In una lunga intervista a Repubblica oggi ha parlato il proprietario di quella maledetta villetta devastata dal maltempo a Casteldaccia: non è stato “accettato” ai funerali delle vittime e in più pare fosse già stato condannato per abusivismo con ordinanza di demolizione della casa in campagna già 8 anni fa. Antonino Pace però prova a difendersi: «Era stata costruita a 200 metri dal fiume Milicia e a 200 metri dall’autostrada, senza la licenza edilizia. Il Comune non l’aveva mai concessa ma avevo cominciato comunque costruire. Avevo iniziato nel 2002 e lo avevo fatto nei ritagli di tempo e in tanti anni di sacrifici perchè sono solo un impiegato». Dopo il ricorso al Tar però non se ne seppe più nulla e tutto rimase così com’era prima della tragedia: già 10 anni fa, «Il fiume andò in piena e invase tutto, il giardino, la casa, distrusse tutti i mobili, fece un sacco di danni. Ho perso tutto, non ho avuto nessun risarcimento, ho dovuto pagare tutto io ma mi sono disamorato. Così ho deciso di andarmene e prendere un appartamento in città. Era il 2008 e fino a quel momento in quella casa ci avevo abitato».



Il passaggio più delicato è quello in cui il proprietario racconta di aver dato “in amicizia” a Giuseppe Giordano (l’unico sopravvissuto, ndr) quella casa raccontandogli per filo e per segno i rischi reali di quella villetta: «L’avevo avvisato di andarci solo d’estate. Quella è campagna, c’è il fiume a 200 metri, ma come si fa a rischiare? Sabato c’era l’allerta meteo rossa, lo sapevano tutti. Io non mi do pace, non riesco a credere ancora a quello che è successo. Domenica, quando l’ho saputo sono andato subito ad autodenunciarmi ai carabinieri. Mi sono presentato in caserma e ho detto: sono io il proprietario di quella casa»



“LO STATO CI HA ABBANDONATO”

L’urlo dei parenti delle 9 vittime di Casteldaccia ai funerali di Palermo è forte e fortemente polemico: «Lo Stato ci ha abbandonato, tutti ci hanno lasciati soli». Mancavano in effetti gli esponenti del Governo centrale (del resto quando invece si fecero vedere alle esequie per il Ponte Morandi a Genova vennero tacciati di “sciacallaggio”..), mentre erano presenti il Sindaco Leoluca Orlando e in fondo alla Chiesa, in maniera discreta, il Presidente della Sicilia Nello Musumeci. All’uscita, dopo lo sfogo dei tanti cittadini arrabbiati per il destino di una tragedia assurda che il maltempo e l’incuria umana ha generato nel Palermitano. Salme traslate al cimitero dei Cappuccini, solo lacrime e fiori all’uscita delle bare dalla splendida Cattedrale di Palermo: nel frattempo, sul fronte delle indagini, spunta la novità dopo le diverse ricerche della Procura. Nel 2010 i proprietari della villetta abusiva, Antonino Pace e Concetta Scurrà, vennero condannati a 3 mesi di arresto, pena sospesa, e a 23 mila 500 euro di ammenda, per abusivismo edilizio. In quella stessa sentenza veniva ordinata la demolizione della villetta: ora va capito chi e perché in tutti questi anni non ha mai mosso un dito per far rispettare quella dura ma legittima sentenza. (agg. di Niccolò Magnani)



IL DOLORE NELLA CATTEDRALE DI PALERMO

Casteldaccia, funerali. Momenti di dolore e di sconforto questa mattina a Palermo, dove si sono tenuti i funerali delle nove vittime del maltempo di Casteldaccia. In centinaia hanno voluto dare un ultimo saluto a quella famiglia completamente distrutta, la cui abitazione è stata travolta dall’esondazione del fiume Milicia. Presente anche Giuseppe Giordano, uno dei due sopravvissuti all’alluvione, che giunto presso la cattedrale si è sdraiato sulle bare dei suoi cari: «Lasciatemi stare – ha detto ai parenti che cercavano di portarlo via – voglio stare vicino a Rachele, a Federico e a mia moglie. Lasciatemi, voglio stare qui». Quindi ha chiamato accanto la figlia, Asia, di 12 anni, anch’essa sopravvissuta all’alluvione perché in giro con papà a comprare dei dolci al momento della piena. Un’altra parente delle vittime, una donna, si è sentita male prima dell’inizio dei funerali. Fra le moltissime persone presenti dentro e fuori la chiesa, vi erano in particolare gli amici di Federico Giordano, il 15enne morto mentre tentava di soccorrere la sua sorellina. All’arrivo delle bare hanno gridato: «Federico sempre nel cuore». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

CASTELDACCIA FUNERALI

Si terranno oggi, alle ore 11.00, i funerali delle nove vittime della tragedia di Casteldaccia: una grande folla quella davanti alla chiesa Madonna di Lourdes a Palermo. Presente la banda musicale, con i nove carri funebri che sono in sosta davanti alla parrocchia. Oggi in tutti i palazzi, gli uffici e le strutture regionali le bandiere saranno a mezz’asta e verrà osservato un minuto di silenzio alle ore 11.00, in contemporanea con l’inizio del funerale. Intervistata da Storie Italiane Marinella Arena, la cugina di Giuseppe Giordano, ha commentato: “Come sta Giuseppe? Sta molto male, non si può rassegnare ad aver perso nove persone della sua famiglia tra cui una bambina di un anno. Il bambino di quindici anni lo adorava, non si rassegna: non parla, non mangia, non ha pace”. E sui minuti del dramma: “In pochi secondi la casa si è riempita di acqua, lui si è sentito trascinato. Non so se si può riprendere, è molto provato, così come Luca. Non si può sopportare un dolore simile”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

VITTIME CASTELDACCIA, CHI HA PERSO LA VITA

Vittime Casteldaccia, chi sono i morti della tragedia di Palermo: nove persone hanno perso la vita nella sera di sabato 3 novembre 2018, con l’alluvione che ha colpito il comune e non ha lasciato scampo a due famiglie. Le salme delle vittime sono state trasferite nella notte nella chiesa di piazza Ingastone, con le bare sistemate nella chiesa dove verrà allestita la camera ardente in attesa dei funerali. Le esequie saranno celebrate domani, martedì 6 novembre 2018, nella Cattedrale di Palermo alle ore 11.00, così come chiesto dai familiari delle persone morte. Ed emergono le prime tragiche testimonianze dei cari delle vittime,come quella di Giuseppe Giordano, nove vite spezzate dal maltempo: parliamo di Stefania Catanzaro e dei figli Rachele (1 anno) e Antonino Giordano (15 anni), il padre Antonino Giordano (65 anni) e la madre Matilde Comito, il fratello Marco (32 anni) e la sorella Monia (40 anni), il figlioletto di quest’ultima Francesco (3 anni) e la nonna del piccolo Nunzia Flamia (65 anni).

“HO VISTO I MIEI FIGLI MORIRE”

“Ho visto i miei figli morire, nessuno ci aveva avvertito, nessuno ci ha detto che era pericoloso”, questo il tragico commento di Giuseppe Giordano riportato da Il Gazzettino. Il trentacinquenne ha rimembrato: “Si è fatto tutto scuro, sul pavimento abbiamo visto avanzare una striscia di fango. Ci siamo affacciati, c’era il tombino che stava come venendo avanti. Siamo corsi nell’altra stanza, mio figlio Federico, quello grande, ha preso mia bimba di un anno, mi ha detto la tengo io, Rachele. Andiamo, andiamo ho urlato. È scoppiata la finestra. Rachele è morta, Federico è morto mentre tentava di salvarla, penso sia un eroe”. “Ma se quella casa era pericolosa, se lì non si doveva stare, perché non ci hanno avvertito?” aggiunge Giuseppe, che ripercorre i terribili istanti della tragedia: “Io sono finito fuori, su un albero, mi sono aggrappato. Ho urlato, è stato inutile, poi è tornato mio cognato, che ha dato l’allarme. Mi ha fatto scendere un carabiniere. Non voglio fiori, i fiori erano Rachele e Federico, era mia moglie, adesso non ci sono più”.