Silvana Galli è una delle ospiti della puntata di domenica 4 novembre de “Le Ragazze“, il programma condotto da Gloria Guida su Rai3. La donna racconta del primo incontro con l’uomo di cui si sarebbe innamorata: “il soldato si chiamava Samuel Washington” dice la donna – “non sapevo l’inglese, ma quando passavo mi diceva sempre “hello blonde“. La donna ricorda di averlo conosciuto in un momento davvero terribile della sua vita: la morte della madre. “Lui capii che qualcosa stava succedendo, è venuto verso di me, mi ha preso la mano e la stringeva. Io piangevo, singhiozzando e lui mi teneva la mano, non ero sola” racconta la donna. “Era una persona sensibile, che aveva capito che stavo attraversando un momento di dolore” ricorda emozionata Silvana. Poi arriva il primo bacio “e poi piano piano sentivo che avevo dentro un sentimento che non avevo mai provato, così mi sono innamorata“. Un amore da cui è nato un bambino, che Silvana ha fatto di tutto per tenere con sè. All’epoca la ragazza, minorenne, non poteva tenere il bambino, ma è pronta a tutto pur di tenere suo figlio. “Il momento più bello è quando mia sorella mi ha detto il papà ha visto Giorgio“, un momento che la donna ricorda come se fosse ieri. “Oggi sono una donna vecchia, una donna libera, ma non ho nessun rimpianto” dice sul finale Silvana Galli. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
LA STORIA DI SILVANA GALLI
La storia di Silvana Galli, giovane che diventò madre di un bimbo di colore durante la Seconda Guerra Mondiale, sarà una di quelle raccontate da Gloria Guida questa sera ne “Le Ragazze”. Nel 1944 Silvana aveva solo 15 anni quando conobbe Samuel August Washington, un giovane soldato afro – americano spedito a combattere a Viareggio, a migliaia di chilometri da casa. All’epoca, Silvana era costretta a fare i conti anche con una famiglia decimata con la madre malata di tisi e altri quattro fratelli minori a cui badare. Fu allora che il destino le fece incontrare l’americano, nato e cresciuto in Alabama da una famiglia povera. Il loro fu un amore breve, dettato dalla paura della guerra, e poi interrotto quando Samuel fu costretto a spostarsi con le truppe americane. Da quella relazione nacque un bambino di colore, che in seguito fu costretto a fare i conti con una madre sola e soprattutto con i pregiudizi razziali che regnavano durante e dopo la guerra.
LA SUA STORIA DIVENTA UN LIBRO
La piccola Silvana Galli, che questa sera sarà protagonista della puntata di “Le ragazze” ora ha 85 anni, vive nelle colline di Camaiore dopo anni in cui ha lavorato nel settore del turismo, contribuendo a far conoscere la sua città ai turisti giapponesi e australiani. Ma non ha dimenticato quell’amore sul quale ha deciso di scrivere un libro intitolato “Little Blonde”, successivamente inviato anche al regista Spike Lee e all’ex Ministro Kyenge. In esso ha parlato dei pregiudizi razziali che ha dovuto affrontare, al punto che molte persone le avevano persino consigliato di abbandonare il bambino nato dalla storia con il soldato afro-americano. La stessa Galli ha spiegato: “Tutti volevano che abbandonassi mio figlio, come all’epoca facevano tante donne: il parroco stesso aveva suggerito di farlo nascere e poi darlo via. Ma io non ho voluto. Alla fine anche mio padre, che all’inizio voleva cacciarmi di casa per lo scandalo, ha accettato quel bambino mulatto. Ma per tutta la vita Giorgio è stato discriminato. Pensate quanto siamo stupidi: a distinguerci è solo un poco di melanina. A tanti giovanotti razzisti vorrei suggerire di provare a controllare le proprie origini”.
IL RICORDO DEL PRIMO AMORE
Nel suo libro intitolato ‘Little Blonde’, Silvana Galli ha ripercorso l’incontro con Samuel, soldato della 92ª Buffalo stanziato in Versilia con le truppe americane che cercavano di sfondare la Linea gotica. I militari vivevano vicino alla casa di Silvana, che fece amicizia con alcuni di loro: “Ogni tanto sentivo Samuel che mi chiamava Little Blonde – spiega – io ero timida e non sapevo cosa dire. Una volta salvò la vita a dei bambini strappando loro di mano una mina. Mi raccontava di sua madre e dei suoi tanti fratelli: era come un bambinone, aveva solo 20 anni e sentiva la mancanza di casa”. Dai primi momenti insieme, arrivarono i tempi duri con la morte di tisi della madre di lei nell’agosto del 1945. Samuel le stette vicino e scoprì che lei era rimasta incinta. Dopo la guerra si sentirono per lettera, poi lui partì per la Corea insieme alle truppe americane e di lui la donna non ebbe più notizie…