la dura presa di posizione del Presidente della Camera Roberto Fico che ieri ha espresso le sue intenzioni di interrompere le relazioni con l’Egitto, la replica del Parlamento egiziano non si è fatta attendere. In una nota, riferisce RaiNews, lo stesso Parlamento ha espresso “grande sorpresa e rammarico” per via della “scelta ingiustificata” di Fico. “Una scelta ingiustificata ancora di più se si considera che arriva dopo l’incontro tra le magistrature dei due Paesi, in cui è stata confermare la collaborazione sul caso”, ha aggiunto. A detta dei deputati egiziani, infatti, le indagini sul caso Regeni starebbero procedendo spedite così come la collaborazione tra i due Paese. Per questo hanno definito l’iniziativa del Presidente della Camera “unilaterale che rappresenta una fuga in avanti che non è utile agli interessi dei due Paesi e non contribuisce a raggiungere la verità e ottenere giustizia”. Intanto, come commenta oggi lo stesso Fico, la sua decisione presa ieri avrebbe ottenuto l’unanimità da parte di tutti i gruppi politici. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



FARNESINA “RICHIAMEREMO EGITTO A SUO IMPEGNO”

La decisione di Fico di sospendere i rapporti tra la Camera e il Parlamento egiziano ha rappresentato una posizione netta rispetto al caso Giulio Regeni ma ha incontrato anche un freno da parte del premier Conte. Al tempo stesso però, come spiega Il Velino, dal M5s è arrivata la totale approvazione della scelta del presidente Fico, “condivisa all’unanimità da tutti i gruppi parlamentari della Camera dei Deputati”. Nelle ultime ore, come riferisce TgCom24, si è espressa anche la Farnesina che ha spiegato la sua volontà di fare i passi necessari per richiamare le autorità egiziane a rinnovare “l’impegno di raggiungere risultati concreti e significativi”. In merito il ministro degli Esteri Enzo Moavero ha aggiunto: “La ricerca della verità sulla barbara uccisione di Giulio Regeni resta prioritaria nel quadro dei rapporti dell’Italia con l’Egitto, nella consapevolezza della forte richiesta di giustizia che proviene da familiari, istituzioni e italiani”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



CONTE FRENA “NON NE CONOSCO LE RAGIONI”

La decisione del Presidente della Camera in merito al caso Giulio Regeni è arrivata durissima attraverso un annuncio ufficiale con il quale Roberto Fico ha espresso le intenzioni di sospendere ogni tipo di relazione diplomatica con il Parlamento egiziano. La decisione è stata presa in autonomia dal presidente M5s della Camera dopo una “condivisione informale a livello istituzionale” approvata dai capigruppo a Montecitorio. Una presa di posizione che non è affatto passata inosservata ma che in queste ore ha subito al tempo stesso anche una sorta di frenata da parte del premier Conte. Interpellato dai cronisti, spiega Il Fatto Quotidiano online, il presidente del Consiglio ha detto di non essere al corrente della decisione: “Non ho ancora parlato con Fico, non so in particolare per quale ragione abbia deciso”, ha asserito. Quindi il premier ha scelto la strada della prudenza evitando una rottura definitiva con l’Egitto. “A Palermo ho avuto un incontro bilaterale con Al Sisi”, ha spiegato Fico parlando della conferenza sulla Libia dei giorni scorsi. “Abbiamo trattato tutti i temi che stanno a cuore al governo italiano e quindi anche del caso Regeni”, ha detto, ribadendo la “necessità giungere all’accertamento della verità e questa è la volontà anche delle autorità egiziane”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

“VOGLIAMO PROCESSO CHE SIA RISOLUTIVO”

Si è concluso in un sostanziale nulla di fatto l’ultimo vertice tra gli inquirenti italiani e i colleghi egiziani per il caso Giulio Regeni, il Parlamento opta per la linea dura. E’ stato il presidente della Camera Roberto Fico a dare l’annuncio: «Con grande rammarico annuncio ufficialmente che la Camera dei deputati sospenderà ogni tipo di relazione diplomatica con il Parlamento egiziano». Una presa di posizione netta, con l’esponente del Movimento 5 Stelle che ha sottolineato che durerà «fino a quando non ci sarà una svolta vera nelle indagini e un processo che sia risolutivo». La collaborazione tra Italia ed Egitto fin qui non ha prodotto grossi passi in avanti, la mossa di Fico ha l’obiettivo di mettere alle strette il Cairo e cercare la verità sulla fine del ricercatore. Attesi aggiornamenti e reazioni nelle prossime ore, il clima si surriscalda… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

NEL MIRINO GLI 007

Torna d’attualità il caso Regeni, il ragazzo italiano ucciso in circostanze molto sospette in Egitto nel 2016. Stando a quanto riferiscono le principali testate online, la procura di Roma, guidata da Giuseppe Pignatone, iscriverà sul registro degli indagati una buona parte (cinque o sei, il numero non è ancora preciso), dei nove sospettati fra agenti di polizia e dei servizi segreti civili egiziani, che avrebbero sequestrato, torturato e quindi ucciso lo studente italiano. Ad annunciarlo nella giornata di ieri è stato il pubblico ministero, Sergio Colaiocco, in occasione di un vertice tenutosi al Cairo con i colleghi egiziani. Peccato però che in Egitto la pensino diversamente, e come specifica La Stampa, non intendono aprire un processo per i presunti autori del delitto, mancando la prova “regina”. A riguardo, le autorità egiziane hanno ribadito che le immagini delle telecamere della videosorveglianza della metropolitana registrate la sera del 25 gennaio del 2016, quando scomparve Regeni, presentano dei “buchi” dovuti ad una sovrascrittura, e di conseguenza non è stato possibile captare alcuna immagine di Giulio.

CASO REGENI: INDAGATI 007 EGIZIANI

I filmati presi in considerazione riguardano solo il 5 per cento del totale girato il 25 gennaio, visto che il resto dei video della metro del Cairo non è risultato utilizzabile. Un lavoro certosino che ha interessato tutti i filmati della linea 2, e non solo quelli delle stazioni El Bohoth (dove fece l’ultima telefonata Regeni), e Dokki (dove il ragazzo era diretto), nell’orario fra le 19 e le 21. Il Cairo ha inoltre fatto sapere che due uomini verranno processati con l’accusa di omicidio, per dei fatti risalenti al 24 marzo del 2016, quando cinque criminali vennero uccisi dopo sparatoria con la National Security egiziana, alla periferia del Cairo. I documenti di Giulio vennero trovati nell’abitazione della sorella del capo della banda uccisa, e si disse che i cinque erano legati alla morte del ragazzo, ma si è trattato solo dell’ennesimo depistaggio.