È in corso l’interrogatorio del 17enne indagato per aver spruzzato lo spray al peperoncino all’interno della discoteca di Corinaldo, dove molto presumibilmente il ragazzo confermerà le precedenti versioni di assoluta innocenza in merito alle accuse contro di lui rivolte. Intanto spunta una possibile nuova pista sulla tragedia avvenuta ormai due giorni fa nell’Anconetano: visti i tanti dubbi ancora legati alla “possibile” banda in azione con vari spray urticanti, si prova a capire quale potrebbe esse stata la vera causa del fumo fastidioso emerso in pieno dj set nel mezzo della discoteca. Prende così piede un’altra ipotesi legata al malfunzionamento all’impianto di produzione del fumo artificiale presente in ogni disco-locale, Lanterna Azzurra compresa. «C’è stato uno spargimento molto diffuso, in larghezza e in altezza, di una sostanza urticante», aveva detto ieri la pm del tribunale minorile di Ancona e potrebbe a questo punto “concordare” con la versione ancora tutta da verificare di uno spargimento di fumo improvviso e assai urticante per gli occhi e il respiro. (agg. di Niccolò Magnani)

IL MARITO DI ELEONORA: “SIAMO STATI INGANNATI DAL LOCALE”

Mentre le indagini su Corinaldo proseguono sul doppio filone imbastito ieri dai pm di Ancona, il dolore dei famigliari di chi ha perso la vita nella calca di quella “maledetta” discoteca non si placa: dolore e rabbia, assieme, in un mix di sentimenti difficilmente contestabili. Per Paolo Curi, il marito di Eleonora Girolimini (una delle 6 vittime della strage di Corinaldo, lascia appunto consorte e 4 figli piccoli) quanto avvenuto venerdì notte nel locale «poteva essere evitato»: «Non era un ambiente adatto a dei ragazzini, non era un concerto, era una discoteca – ha detto a fatica il marito di Eleonora Girolimini ai cronisti del Resto del Carlino – provo rabbia perché siamo stati in qualche modo ingannati. Se avessimo saputo che non era un concerto non saremmo mai andati». Il marito di Eleonora si sente ingannato, «da nessuna parte c’era scritto che sarebbe stato un dj set, se lo avessimo saputo, se avessimo saputo che l’ospite sarebbe arrivato solo a tarda notte non saremmo mai andati. Quando ci siamo trovati lì abbiamo aspettato, il tempo passava, poi è successa la tragedia». Un disguido e poi la morte di 6 persone: ora le indagini dovranno battere proprio su questo “chiodo” per fare finalmente giustizia. (agg. di Niccolò Magnani)

17ENNE INDAGATO: “NON ERO A CORINALDO QUELLA NOTTE”

Non c’entra nulla con la strage della Lanterna Azzurra di Corinaldo. Così si difende il 17enne sudamericano indagato dalla procura di Ancona, in merito alle 6 morti avvenute venerdì notte in occasione del concerto di Sfera Ebbasta. «Ve lo giuro, io non c’ero venerdì notte a Corinaldo – si difende P.B., come riferisce il Corriere della Sera – non sono io l’incappucciato che cercate…». All’avvocato difensore Martina Zambelli, avrebbe inoltre confessato: «Mi sono trovato nel luogo sbagliato, al momento sbagliato e con le persone sbagliate, questa è la verità». A difenderlo anche la nonna, che non crede minimamente al fatto che suo nipote possa aver provocato quella strage: «Adesso si trova con sua madre in Romagna – afferma – quella notte l’ha passata con la sua ragazza, non è andato a ballare a Corinaldo. Alcuni ragazzi puntano il dito contro di lui? Si sbagliano, semplicemente. Lui non c’era, grazie a Dio, per questo adesso non sono minimamente preoccupata e dormo tranquilla». Ma cosa ci faceva il 17enne in quel residence di Senigallia, nei pressi della Lanterna Azzurra? E’ questo quello che stanno cercando di scoprire gli inquirenti che hanno arrestato i due fidanzati maggiorenni che ospitavano il 17enne sudamericano, con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti dopo aver trovato due etti di cocaina. «Io non so niente di questa storia della bomboletta spray al peperoncino – ha ripetuto più volte l’indagato – che è stata ritrovata in discoteca. Ve lo giuro, per fortuna non ero solo venerdì notte e ve lo potrò dimostrare». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

CORINALDO: 8 GLI INDAGATI

Sono in tutto 8 gli indagati per la strage nella discoteca Lanterna Azzurra: oltre al 15enne di cui i procuratori hanno ribadito esserci in corso d’opera una specifica indagine della Procura dei Minori, gli altri 7 sono indagati per concorso omicidio colposo aggravato «nel filone che riguarda il locale di Corinaldo», come ha confermato il procuratore capo di Ancona, Monica Garulli. Si tratta dunque dei tre titolari della società che gestisce la discoteca nell’Anconetano e i 4 proprietari specifici dell’immobile. Anche per quanto riguarda la “distribuzione” degli indagati nei due filoni investigativi, è chiara la preminenza che al momento la Procura di Ancona ha dato in merito a quanto avvenuto due sere fa: il problema della sicurezza del locale resta il problema principale, mentre sullo spray urticante (oltre al fatto che deve ancora essere confermato dalle analisi della Scientifica, ndr) ha al momento un’importanza penale “minore”, mentre educativamente e socialmente resta la vera piaga da combattere per evitare guai futuri.

PM ANCONA: GLI INDAGATI E I REATI IPOTIZZATI

Sta andando in scena questo pomeriggio l’attesa conferenza stampa congiunta tenuta dalla Procura di Ancona e quella dei Minori del capoluogo marchigiano per fare il punto sulle indagini dopo la strage nella discoteca di Corinaldo, costata la vita a cinque ragazzini e a una giovane madre. Il Procuratore Capo, Monica Garulli, assieme a Giovanna Lebboroni, della Procura dei Minori di Ancona, hanno infatti reso noto che c’è un minore indagato al momento ma che si tratta di un atto dovuto e che quindi è ancora presto per parlare di responsabilità: ad ogni modo la Garulli ha precisato che al momento la Procura sta indagando su tre diverse ipotesi di reati, vale a dire quella di omicidio preterintenzionale (ipotizzato allo spargimento volontario di sostanze, nella circostanza il famigerato spray al peperoncino), lesioni colpose e poi anche lesioni dolose. Dunque i filoni di indagine al momento sono due, uno che concerne la questione sulla sicurezza del locale in cui è avvenuta la tragedia e l’altra sui motivi che hanno scatenato il panico e l’immane ressa che ha portato i presenti ad accalcarsi verso le uscite; secondo le due responsabili della Procura, tuttavia, l’utilizzo dello spray al peperoncino al momento potrebbe essere solamente una delle concause che hanno determinato la strage e che si sta ancora cercando di ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti. (agg. di R. G. Flore)

SINDACO DI CORINALDO, “SONO ORE DIFFICILI”

«Sono ore molto complicate», questo il commento del sindaco di Corinaldo Matteo Principi intervenuto ai microfoni de L’aria che tira. Il primo cittadino ha precisato: «Parlare di poche uscite di sicurezza o di licenze che non ci sono è errato. Diamo il tempo a chi sta lavorando in questi giorni di avere tutte le informazioni per poter dare una risposta a quello che è successo». Principi evidenzia: «Ci assumiamo tutte le responsabilità, ma dobbiamo affrontare con puntualità e precisione i fatti, ognuno con le proprie responsabilità». Indagini in corso, l’amministrazione aspetta gli esiti per valutare cosa è successo nella tragica notte tra venerdì e sabato: «Vedremo cosa era fuori controllo, parlo per le mie responsabilità, per aver rilasciato un’autorizzazione con un piano di sicurezza che prevedeva il rispetto di determinate normative che chi gestisce doveva prevedere. Una commissione mi ha permesso di rilasciare le giuste autorizzazioni: dopo di che, chi apre le porte e le chiude deve rispettare ciò che ordiniamo. Responsabilità dei gestori? Sicuramente ce ne sono: aspetto che venga chiarito il numero delle persone che erano all’interno del locale. Sto mettendo tutto a disposizione». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

4 DEI 7 FERITI GRAVI “RESPIRANO DA SOLI”

Secondo le ultimissime novità emerse durante la puntata odierna di “Storie Italiane” sulla Rai, ci sarebbero novità molto buone sul fronte feriti della strage di Corinaldo: quattro dei sette feriti gravi hanno ripreso a respirare autonomamente, gli altri tre restano in terapia intensiva con prognosi riservata. Dopo il risveglio della 15enne dal coma, un altro punto “positivo” nelle ore successivo alla tragedia appena prima del concerto trap: in merito invece agli accertamenti delle indagini parallele sulla strage, sempre dal programma condotto da Eleonora Daniele, gli inviati da Ancona spiegano come siano in corso controlli tecnici sulla bomboletta ritrovata da uno dei dj per capire se sia effettivamente quella utilizzata quella sera. Non solo, vi sarebbero anche ulteriori accertamenti anche sul sistema di areazione del locale: la discoteca Lanterna Azzurra prova a difendersi mentre il dolore delle famiglie che hanno perso i loro cari è ovviamente “inconsolabile”. «Cara mamma, mi dispiace che sei morta», scrivono le gemelline che hanno perso la loro madre, Eleonora Girolimini, schiacciata dalla calca della discoteca: è un frammento del bigliettino scritte dalle piccole di 7 anni, distrutte come il padre da quanto avvenuto. «Devo essere forte, non posso stare qui a piangere tutto il giorno, ci sono quattro bambini piccoli che hanno bisogno di me. Devo riprendere il filo da dove l’ha lasciato lei… Non ce la farò mai», ha ripetuto il marito Paolo al Corriere della Sera questa mattina. (agg. di Niccolò Magnani)

15ENNE SI RISVEGLIA DAL COMA

L’inchiesta degli inquirenti ha messo nel mirino i manager della discoteca di Corinaldo, con le forze dell’ordine che hanno fermato nella giornata di ieri un sedicenne in un residence di Senigallia. Il ragazzo è stato fermato per possesso di stupefacenti e sono attesi aggiornamenti dall’interrogatorio in programma nelle prossime ore. Come riportano i colleghi di Storie Italiane, la pista privilegiata resta quella dello spray, ma non vengono escluse altre ipotesi: c’è chi parlava anche di un fumogeno, molto dipenderà dalle testimonianze dei presenti. Buone notizie sul fronte feriti: una 15enne si è risvegliata dal coma nella giornata di ieri, così come altri tre ragazzi. I medici continuano a essere molto cauti sulle condizioni degli altri tre feriti in condizioni gravi ma stabili. Nel frattempo al Liceo Perticari è stato esposto uno striscione per gli studenti e la mamma che hanno perso la vita: «Da un concerto si torna senza voce, non senza vita. Il Perrticari ricorda Emma, Mattia, Eleonora, Asia, Benedetta, Daniele». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

ANCONA, STRAGE IN DISCOTECA

Proseguono senza sosta le indagini per far luce su quanto accaduto nella discoteca Lanterna Azzurra Clubbing di Corinaldo (Ancona) dove la sera del 7 dicembre scorso era attesa la presenza del trapper Sfera Ebbasta. L’ondata di panico scatenata dallo spray urticante usato nel locale ha provocato 6 morti, tra cui 5 adolescenti ed una giovane madre e diversi feriti (sette sarebbero ancora in pericolo di vita). Le ultime notizie di ieri hanno rivelato un fermo a carico di un minore indicato da alcuni testimoni come colui che avrebbe spruzzato lo spray urticante scatenando il fuggi fuggi generale che ha poi provocato la strage, sebbene lo stato di fermo sia motivato dal possesso di droga. Si tratta di un 15enne nei confronti del quale, come spiega SkyTg24, non sarebbero state trovate prove che lo collegherebbero ai fatti di Corinaldo. Oggi il ragazzo sarà sentito ma secondo gli investigatori non ci sarebbe ancora una certezza assoluta sulla causa che ha scatenato il panico e che potrebbe non essere legata direttamente al presunto uso di spray urticante. Intanto, si sta approfondendo anche un altro aspetto non meno importante, ovvero quello legato alla sicurezza del locale e sul numero delle persone effettivamente presenti.

CORINALDO, STRAGE IN DISCOTECA: LE INDAGINI

Quattro dei sette feriti gravi coinvolti nella calca che si è venuta a creare nella notte tra venerdì 7 e sabato 8 dicembre nella discoteca di Corinaldo, sarebbero in lieve miglioramento. E’ quanto trapela in queste ore dall’ospedale regionale di Torrette di Ancona dove sono stati ricoverati in codice rosso. Tra i giovani in miglioramento anche una ragazzina che ieri è uscita dal coma farmacologico e che, come ha riferito la madre, ha iniziato a respirare autonomamente. I feriti sono tutti giovanissimi tra i 14 ed i 20 anni e attualmente restano ricoverati nel reparto di Rianimazione in attesa del nuovo bollettino medico ufficiale. Per tre di loro i medici parlano di condizioni critiche ma stabili. Gli investigatori nel frattempo stanno lavorando sul rebus dei biglietti venduti al fine di chiarire l’aspetto legato al numero esatto. Riflettori puntati anche sul sistema di vigilanza della discoteca con appena 11-12 bodyguard chiamati a gestire centinaia di giovanissimi. Sulla base di questo, spiega Il Messaggero, gli inquirenti stanno pensando di iscrivere nel registro degli indagati i gestori della discoteca di Corinaldo. Secondo quanto riferisce il quotidiano, questa mattina il procuratore capo Garulli e il sostituto Gubinelli iscriveranno nel registro degli indagati i tre manager: Francesco Bertazzi (amministratore unico) e i suoi due soci, Quinto Cecchini e Carlantonio Capone.