Un tranche dell’inchiesta sul depistaggio nelle indagini sull’attentato a Paolo Borsellino ed agli agenti della scorta, è stata inviata dalla procura di Caltanissetta – che ne ha istruito il processo – a quella di Messina. L’intento è quello di stabilire ed accertare se e quali siano state le responsabilità degli allora magistrati nisseni. Ad oggi, ci sarebbero sotto accusa e dunque imputati per calunnia aggravata, tre poliziotti che presero parte del pool che si occupò di portare a termine le indagini sulle stragi del ’92 in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. Secondo quanto sostenuto dall’accusa, avrebbero dato vita ad una falsa verità sulla fase esecutiva dell’attentato di Via D’Amelio suggerendo ad alcuni pentiti quali rivelazioni avrebbero dovuto fare. L’invio di una tranche dell’inchiesta a Messina, come rivelato dal quotidiano La Repubblica, sarebbe di fatto finalizzato a stabilire se nel depistaggio abbiano o meno avuto un ruolo anche i magistrati inquirenti di Caltanissetta che ordinarono l’inchiesta. Il passaggio di compiti avviene poichè, per legge, è la procura di Messina competente per gli accertamenti relativi ai pm nisseni.
DEPISTAGGIO BORSELLINO, QUALI RESPONSABILITÀ IN GESTIONE SCARANTINO?
L’invio a Messina degli atti sul depistaggio delle indagini sulla morte di Borsellino, al fine di valutare le responsabilità dei magistrati che si occuparono della gestione del falso collaboratore di giustizia Vincenzo Scarantino, è stato confermato anche dall’Agi. A parlare è stato proprio il procuratore capo di Caltanissetta, Amedeo Bertone, che ha spiegato come la trasmissione sia avvenuta circa 20 giorni fa. “Sarà adesso la procura di Messina a fare le sue dovute valutazioni”, ha aggiunto. Si tratta certamente di una inchiesta complessa della quale si occuparono anche l’attuale avvocato generale di Palermo Annamaria Palma, il sostituto alla Direzione nazionale antimafia Nino Di Matteo, l’attuale procuratore aggiunto di Catania Carmelo Petralia. Il quarto processo sulla strage di Paolo Borsellino è poi scaturito dalle dichiarazioni del collaboratore Gaspare Spatuzza che contribuirono a dare una svolta alle indagini. Intanto nei giorni scorsi a Caltanissetta si è aperto il processo a carico dei tre poliziotti accusati di calunnia in concorso e che secondo la procura avrebbero manovrato proprio le dichiarazioni successivamente rese dal falso pentito Scarantino, che fece nomi di persone innocenti legandole all’attentato nel quale morirono Borsellino ed i cinque uomini della sua scorta.