Nuovo aggiornamento sul caso Consip. La procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per sette persone, fra cui anche l’ex sottosegretario ed ex ministro per lo sport Luca Lotti. Come riportato dai principali quotidiani online, a cominciare da La Repubblica, oltre all’ex esponente del governo Renzi il rinvio a giudizio è stato chiesto per l’ex comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, per il generale dell’Arma Emanuele Saltalamacchia, per l’imprenditore Carlo Russo, Filippo Vannoni, per l’ex maggiore del Noe Gian Paolo Scafarto, e infine, per l’ex colonnello dell’Arma, Alessandro Sessa. Nei confronti di Lotti, così come per Saltalamacchia e Vannoni, viene contestato il reato di favoreggiamento, mentre per Del Sette il reato ipotizzato è quello di rivelazione del segreto d’ufficio, e per Russo di millantato credito. Rischiano il processo anche Scafarto, con l’accusa di rivelazione del segreto d’ufficio, falso e depistaggio, nonché Sessa, anch’egli per depistaggio. Archiviata invece dalla procura la posizione di Tiziano Renzi, il padre dell’ex presidente del consiglio. Il procuratore Giuseppe Pignatone, l’aggiunto Paolo Ielo e il pm Mario Palazzi hanno chiesto l’archiviazione perché «non vi sono elementi per sostenere un suo contributo nel reato» di traffico illecito di influenze.



CONSIP: RISCHIO PROCESSO PER LUCA LOTTI

In sintesi, ai sette di cui sopra viene contestato il fatto di aver informato gli indagati del caso Consip, che vi era appunto un’inchiesta in corso nei loro confronti. Lotti è iscritto sul registro degli indagati dallo scorso 21 dicembre 2016, poco più di due anni fa, il giorno seguente la sua audizione di fronte ai pm di Napoli, John Woodcock e Celeste Carrano. Il caso Consip riguarda un’indagine molto complessa per un presunto caso di corruzione da parte di un imprenditore napoletano, tale Alfredo Romeo, nonché di alcuni dirigenti della società Consip, detta anche la centrale acquisti dello stato, visto che si occupa di gran parte degli acquisti della pubblica amministrazione. L’inchiesta ha due filoni: un primo in cui si indaga sul caso di corruzione, e un secondo, che è quello che è stato aggiornato oggi, riguardante invece la fuga di notizie.

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