Parte il processo ad Alessandro Garlaschi, l’ex tranviere milanese accusato dell’omicidio della 18enne Jessica Faoro, uccisa con ben 85 coltellate e il cui cadavere poi fu anche occultato. E fuori dal Tribunale del capoluogo lombardo, in diretta questo pomeriggio a La Vita in Diretta, c’erano non solo le amiche della ragazzina ma pure il padre che, a una sola voce, hanno ammesso che Jessica avrebbe dovuto essere aiutata prima e non arrivare mai a incontrare il suo mostro che l’ha attirata a sé con un annuncio di lavoro e ha poi raccontato un sacco di menzogne per irretirla. Nella prima udienza tuttavia Garlaschi non era in aula e il padre non ha usato mezzi termini rivolgendosi a lui: “Lui è un infame e continua a farlo, oramai è il suo marchio: non ha mai detto una parola di perdono, forse non si rende ancora conto di cosa ha fatto” e poi, in relazione alla lettera che l’assassino ha inviato dal carcere alla famiglia, sostenendo di averle voluto bene”. L’unico rammarico dell’uomo è di non aver mai conosciuto la figlia come voleva e anche in studio nel programma di Rai 1 ci si domanda come mai, dopo una denuncia, Jessica sia tornata nella casa di Garlaschi, circostanza che si è poi rivelata fatale: “Forse cercava affetto” dicono le sue amiche mentre manifestano con dei cartelli fuori dal Palazzo di Giustizia chiedendo che l’assassino, al termine del rito abbreviato, venga condannato al massimo della pena. (agg. R. G. Flore)



PARTE PROCESSO CONTRO EX TRAMVIERE

La procura di Milano ha chiesto l’ergastolo per l’assassino di Jessica Faoro, il tranviere Alessandro Garlaschi. L’accusa chiede quindi la massima pena, con l’aggiunta dell’isolamento diurno, per l’unico imputato in merito alla morte della giovane Jessica Faoro, uccisa con 85 coltellate lo scorso 7 febbraio in un appartamento di via Brioschi a Milano. La richiesta del carcere a vita è stata avanzata dal pubblico ministero Cristiana Roveda, come scrive Repubblica, nel processo che ricordiamo, si svolge con il rito abbreviato. L’udienza di questa mattina si è tenuta a porte chiuse alla presenza della madre, del padre, e del fratello della vittima. E proprio il padre pochi giorni fa uscì allo scoperto per parlare della morte della figlia, sentendosi colpevole: i genitori di Jessica erano separati e il tribunale dei minori ritenne di dover affidare a terzi la ragazza. La vittima ha vagato fra varie comunità e tre anni fa rimase anche incinta, bambino poi dato in adozione ad un’altra famiglia.



OMICIDIO JESSICA FAORO: CHIESTO ERGASTOLO PER GARLASCHI

Fuori dal tribunale di Milano vi erano stamane le amiche di Jessica Faoro, cresciute assieme alla vittima nella comunità per minorenni di Voghera. Morena, una delle ragazze presenti, racconta: «Era arrabbiata con quello che aveva passato nella vita». La Faoro era ospite di Garlaschi: in cambio dei mestieri di casa, delle pulizie e dello stirare, il tranviere le offriva vitto e alloggio. Ma il 7 febbraio scorso l’uomo ha esagerato, ha tentato un approccio sessuale spinto, e la ragazza l’ha così rifiutato. A quel punto l’aguzzino, spinto da un raptus di follia, ha accoltellato per 85 volte la ragazza, e poi ha messo la giovane in due borsoni per cercare di occultarne il corpo. Ora la sua famiglia chiede giustizia, a cominciare dal padre, che in una recente intervista ha affermato: «Ti deve capitare una cosa del genere per capirla ma i morti sono più presenti dei vivi. Non conoscevo mia figlia, non sto qui a spiegare perché».

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