Come sempre, ogni qualvolta si cerca di avviare la costruzione di un luogo di preghiera civile, visibile e controllabile ai musulmani italiani, insorgono Lega e Forza Italia per bloccare tutto.Meglio, evidentemente, gli scantinati e i garage dove si può nascondere qualunque terrorista o imam fondamentalista predicatore di odio che nessuno controlla o di cui si ignora anche l’esistenza. Questa volta al centro dello scontro è la città di Bologna. Il comune ha acconsentito a uno scambio di terreni con l’ente di gestione dei beni islamici in Italia, terreni abbondati dove sarà consentito costruire su una superficie di 2300 metri quadri e dove dovrebbe appunto sorgere una moschea. Ma, a guida del deputato di Forza Italia Galeazzo Bignami, è stato spedito un esposto alla Corte dei Conti per bloccare lo scambio. Sempre secondo Bignami, è necessario un chiarimento approfondito sull’operazione che se non verrà fatto, obbligherà a un esposto penale in Procura: “siamo fuori da un quadro di legalità” ha detto. La concessione dei terreni, secondo l’amministrazione comunale, viene data in uso per 99 anni ed è già stato deliberato dalla giunta, con una permuta del valore di 305mila euro.



COMUNITA’ ISLAMICA

Una cifra troppo bassa, dice sempre Bignami, quando una decina di anni fa questi terreni erano stati valutati oltre un milione di euro. Si tratta dell’area di via Pallavicini 13, attualmente di proprietà del Comune e in affitto al Centro di cultura islamica, e di quella di viale Felsina, di proprietà dell’Ente di gestione dei beni islamici in Italia. La permuta, dopo una valutazione di 305 mila euro dei terreni, permetterà all’Ente di diventare titolare del diritto di superficie per 99 anni, con la possibilità di acquisire la proprietà con un riscatto che va dai 250 mila euro in caso di dieci anni trascorsi a 111 mila euro in caso di sessant’anni. La Lega dal canto suo si sta muovendo con una raccolta di firme, ne sono già state raccolte 400, da presentare in Regione, per una legge di iniziativa popolare che blocchi la costruzione della moschea. Proposta che si basa sul fatto che l’Islam è una religione che non ha un accordo di riconoscimento con lo stato, diversamente dalle altre, ma questo succede solo perché manca una guida unica come in tutto l’Islam.

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