Sarà il caso di Federica Mangiapelo, la 16enne uccisa il primo novembre 2012 ad inaugurare ufficialmente il ciclo di Real Time di documentari basati su tragici femminicidi in Italia trasmessi nell’ambito di “In quanto donne – Storie di ordinaria violenza”, da stasera 3 novembre. Il corpo di Federica fu rinvenuto sulla spiaggia del lago di Bracciano, privo di vita. La notte prima si festeggiava Halloween e la 16enne era uscita con Marco Di Muro, il fidanzato maggiorenne per nulla ben visto dai suoi genitori. Non era un caso se da mesi padre e padre avevano cercato di mettere la figlia in guardia da quel giovane che già in passato aveva dato segnali di eccessiva possessività e violenza. Come ogni ragazzina della sua età, però, Federica era intenzionata a viversi comunque la sua storia d’amore. Qualcosa però, proprio nella notte di Halloween andò storto. Quella notte di Federica Mangiapelo si persero tragicamente le tracce. La sua famiglia non ebbe nessuna notizia fino a quanto un passante trovò il corpo della ragazzina sulla spiaggia del lago di Bracciano, a Nord di Roma. Su quel corpo però, non furono rinvenuti segni di violenza e questo fece nascere subito un giallo. Come era morta Federica? Unico sospettato fu sin da subito il fidanzato Marco Di Muro, cameriere di Formello che proprio la notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre, forse in seguito all’ennesimo litigio, aveva lasciato Federica da sola nonostante fuori facesse freddo e piovesse. Inizialmente fu accusato di omicidio volontario ma successivamente il ragazzo si vide derubricare l’accusa in semplice omissione di soccorso. In seguito in abbandono di incapace. Il caso rischiava di andare verso un’archiviazione ma a cambiare le carte in tavola fu una perizia presentata dai legali della vittima e che insinuò il dubbio al punto da spingere il giudice a nominare una super perizia collegiale. I tre periti non diedero tutti la stessa risposta. Secondo due di loro, Federica Mangiapelo fu uccisa da una miocardite. Per un terzo medico però, quella morte dipendeva da un annegamento. Pur in presenza di una miocardite, per il perito si trattava solo di una concausa. A quel punto la posizione dell’indagato, che fino a quel momento si era sempre avvalso della facoltà di non rispondere, andò ad aggravarsi.

OMICIDIO FEDERICA MANGIAPELO: I PROCESSI

Nel corso del processo sulla morte di Federica Mangiapelo, con Marco Di Muro unico imputato, il giovane fidanzato della vittima fu ritenuto colpevole di omicidio in primo grado e condannato con rito abbreviato a una pena di 18 anni di reclusione. Per il processo in Corte d’Appello furono necessari altri quattro anni. Al cospetto del giudice procura generale e collegio difensivo avevano esposto e cercato di far valere ciascuna la propria tesi, fino alla nuova sentenza. Marco Di Muro fu accusato di omicidio volontario aggravato e per questo condannato a scontare 14 anni di reclusione, riducendo di quattro anni la condanna giunta in primo grado in seguito al riconoscimento delle attenuanti. Da qui il ricorso in Cassazione presentato dalla difesa del giovane e che diede il via all’ultimo grado di giudizio, conclusosi ufficialmente il 12 dicembre 2017. Al termine del terzo grado sulla morte di Federica Mangiapelo, è giunta l’attesa sentenza definitiva che ha confermato quanto già emerso in Appello e dunque la condanna a 14 anni a carico del ragazzo. “Mai come in questo processo restano tanti interrogativi non risolti”, si era limitato a commentare a Il Tempo l’avvocato Cesare Gai, difensore del ragazzo accusato di essere l’assassino di Federica Mangiapelo.