L’incendio divampato in un appartamento a Sabbioneta, in provincia di Mantova e che ha provocato la morte del piccolo Marzo Zani, il bimbo di 11 anni, sarà al centro della nuova puntata del programma Quarto Grado in onda questa sera su Rete 4. La trasmissione accenderà i riflettori sul drammatico caso registrato lo scorso 22 novembre, quando, secondo l’accusa, il padre Gianfranco Zani avrebbe appiccato il fuoco nell’appartamento di famiglia. Un’accusa pesante che si va ad aggiungere alle precedenti secondo le quali l’uomo in passato si era già reso protagonista di violenze domestiche in seguito alle quali gli era stato notificato il divieto di avvicinamento alla casa di famiglia in cui vivevano la moglie e i suoi due figli. Dopo la convalida dell’arresto da parte del Gip, Gianfranco ha continuato a dirsi innocente ma resta ad oggi il giallo su chi abbia chiuso a chiave la porta della camera del piccolo Marco. Mentre la moglie e il figlio minore erano riusciti a mettersi in salvo, infatti, per l’11enne non c’era stato nulla da fare, inghiottito dalle fiamme nell’appartamento. “Non sono entrato in casa e non ho appiccato il fuoco”, ha continuato a ripetere Gianfranco Zani, ma i dubbi restano.
MORTE MARCO ZANI: IL PADRE RESPINGE LE ACCUSE
Nel pomeriggio dello scorso mercoledì si sono celebrati i funerali del piccolo Marco Zani, rimasto ucciso nell’incendio in casa a Sabbioneta. Il Duomo di Casalmaggiore nel quale è stata celebrata la funzione funebre è stato gremito di gente per l’ultimo saluto all’11enne. Ora però restano ancora molte zone d’ombra nell’intera vicenda e saranno gli accertamenti dei Ris nell’abitazione della vittima e l’autopsia a fornire nei prossimi giorni ulteriori importanti informazioni sulla tragedia familiare nel Mantovano. Di certo c’è che per il giudice non può che essere stato il padre Gianfranco ad entrare in casa ed appiccare il rogo in cui è morto il figlio primogenito. Zani, di contro, si è difeso davanti al gip ammettendo solo di avere speronato l’auto della moglie asserendo che quel giorno non è entrato in casa e che con l’incendio non ha nulla a che fare. A sua detta avrebbe saputo della morte del figlio solo a notte fonda mentre si trovava in caserma dove era stato fermato. La sua versione tuttavia non ha affatto convinto gli inquirenti che hanno emesso nei suoi confronti un ordine di custodia cautelare in carcere con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.