È con la notizia dell’ispezione ministeriale sulla condanna di Olindo Romano e Rosa Bazzi che si è aperta la puntata di “Storie Maledette” sulla strage di Erba. Dopo un excursus sulla vita di Raffaella Castagna, una delle vittime della mattanza, la giornalista ha tirato le fila del discorso. È partita da lì per delineare la realtà umana di questa vicenda. «Non è per ripercorrere l’orrore, ma è perché all’interno di un vento revisionista, innocentista verso Rosa e Olindo, si annida il tentativo di insinuare che la responsabilità sia di un familiare». La Leosini parla di un «vento innocentista, sostenuto da alcuni organi di informazione» che indica in Pietro Castagna, fratello di Raffaella, «il responsabile dell’atroce mattanza». E allora ci si chiede perché sia stato tirato in ballo lui. «Questa infamia, basata sul niente, è molto pesante. La teoria di uno dei tanti personaggi che stanno bazzicando il palcoscenico mediatico è che dopo aver ammazzato mia madre, mia sorella, mio nipote… io sia sceso con i miei 100 chili dal secondo piano calandomi su un pluviale. Non lo voglio neanche commentare. Trovo vigliacco fare questa insinuazione», ha dichiarato Pietro Castagna. I difensori dei due coniugi condannati all’ergastolo sostengono che sono state abbandonate troppo presto altre piste e che bisognava indagare anche in famiglia. Il sospetto parte dal fatto che un testimone avrebbe visto Pietro a poca distanza dalla casa di Raffaella e avrebbe parlato arabo con alcuni egiziani. (agg. di Silvana Palazzo)



STRAGE DI ERBA, SPECIALE A STORIE MALEDETTE

La strage di Erba sarà al centro della puntata speciale di Storie Maledette, la trasmissione condotta nella prima serata di oggi, domenica 16 dicembre su Raitre da Franca Leosini. A dodici anni esatti i dubbi attorno a quanto avvenuto quell’11 dicembre 2006 nel piccolo paese del Comasco restano ancora tanti. Tra le certezze, la morte di quattro persone – tra cui un bambino – uccise barbaramente e due condanne all’ergastolo in tre differenti gradi di giudizio. Nonostante questo, però, la parola fine sulla terribile strage di Erba appare ancora lontana alla luce di terribili sospetti che metterebbero tutto in discussione. La novità delle ultime ore è l’ispezione ministeriale sulla condanna dei coniugi. Le vittime di quella terribile strage furono la trentenne Raffaella Castagna, il figlioletto Youssef Marzouk, la madre della donna, Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Tutti e quattro furono brutalmente uccisi a coltellate e sprangate, poi i responsabili del massacro diedero fuoco all’appartamento di via Diaz 25. Mario Frigerio, marito della signora Cherubini, fu l’unico sopravvissuto. La strage di Erba, per via della sua efferatezza fu considerato uno dei delitti più brutali della recente cronaca nera nazionale anche per via della grande eco mediatica che ottenne. Ad essere accusati dei quattro omicidi furono i coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi, protagonisti di un lungo e controverso processo che si concluse solo nel 2011 con la condanna in via definitiva all’ergastolo. Romano sta attualmente scontando la sua pena nel carcere di Opera, la moglie Rosa in quello di Bollate.



PRIMI SOSPETTI E INDAGINI

Sin da subito, gli inquirenti al lavoro sulla strage di Erba iniziarono a riporre i loro sospetti su Azouz Marzouk, marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef, con precedenti penali per spaccio di droga e con un passato in carcere. Solo alcuni giorni dopo i delitti fu appurato che l’uomo si trovava in Tunisia, in visita da parenti facendo così cadere le accuse a suo carico. Seppur indirettamente restò però in piedi la pista della vendetta contro il tunisino poichè, come rammenta Tpi.it, durante la sua detenzione ebbe degli screzi con alcuni esponenti della ‘ndrangheta. Ipotesi che però non ebbe alcun riscontro successivo, cadendo nel vuoto. A quel punto i sospetti degli investigatori si spostarono verso due altre persone, vicini di casa dei Castagna: Olindo Romano e Rosa Bazzi. Alcuni accertamenti sulla loro auto fecero rinvenire una traccia di sangue di Valeria Cherubini sul battiporta dello sportello, lato guidatore. Questo portò all’arresto dei due coniugi i quali, dopo aver inizialmente negato ogni responsabilità, confessano davanti ai pm, separatamente, come si sarebbero svolti i fatti salvo poi ritrattare tutto, mesi dopo, davanti al gup parlando di confessione estorta dietro la promessa di ricevere sconti di pena e poter condividere la medesima cella. Entrambi vengono però rinviati a giudizio e contro di loro, nel primo grado, si vanno ad aggiungere anche le parole di Frigerio, il quale in aula riconobbe come suo aggressore proprio Olindo.



OLINDO ROMANO E ROSA BAZZI: INNOCENTI O COLPEVOLI?

La colpevolezza di Olindo Romano e Rosa Bazzi nella strage di Erba, emersa nei tre differenti gradi di giudizio è stata a lungo ribadita anche dall’opinione pubblica. Quelle che per anni sono sempre apparse come delle assolute certezze però, di recente sono state messe in forte discussione, aprendo la strada a dubbi concreti sulla reale colpevolezza dei due coniugi. Nel 2018, a distanza di sette anni dalla conclusione del processo a carico dei due coniugi, le loro difese presentano una richiesta di incidente probatorio su nuovi reperti mai analizzati prima con l’obiettivo di giungere ad una revisione del processo. Nonostante la richiesta sia stata rigettata dalla Corte di Appello di Brescia, gli avvocati dei Romano hanno presentato ricorso in Cassazione e solo lo scorso novembre sono state depositate le motivazioni della sentenza secondo la quale le analisi possono essere eseguite con accertamento tecnico irripetibile e avviso al pm. Qualora dall’incidente probatorio emergessero elementi finora sconosciuti, i coniugi Olindo e Rosa potrebbero concretamente sperare nella riapertura di un processo, come chiesto da tempo.