Nuovo giro, nuova polemica: il Ministro degli Interni, volente o nolente, è anche oggi protagonista di una nuova polemica e ancora una volta a scagliarsi contro Matteo Salvini è un uomo di Chiesa. Durante infatti l’omelia celebrata nella sua diocesi di Pieve a Castelfranco Veneto, ieri don Claudio Miglioranza, conosciuto come “il prete operaio”, ha attaccato duramente le misure del titolare del Viminale su immigrazione e sicurezza, spiegando che Salvini fomenta l’odio. Pare che tuttavia questo j’accuse fatto in un luogo di culto abbia spiazzato i fedeli presenti, tanto che qualcuno non propriamente in accordo con le parole del prete si sia alzato uscendo dalla chiesa. Come riporta il Giornale, c’è chi si è lamentato del fatto che il don parlava più come un attivista o un sindacalista, rendendo l’omelia alla stregua di un comizio. Dello stesso tenero, nelle ultime ore, è stata la replica di Matteo Salvini che a proposito delle accuse di razzismo ha scelto di non fomentare la polemica e si è limitato a dire di “non avere parole”. (agg. di R. G. Flore)



OMELIA IN CHIESA CONTRO IL MINISTRO

Quando si dice che il Veneto inizia ad avere qualche insofferenza verso il leader della Lega Matteo Salvini, forse qualche ragione c’è per davvero, quanto meno per qualche prete indignato contro il Decreto Sicurezza. Dopo gli attacchi di Don Luca Favarin a Padova, l’attacco virale viene questa volta da Castelfranco Veneto, precisamente da Don Claudio Miglioranza che in piena omelia domenica scorsa avrebbe criticato pesantemente il Ministro degli Interni. «Fomenta l’odio e il razzismo», avrebbe detto il sacerdote secondo quanto riportato e denunciato sui social da Giorgio Vigni, vicepresidente della Life Treviso (Liberi imprenditori federalisti europei). Il leader degli imprenditori locali, seduto in mezzo alla platea, ha detto di essersi alzato in segno di protesta e di essere rientrato in chiesa soltanto dopo la fine della predica di Don Claudio. «Il sacerdote parla del ministro dell’interno che fomenta l’odio ed il razzismo – denuncia ancora Vigni – è un sacerdote di Dio o un onorevole, un attivista, un sindacalista? Può un semplice cristiano andare a messa solo per sentire la parola? Di politica, comizi ed altro ne sono piene le piazze; per questo sono uscito e mi sono risparmiato il resto della performance».



LA REPLICA DEL MINISTRO SALVINI: “NON HO PAROLE”

Un prete “operaio”, sacerdote dell’epoca sessantottina e molto critico in passato anche con diversi esponenti degli imprenditoria italiana e della politica di centrodestra: nel 2011 riporta il Gazzettino, sempre durante un’omelia Don Claudio attaccò Sergio Marchionne, sostenendo che l’ex ad di Fiat «perseguiva una retrocessione nei diritti, e aveva rimarcato che il manager guadagnava quanto 6.400 dei suoi dipendenti. Non mi appello alla sua moralità – aveva aggiunto in quell’omelia-fiume sempre secondo le fonti del Gazzettino -, quanto alla sua coscienza di imprenditore. È uno che lavora sulla separazione del sindacato, e non è serio». Dal presepe ai migranti, dal Decreto Sicurezza fino alle accuse di razzismo: ultimamente non sono pochi i “preti operai” che si scagliano contro il leader della Lega e viceperemier del Governo Conte. Arriva intanto la pronta replica di Salvini che sui social riprende la notizia-denuncia di Vigni e in poche righe – come ormai siamo abituati – sentenzia con “buonsenso” le invettive ricevute: «Non ho parole, un comizio durante la Messa? Manderò a questo prete il testo della #LeggeSalvini perché capisca che è un passo in avanti nel nome del rispetto, delle regole, della sicurezza, della vera integrazione. Amen».

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