Dopo 12 lunghe ore di intervento, la speleologa 42enne rimasta intrappolata nella grotta dell’Abisso è stata finalmente fatta uscire dalla cavità nella quale era rimasta da ieri pomeriggio. Nonostante la frattura ad una gamba, le sue condizioni non destano particolare preoccupazione. La protagonista di questa disavventura si chiama Giusy Caldo di Brolo ed ha deciso di affidare le sue prima parole a Repubblica.it nell’edizione di Palermo: “Sono grata agli uomini del soccorso alpino che non mi hanno lasciata sola un attimo. Certo ho avuto un po’ di paura ed ero molto stanca visto che sono stata costretta a restare per dodici ore nella grotta”, ha detto. “Nonostante le mie tante escursioni in questi anni non mi era mai successo di restare ferita”, ha proseguito la speleologa ora ricoverata nel reparto di ortopedia dell’ospedale Civico in attesa di essere operata alla gamba fratturata. Le operazioni di recupero della donna sono state tutt’altro che semplici non solo a causa delle basse temperature ma anche dell’elevato tasso di umidità e della presenza di pozzi e strettoie. Solo alle 8 di questa mattina la donna è uscita dalla grotta nella quale era rimasta intrappolata per molte ore. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



È STATA SEMPRE COSCIENTE

Ora sta bene ma quanta paura per la speleologa di Palermo rimasta bloccata per ore con una gamba rotta nella grotta delle Madonie nota con il nome di “Abisso del Vento”, a cento metri di profondità. Come riportato dal Corriere della Sera, la donna, 42 anni, che nella caverna si era avventurata con un groppo di altri speleologi, fortunatamente sta bene e si trova attualmente ricoverata all’ospedale Civico di Palermo dove è arrivata in elicottero. Il mezzo è stato fatto decollare da un pianoro vicino alla grotta di Cozzo Balatelli, sotto Isnello, suggestivo borgo medievale ad un’ora da Palermo. Gli amici per proteggere la privacy della donna hanno reso note soltanto le sue iniziali G.C.: in ogni caso il suo periodo di ricovero all’ospedale non dovrebbe durare a lungo. La donna, da sportiva allenata ed esperta di esplorazioni, pur dolorante ha capito subito che per salvarla sarebbe stata necessaria un’imponente catena umana: è rimasta sempre cosciente e alla fine ha potuto tirare un bel sospiro di sollievo. (agg. di Dario D’Angelo)



LA GROTTA “ABISSO DEL VENTO”

E’ salva e sta bene la speleologa di Palermo che ieri pomeriggio era rimasta intrappolata in una grotta. Insieme ad un gruppo di 8 compagni di viaggio, la donna, una 42enne originaria di Brolo, in provincia di Messina, è rimasta intrappolata per quasi dodici ore in una grotta, a causa della rottura della tibia riportata dopo una brutta caduta. Si era avventura nell’Abisso del Vento, una grotta ben nota agli speleologi della zona, situata sulle Madonie, a cento metri di profondità. I soccorritori, come ricorda l’agenzia Ansa, edizione online, hanno lavorato tutta la notte per riportare in superficie la ferita, sfidando un ambiente ostile e angusto, con una temperatura inferiore ai 10 gradi e un’umidità superiore all’80%. La grotta si trova precisamente nei pressi delle pendici di Cozzo Balatelli, si sviluppa per circa due chilometri e la sua profondità massima e di 220 metri. Al momento della caduta il gruppo si trovava a circa 100 metri sotto il livello del mare: cinque compagni sono risaliti ed hanno chiamato i soccorsi. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



LA SPELEOLOGA DI PALERMO STA BENE

E’ stata estratta viva la speleologa di Palermo che si trovava da ieri pomeriggio intrappolata a 100 metri di profondità. Attorno alle ore 8:00 di questa mattina i soccorritori hanno riportato in superficie la 42enne di Brolo, dopo 12 ore di agonia. La donna era scesa nella grotta chiamata l’Abisso assieme ad altri sette amici, ma dopo uno scivolone e una brutta caduta, ha subito la dolorosa frattura della tibia, ed è stata quindi costretta ad attendere i soccorsi per riemergere. Un’avventura che stava per trasformarsi in tragedia ma che fortunatamente ha avuto un epilogo positivo. Dopo il ruzzolone, gli amici speleologi hanno subito capito che sarebbe stato impossibile per loro riportare in superficie, dopo un percorso lungo due chilometri, fra anfratti, cunicoli e caverne, la propria compagna, e di conseguenza sono andati a chiamare i soccorsi. Trenta gli esperti del corpo nazionale del Soccorso che si sono messi in marcia, e che sono giunti sul luogo della caduta per recuperare la 42enne del messinese.

SPELEOLOGA DI PALERMO SALVA

Due compagni speleologi sono sempre stati a fianco della ferita, mentre altri cinque hanno risalito la grotta, per chiamare i soccorsi. I primi ad immergersi sono stati un medico e due tecnici, che in pochi minuti hanno raggiunto la donna, comunicando: «Solo una frattura tibio-peronale. Imbarelliamo e cominciamo la risalita». Un’operazione di recupero lunghissima, favorita anche dai telefonisti, scesi nella grotta per permettere comunicazioni impeccabili fra il gruppo di soccorritori e l’esterno. In superficie, intanto, si era allestito un vero e proprio campo base, con un’ambulanza e un elicottero subito pronti per intervenire. Una volta emersa, la donna, che è sempre stata cosciente e in condizioni fisiche tutto sommato discrete, la stessa è stata trasporta presso l’ospedale di Palermo, dove si trova ricoverata. Una vicenda lunga e drammatica che avrebbe potuto aver un epilogo ben più tragico ma che fortunatamente ha avuto un lieto fine.