Emerge qualche altro dettaglio in più in merito all’operaio di Trento trovato morto, dopo che il suo datore di lavoro ne aveva spostato il corpo perché “assunto in nero”. Stando a quanto fornisce l’edizione online del Corriere della Sera, i fatti risalgono a quasi un mese fa, precisamente al 19 novembre scorso. A chiamare i carabinieri era stato lo stesso titolare dell’impresa per cui il 28enne moldavo lavorava, dicendo di aver trovato un corpo. I militari pensavano inizialmente si trattasse di un boscaiolo occasionale, un “privato” che si era avventurato nel bosco per tagliare della legna, poi feritosi mortalmente dopo una caduta. Peccato però che in zona non vi fossero cantieri dove si tagliavano gli alberi, ed inoltre, come vi abbiamo già spiegato, le ferite erano diverse da quelle di una semplice caduta. Vitali stava in realtà lavorando a circa 600 metri di distanza dal luogo del suo ritrovamento, montando una teleferica che trasportava legname, quando un cavo di acciaio si era spezzato, colpendolo violentemente alla testa. Nonostante il tremendo impatto, il moldavo riuscì a sopravvivere ma il capo, preoccupato dalla non regolarità dello stesso operaio, ha tentato la “furbata”: ora potrebbe costargli cara. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TRENTO, OPERAIO IN NERO GETTATO NEL BOSCO DAL TITOLARE
Un operaio è stato trovato morto nelle scorse ore in provincia di Trento, precisamente a Sagron Mis, nel Primiero. Apparentemente sembrava trattarsi di un escursionista che si era avventurato nei boschi, deceduto a seguito di una caduta fatale, ma dopo brevi indagini si è scoperto tutt’altro. Il defunto si chiamava Vitali Mardari, un operaio moldavo di soli 28 anni che lavorava per un’impresa boschiva “in nero”, non in regola. Il giovane stava eseguendo dei lavori quando è stato colpito da un cavo di acciaio durante un’installazione teleferica: l’impatto con il metallo è stato devastante, visto che Vitali è stato colpito violentemente alla testa subendo numerose fratture e perdendo i sensi. Mardari era comunque riuscito miracolosamente a rimanere ancora in vita. Peccato però che il titolare dell’impresa, invece di chiamare i soccorsi o di portare direttamente il ferito all’ospedale, abbia ben pensato di nascondere lo stesso, forse credendolo già morto. A quel punto ha quindi preso il corpo di Vitali, l’ha caricato in macchina, e l’ha gettato nei boschi di cui sopra, ad un centinaio di metri di distanza dal luogo dell’incidente.
TRENTO, OPERAIO IN NERO MUORE SUL LAVORO: IMPRENDITORE LO SPOSTA
Dopo di che ha chiamato i soccorsi, affermando di aver rinvenuto casualmente nel bosco una persona esamine. I medici non sono riusciti a salvare la vita al ragazzo mentre i carabinieri hanno subito sospettato che qualcosa non quadrasse, visto che la vittima presentava delle strane ferite alla testa, non compatibili con una normale caduta. A quel punto i militari dell’arma si sono portati sul cantiere dove l’impresario stava lavorando, ed hanno trovato delle tracce di sangue e un berretto risultato poi appartenere a Vitali. Il titolare dell’impresa è ora accusato di omicidio colposo, con violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e frode processuale. Una vicenda davvero triste, forse il 28enne operaio moldavo si sarebbe potuto salvare se i soccorsi fossero stati chiamati tempestivamente.