Morte Mauro Guerra, maresciallo Pegoraro rinviato a giudizio: Chi l’ha visto? torna sul caso dell’uccisione del 28enne di Rovigo. L’ex carabiniere e commercialista di Carmignano Sant’Urbano è stato freddato in un campo di grano il 29 luglio del 2015 dall’ex comandante della stazione dei carabinieri dopo una trattativa estenuante per sottoporre il ragazzo a un TSO. Alla sbarra c’è Marco Pegoraro, imputato davanti al tribunale di Rovigo per omicidio come conseguenza di un eccesso colposo di legittima difesa e ora la famiglia di Mauro chiede giustizia. Il giovane aveva dimostrato segni di squilibrio “pericolosi per sé e per gli altri” secondo gli investigatori, scappando di fronte alla richiesta di Tso: «Mauro non aveva mai subito TSO e lo psichiatrico noto è una cosa che si sono inventati da soli, non era sotto cura e sotto farmaci», spiega la famiglia. Nonostante non gli fosse stato diagnosticato nulla, secondo i carabinieri era necessario contenerlo perché psichiatrico noto.



MORTE MAURO GUERRA, PEGORARO RINVIATO A GIUDIZIO

I carabinieri giunsero a casa del Guerra, con il maresciallo Pegoraro presente sul posto, e i toni erano colloquiali. La situazione diventa incandescente, con l’ex commercialista che scappa: inizia l’inseguimento fino al tragico epilogo, con un proiettile che lo raggiunge al fianco sinistro dopo una colluttazione con i militari. Sentendo i conoscenti di Mauro però era un ragazzo tutt’altro che pericoloso: «Era buono, educato, era meraviglioso. Persona pericolosa? Ma no…», «Paura? Per niente: era un ragazzo bonaccione». Domani possibili sviluppi sul processo, con i genitori e gli amici di Mauro che chiedono giustizia: sono molti i punti oscuri della vicenda, con le parole del maresciallo e di un altro agente subito dopo i fatti che fanno ancora male ai genitori, «hai fatto bene ca*zo, sto pezzo di me*da»

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