Prosegue, evidentemente, la scia della polemica politica dopo la decisione importante dei giudici di Milano in merito alle mense del Comune di Lodi: dopo Boldrini è Nicola Fratoianni, da sinistra, a tuonare contro il presunto “razzismo” della Lega e sui social scrive «Ci auguriamo che il “taciturno” Salvini si ricordi di essere ministro della Repubblica e non si metta di nuovo a dire cose strampalate anche oggi sulla discriminazione alla mensa della scuola di #Lodi». Isabella De Monte, eurodeputata del Pd, va anche oltre e scrive su Twitter «I valori leghisti non sono solo una schifezza. Sono molto spesso discriminatori e incostituzionali. Finalmente #giustizia per i bambini della #mensa di #Lodi. E per me una grandissima gioia!». Unito e compatto Potere al Popolo che contro la Lega e sul razzismo ha costruito tutto il suo (piccolo) patrimonio elettorale: «Il Tribunale di Milano ha condannato il Comune di #Lodi per l’esclusione dei bambini dalla mensa scolastica. Il regolamento discriminatorio dovrà quindi essere subito cambiato. La grande solidarietà di tanti/e ha consentito che i bambini e le loro famiglie non rimanessero da soli», si legge nella nota ufficiale del partito extraparlamentare di Sinistra. Per l’ex candidato alla Segreteria Pd Matteo Richetti è più diretto, «Giustizia è fatta. Adesso #Salvini e la sindaca di Lodi chiedano scusa a quei bambini». (agg. di Niccolò Magnani)



SCONTRO CON LA LEGA

Il Tribunale di Milano ha sconfessato il Comune di Lodi sul caso mense, arrivano le prime reazioni sui social. Laura Boldrini esulta: «Una vittoria contro la discriminazione sui bambini, una vittoria per il nostro Paese!». Queste le parole del giornalista Corrado Formigli: «I bambini sono tutti uguali. Ma in Italia c’è voluta una sentenza per dirlo». La Lega, con Grimoldi, si schiera al fianco del sindaco: «Come Lega non cambiamo idea e andiamo avanti ad appoggiare la norma di buon senso varata dal Comune di Lodi, con voto del consiglio comunale, che semplicemente chiede ai cittadini extracomunitari di dimostrare con un atto certificato dal loro Stato di provenienza di non possedere beni immobili. Perché bisogna regalare la mensa gratuita a chi magari in patria è proprietario di immobili? Perché un cittadino italiano per accedere ad una tariffa agevolata deve dimostrare di non possedere immobili e pretendere altrettanto da un cittadino extra UE è discriminatorio? Sindaco Casanova vai avanti, siamo con te». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



TRIBUNALE DI MILANO SCONFESSA COMUNE DI LODI

Il Tribunale di Milano si è espresso sul caso delle mense a Lodi condannando il Comune e accertando la sua “condotta discriminatoria”. Dalle mense scolastiche, infatti, erano stati esclusi i bambini stranieri ed il caso aveva sollevato una vera e propria polemica fino ad approdare in un’aula di tribunale. Ora, secondo quanto deciso dal giudice Nicola di Plotti – scrive Affaritaliani.it – il Comune di Lodi deve riscrivere il Regolamento per l’accesso alle prestazioni agevolate e ammettere al servizio mensa scolastica e di trasporto scuolabus anche i bambini figli di stranieri e impossibilitati a presentare la certificazione sulle proprietà immobiliari nei paesi di origine che era stata loro richiesta per accedere al servizio. Il giudice ha emesso un’ordinanza pubblica nella giornata di ieri ordinando al Comune lombardo un cambio radicale della propria linea al fine di consentire anche ai cittadini extra Ue “di presentare la domanda di accesso a prestazioni sociali agevolate mediante la presentazione dell’ISEE alle stesse condizioni previste per i cittadini italiani e dell’Unione Europea in generale”.



CASO MENSE, COMUNE LODI CONDANNATO: ESULTANO LE ASSOCIAZIONI

Il tribunale di Milano, condannando il Comune di Lodi per il suo regolamento considerato discriminatorio nell’ambito del caso mense, ha di fatto accolto il ricorso presentato da alcune famiglie straniere residenti nella cittadina lombarda con la tutela legale dell’Asgi, l’Associazione studi giuridici sull’immigrazione e del Naga di Milano. La protesta si incentrava su delle reali quanto oggettive difficoltà incontrate dalle famiglie di alcuni bambini stranieri nei cui paesi di origine mancano il Catasto e gli uffici pubblici in grado di rilasciare loro i documenti richiesti. Il giudice, oltre a stabilire un nuovo Regolamento, ha anche condannato l’amministrazione comunale al pagamento di 5mila euro per le spese processuali ed ha intravisto in quello della Giunta guidata da Sara Casanova “un provvedimento che introduce una disparità di trattamento emesso da un’autorità che non ha il potere di assumere decisioni in proposito”. Dopo la decisione del tribunale milanese, ad esultare è stato anche il Comitato Uguali Doveri, in prima linea nel sostenere le proteste delle famiglie escluse dal regolamento sul servizio delle mense.