Il Presidente Mattarella ha ricordato sempre da Trieste uno dei capitoli più orrendi e drammatici della storia del nostro Paese, soprattutto in questa giornata di celebrazione per una vittoria sofferta come quella del 4 novembre 1918: «Da questa terra che ha vissuto tragedie immani – come quella delle foibe – desidero rivolgere, per concludere, un saluto speciale alle ragazze e ai ragazzi italiani, incoraggiandoli a tenere viva la memoria dei caduti e delle sofferenze della popolazione civile di allora, come antidoto al rischio di nuove guerre», ha spiegato il Capo dello Stato dal Friuli dove ha compiuto tutte le celebrazioni solenni per il Centenario dalla Grande Guerra. Tra le righe, un nuovo messaggio “indiretto” al Governo quando Mattarella torna ad indicare la via dell’Europa come strada maestra: «Bisogna ribadire con forza tutti insieme che alla strada della guerra si preferisce coltivare amicizia e collaborazione, che hanno trovato la più alta espressione nella storica scelta di condividere il futuro nella Unione europea».
TRIESTE, CELEBRATI I CADUTI DELLA GRANDE GUERRA
«Trieste, profondamente italiana ed europea, città di confine e di cerniera, cara a tutta Italia, capitale di più mondi – ha detto ancora Mattarella nelle celebrazione per il 4 novembre 1918-2018 -. Trieste è insieme un simbolo e una metafora delle contraddizioni del Novecento», rilancia il Capo dello Stato dalla cittadina friulana. «Le celebrazioni di oggi a cent’anni dalla fine della Prima guerra mondiale si inquadrano in un periodo storico, quello del 900, in cui la classe dirigente fece anche errori gravi ed evitabili, errori che non debbono mettere nell’ombra i comportamenti eroici dei soldati, e le pagine indimenticabili di valore e coraggio nel buio delle trincee», sottolinea dal palco centrale il Presidente della Repubblica. Prima di concludere le celebrazioni per i caduti della Grande Guerra, Mattarella ha ricordato anche le vittime di questi ultimi giorni del maltempo in mezza Italia: «Un pensiero di cordoglio profondo alle vittime dei recenti nubifragi che hanno colpito e devastato tutta l’Italia. Le Forze Armate sono vicine e saranno sempre pronte a Difesa della nostra amate gente».
I CENTO ANNI DALLA VITTORIA NELLA GRANDE GUERRA
Il 4 novembre 1918 l’Italia concluse e vinse la Prima Guerra Mondiale contro l’esercito austriaco: oggi il Presidente Mattarella ricorderà in tre luoghi simbolici questa data segnante della storia d’Italia, forse l’unica vera vittoria italiana in un conflitto di tali dimensioni. Al netto della memoria, la giornata del 4 novembre non sempre viene celebrata e ricordata come degna di tale: ogni anno, amplificato ovviamente in questo Centenario, la polemica è dietro l’angolo tra chi vuole sottolineare il valore militare e sociale di quella vittoria e chi invece preferisce ricordare l’inutile strage di quel conflitto mondiale, in particolar modo la disfatta di Caporetto. Come racconta Alberto Leoni oggi sul nostro quotidiano, «Dimenticare la vittoria del 1918 significa dimenticare come l’Italia abbia superato una prova spaventosa, non cercata e non voluta ma che apparve inevitabile dato il contesto in cui maturò». Con un attacco mirato iniziato il 24 ottobre – un anno esatto dopo Caporetto – l’esercito italiano riuscì a battere l’avversario sul campo, soprattuto grazie alla vittoria sul Piave, ponendo fine alla Prima Guerra Mondiale: venne firmato l’armistizio a villa Giusti (Padova) il giorno 3 da Pietro Badoglio e dal generale austriaco, Victor Weber von Webenau. Venne lì deciso che alle ore 15 del giorno 4 novembre sarebbe definitivamente cessata ogni ostilità.
4 NOVEMBRE 1918: L’OMAGGIO DI MATTARELLA
«Questo 4 novembre ci ricorda che nessuno Stato, da solo, può affrontare la nuova dimensione sempre più globale. Ne uscirebbe emarginato e perdente. Soprattutto i giovani lo hanno compreso»: le prime parole del Presidente Mattarella nel messaggio per il Centenario dalla vittoria nella Grande Guerra provano a compiere, come sempre, un parallelo e un richiamo anche per il nostro tempo. «Oggi – ribadisce il Capo dello Stato – possiamo dirlo con ancora maggior forza: l’amor di Patria non coincide con l’estremismo nazionalista»; all’Altare della Patria, a Redipuglia e poi a Trieste, in 3 momenti Mattarella oggi celebrerà questo importante Centenario assieme al Premier Conte (che poi volerà in Sicilia per l’emergenza maltempo, ndr) e al Ministro Trenta e i Presidenti di Camera e Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico. «Il 4 novembre 1918 – spiega il Presidente al Corriere della Sera – è il giorno della piena conquista dell’Unita’ d’Italia, con Trento e Trieste, al prezzo di centinaia di migliaia di morti e di sofferenze immani».