Ha dovuto aspettare quaranta minuti prima di riuscire a parlare con il 112, mentre suo padre era riverso a terra in una pozza di sangue a causa dell’ictus. È successo a Torino, dove la figlia del pensionato di 81 anni si sarebbe sentita dire dal centralinista che la linea era intasata da chiamate per piccoli allagamenti domestici, quindi da girare ai vigili del fuoco. La vicenda, sicuramente non la prima, testimoni che c’è qualcosa che non va nell’attuale gestione del sistema. E lo hanno denunciato in maniera compatta tutti i sindacati dell’emergenza. Quando la donna ha chiamato il 112, è stata messa in attesa: dall’altro capo del ricevitore solo una melodia preregistrata. Quindi chiede aiuto ad un amico psicologo. Il professionista, che aveva in passato collaborato con il 118, si mette al telefono ma la risposta è la stessa: la solita musichetta. Le chiamate cominciano alle 18.15, la risposta arriva alle 19.02 e l’uomo entra all’ospedale San Luigi in codice rosso quasi un’ora dopo la prima chiamata di emergenza.



HA UN ICTUS: FIGLIA IMPIEGA 40 MINUTI PER CONTATTARE 112

A una settimana di distanza da quanto accaduto, l’uomo di 81 anni di Torino – come riportato dal Corriere della Sera – è ancora ricoverato in gravissime condizioni. Nel frattempo i sindacati insorgono contro le istituzioni perché non funziona «un modello che convoglia nello stesso calderone un tetto pericolante, una cantina allagata, una richiesta di informazioni o, come nel nostro caso, un grave problema di salute». Questo secondo il sindacato degli infermieri Nursind, le sigle dei vigili del fuoco Conapo, Uil Pa Vvf, Fns Cisl e Confsal e quelle che rappresentano la polizia, Siulp, Siap e Sap «è quanto di più distante dall’idea di un sistema di emergenza efficace». I sindacati ritengono inoltre «sconcertante» l’indifferenza «che ha accompagnato finora le segnalazioni e le denunce sui problemi del 112». Ci sono poi problemi con il numero unico di emergenza, per questo le stesse sigle sindacali hanno organizzato per febbraio 2019 una “Consensus conference interforze” per elaborare un documento da sottoporre alla politica.

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