Arrivano le reazioni della famiglia Orlandi al nuovo ritrovamento di ossa. Laura Sgrò, avvocato della famiglia di Emanuela, ha sottolineato: “Per la famiglia non cambia nulla. Non sappiamo se Emanuela è morta e se è morta non sappiamo quando. Quindi aspettiamo l’esito del dna”. Dello stesso avviso Pietro Orlandi, il fratello: Siamo ancora in attesa dell’esito di queste prime analisi che ci diranno il sesso, sul quale ancora non c’è alcuna certezza. Al momento sappiamo solo che le indagini stanno andando avanti e il ritrovamento di altri frammenti lo testimonia, ma non sappiamo ancora nulla sull’esito degli esami”. Pietro Orlandi evidenzia ancora una volta la possibilità che le ossa siano state portate lì successivamente alla morte: “lo dimostra il fatto che lo scheletro non sia completo e sopratutto che non sono stati trovati vestiti o monili”, le sue parole riportate dal Corriere della Sera. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SONO DI UNA DONNA ADULTA
Apparterebbero a una donna tra i 25 e i 35 anni le ossa trovate nella Nunziatura Vaticana di Roma, dunque una età ben superiore a quelle di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Lo ha detto il direttore della Medicina legale dell’università di Tor Vergata, Giovanni Arcudi, dopo un nuovo sopralluogo deciso d’accordo con la procura di Roma e l’ispettorato vaticano. Potrebbe dunque sfumare la tanto attesa clamorosa rivelazione, ma resta comunque il mistero di cosa ci possano fare i resti di un cadavere di una donna nel pavimento della Nunziatura. Tra l’altro, dicono sempre gli esperti, i resti risalirebbero a parecchio tempo fa, ben prima della scomparsa delle due ragazze. E’ ancora da accertare poi se i resti sono di una o due persone. Comunque si aspetta, non prima di una settimana, il risultato dell’esame del dna che dirà l’ultima parola sul mistero Orlandi e Gregori (Agg. Paolo Vites)
IL CASO ORLANDI
Dopo il ritrovamento degli scorsi giorni, si infittisce il mistero dei resti umani rinvenuti nella Nunziatura di via Po a Roma, nell’edificio di proprietà del Vaticano: dopo un nuovo sopralluogo effettuato questa mattina dalla Polizia Mobile e dagli uomini della Scientifica sono venute alla luce altre ossa, questa volta appartenenti a un cranio e alla sua mandibola. Adesso, in attesa dell’esame del Dna sui resti di cui sopra, il nuovo ritrovamento potrebbe aiutare gli esperti di Medicina Legale a identificare meglio lo scheletro a cui appartenevano e verificare quindi se, come qualcuno ha ipotizzato, questa vicenda possa avere qualcosa a che fare con la scomparsa di Emanuela Orlandi: anche qui tuttavia ci vorrà un’altra settimana per sapere se, come ha detto ieri uno degli esperti impegnati in questa ricerca, “le ossa parlano”. Un’altra ipotesi investigativa è quella che, se non si trattasse dei resti di Emanuela Orlandi allora potrebbero essere quelli di Mirella Gregori, l’altra adolescente scomparsa a Roma in quel maledetto 1983. (agg. R. G. Flore)
TROVATE NUOVE OSSA NELLA NUNZIATURA
Questa mattina sono state trovate nuove ossa nella Nunziatura di Via Po a Roma: il caso di Emanuela Orlandi si fa ancora più fitto e forse, proprio dopo il recentissimo ritrovamento, potrebbe essere vicino una prima significativa svolta. Non prima di 7 giorni si dovrebbero avere infatti i primi risultati scientifici dei reperti ritrovati nella Nunziatura Apostolica, ma ora gli elementi sono ancora più completi: gli investigatori avrebbero recuperato alcuni frammenti di un cranio e della mandibola, rilanciano gli uomini della Squadra Mobile e della Polizia Scientifica della Capitale. Per ora i medici non si sono espressi sull’età e nemmeno sul sesso della persona “ritrovata” ma nuovi sviluppi sono attesi dopo gli esami sulle nuova ossa repertate questa mattina. (agg. di Niccolò Magnani)
IL FRATELLO PIETRO ORLANDI: “NON STUPITI DA RITROVAMENTO”
“Resti ritrovati non troppo degradati”, questo il commento del medico legale sulle ossa ritrovate nella Nunziatura a Roma: possibili risvolti clamorosi sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Storie Italiane ha intervistato Pietro Orlandi, il fratello della ragazza svanita nel nulla trentacinque anni fa: “Sono mesi che stiamo andando avanti con le indagini, c’erano delle fonti che ci segnalavano dove potesse trovarsi il corpo di Emanuela: quando è uscita la notizia non eravamo stupiti più di tanto”. E aggiunge: “La cosa che mi ha colpito è che ho pensato a quando il magistrato fu convocato in Vaticano e gli furono fatte due richieste: l’affidamento dell’apertura della tomba di De Pedis e che la Procura li aiutasse a trovare un accordo, tanto da essere disposti a dare un fascicolo con i nomi delle personalità coinvolte fino a un certo livello, al fine di evitare ripercussioni pesanti”. “E’ importante sapere cosa ci diranno quelle ossa” sottolinea Pietro, che poi afferma sulla madre: “Mia madre ne ha passate di tutti i colori, sente queste cose ma non le vuole ascoltare”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MEDICO LEGALE: “QUEI RESTI PARLANO”
In attesa dei risultati del test del Dna sui resti umani rinvenuti nella Nunziatura, a Roma, alcuni giorni fa e che sono stati messi subito in relazione con la scomparsa di Emanuela Orlandi (circostanza che gli stessi familiari della ragazza hanno voluto subito appurare, chiedendosi come mai qualcuno abbia fatto subito quel collegamento), e che arriveranno tra non meno di 8-10 giorni, a parlare è Gianni Arcudi, il direttore della facoltà di Medicina Legale all’università capitolina di Tor Vergata. Sarà lui infatti ad occuparsi dell’esame che inizia questo pomeriggio e una sua frase (“Le ossa parlano”) lascia intendere che gli esperti si aspettano molto da questo test, specialmente dopo che è stato escluso che le ossa rinvenute possano appartenere alla moglie del custode che lì abitava. “Le ossa come il DNA raccontano una storia, a patto di trattarle con cura altrimenti retano mute” ha spiegato Arcudi dettagliando il lavoro che attende lui e altri esperti: “Le loro caratteristiche ci permetteranno di stabilire il sesso, l’età, l’altezza del soggetto a cui appartenevano” ha concluso il professore che è consapevole come ora “ci sono delle risposte da dare”. (agg. R. G. Flore)
“OSSA TROVATE IN NUNZIATURA NON TROPPO DEGRADATE”
Le ossa trovate nella Nunziatura apostolica di Roma – e subito accostate ad Emanuela Orlandi – non sono troppo degradate. Lo ha affermato da Gianni Arcudi, direttore della Medicina legale dell’Università di Tor Vergata e perito nominato dal Vaticano. Le analisi sulle ossa ritrovate nei giorni scorsi cominceranno a breve, nel pomeriggio di oggi. «I reperti non sono ancora stati aperti», ha precisato Arcudi, che però ha effettuato un primo esame. «Sono stati interrati in un terreno umido, ma lo sapremo con certezza solo dopo aver pulito le ossa», ha aggiunto. Sui tempi per le analisi comunque non ci sono certezze: le ossa vanno pulite, catalogate e ricomposte, poi si valuterà la possibilità di estrarre il Dna. «In questo caso serviranno 7-10 giorni per un risultato, e nel frattempo, a seconda dello stato di conservazione, potremo fare delle ipotesi su quando sono state interrate, età, sesso e altezza della vittima». Intanto il fratello di Emanuela Orlandi ha avuto un incontro con i pm che indagano sulle ossa trovate nella Nunziatura apostolica. «Vogliamo capire chi per primo ha associato questa vicenda a quella di mia sorella. Anche su questo attendiamo risposte dagli inquirenti». (agg. di Silvana Palazzo)
“MOGLIE CUSTODE NON È SCOMPARSA”
Mentre la famiglia di Emanuela Orlandi resta in attesa di conoscere quali saranno i risultati del test del Dna avviato sulle ossa rinvenute in Vaticano, una delle ipotesi finora avanzate è stata definitivamente scartata. Finora non era stato escluso che qui resti potessero appartenere alla moglie di un custode sparita misteriosamente negli Anni Sessanta. A smentire però l’informazione, secondo quanto reso noto da Il Messaggero, sono state fonti di Chi l’ha visto che hanno commentato in merito: “Non è scomparsa la donna indicata da alcune ipotesi circolate sull’identità delle ossa ritrovate in una dependance della Nunziatura Apostolica di via Po”. Ciò significa, quindi, che i “resti non possono essere della moglie del custode Pino che ha alloggiato nell’edificio, all’interno di Villa Giorgina, perché lei non è scomparsa”. L’ipotesi era stata sostenuta anche dalle indiscrezioni su continue liti che erano intercorse tra i due coniugi e che sarebbero potute degenerare nell’omicidio. Per la giornata di oggi dovrebbero giungere i primi risultati della Scientifica che potrebbero intanto dare le prime conferme ufficiali e spazzare via i numerosi dubbi attorno al giallo. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
EMANUELA ORLANDI: ATTESI RISULTATI DELLA SCIENTIFICA SU OSSA
Emanuela Orlandi, attesi risultati della scientifica sulle ossa rinvenute nel pavimento della cappella di Villa Giorgina, sede della Nunziatura Apostolica a Roma. Oggi è il giorno delle prime verità sui resti trovati lo scorso lunedì: la polizia scientifica dovrebbe stabilire il sesso, ovvero se le ossa appartengono a due donne. Storie Italiane evidenzia che tra le ipotesi degli esperti c’è la possibilità che i resti appartengano a due donne: servirà almeno una settimana per i risultati del Dna, che dovrà essere estrapolato dalle ossa e poi comparato a quello della Orlandi e di Mirella Gregori. Il Tempo evidenzia che ci sarebbe anche una terza donna scomparsa, la moglie del custode: la donna è sparita a metà degli anni Sessanta e il caso non è mai stato risolto. “La coppia ebbe numerosi e rumorosi litigi, fino a quando la signora sparì in circostanze mai chiarite”, il commento di una fonte riportato dal quotidiano.
L’ESPERTO: TEST INFALLIBILI
C’è grande attesa, dunque, sui risultati dei test sulle ossa, che potrebbero rappresentare la svolta per uno dei misteri più dibattuti degli ultimi anni. Vittorio Fineschi, ordinario di medicina legale alla Sapienza, ai microfoni de Il Messaggero ha evidenziato che “le attuali tecniche scientifiche, permettono di stabilire con certezza di chi parliamo e le possibili cause della morte. Soprattutto nel caso delle due ragazze, Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, che hanno ancora parenti stretti in vita, la comparazione può arrivare ad una certezza del 99,9% periodico, quello che scientificamente consideriamo certo”, L”età delle ossa è un problema relativamente importante evidenzia Fineschi: “Quello che più conta è lo stato di conservazione dei resti, ma in questo caso non credo ci siano grandi problemi, teniamo sempre presente che oggi si fanno analisi su ossa preistoriche e medioevali. Io stesso, recentemente, ho analizzato le ossa di San Fortunato, un santo del 600 di cui si avevano pochissime notizie, per verificare se quelle conservate fossero compatibili con l’epoca della presunta morte”.