Non è la prima volta che la scrittrice, medico, attivista Silvana De Mari si trova di fronte la platea Gay-LGBT infuriata per le sue esternazioni e convinzioni, ora però oltre al processo mediatico che da tempo ha confinato la romanziera fantasy come “inqualificabile sessista” (per non dire di peggio) siamo di fronte ad un processo vero e proprio per alcune frasi molto dure scritte contro l’omosessualità e gli atti gay. Questa mattina al tribunale della Procura di Torino, il pm ha chiesto la condanna a mille euro di multa per le numerose esternazioni pubbliche contro l’omosessualità dette dalla De Mari, in particolare «il movimento Lgbt vuole annientare le libertà di opinione e sta diffondendo sempre di più la pedofilia» comparsa sul suo seguito blog online nel 2017. Durante un’altra intervista radiofonica, le associazioni LGBT contestano le frasi molto dure e politicamente “scorrette” come «l’atto sessuale tra due persone dello stesso sesso è una forma di violenza fisica usata anche come pratica di iniziazione al satanismo». Durante l’arringa difensiva, il suo avvocato Mauro Ronco ha fatto presente che «nei gay nei pride ci sono molti segnali in questa direzione, dove i simboli cristiani sono utilizzati a modo di spregio e di vilipendio»: intanto, mentre il web e le associazioni pro-LGBT definiscono Silvana De Mari come il “male” impersonificato, la scrittrice di romanzi fantasy oltre che medico chirurgo ha provato a difendersi con una lunga intervista al portale ProVita in cui non rinnega nulla di quanto detto, anzi, affonda ancora più il colpo.
LA DIFESA DI SILVANA DE MARI
«Comunque andrà io porterò avanti le mie battaglie. Questo perché, anche grazie al clamore suscitato dal processo, le mie idee stanno rimbalzando sui media. C’è chi le ha riportate con scandalo, ma le ha dovute comunque riprendere. Nessuno di noi è tanto piccolo da non poter essere un sassolino capace di bloccare un ingranaggio. Non potevo da sola farmi sentire a livello nazionale ed internazionale. Grazie alle denunce presentate contro di me, alle voci scandalizzate delle associazioni Lgbt, ai processi, questo sta invece avvenendo»: in gioco c’è la libertà di espressione, ma forse anche qualcosa di più spiega la De Mari «perché ciò che sostengo per me è scientificamente provato. L’omosessualità, termine improprio, visto che la sessualità è soltanto fra un uomo e una donna, è un comportamento biologicamente perdente. Sono la prima a riconoscere che è molto difficile uscirne, ma è altrettanto vero che gli ex gay sono più numerosi di coloro che si professano tali, anche se nessuno lo dice. È anche provato che i rapporti fra persone dello stesso sesso aumentano i rischi di malattie sessualmente trasmissibili, anche quelle come l’epatite A per molto tempo a noi sconosciuta». Per la De Mari i gay sono il 2% della popolazione ma nel contempo rappresentano «il 50% dei nuovi casi di Aids e l’80% dei nuovi casi di sifilide». In conclusione della lunga “arringa” su ProVita, la De Mari spiega «se quello che io sostegno sull’omosessualità è vero, la condanna che ne fa il Cristianesimo ha un notevole senso. Se invece fosse riconosciuta come un qualcosa di assolutamente costituzionale, allora paradossalmente il Cristianesimo andrebbe abolito».