Alessandro Di Battista preso di mira da Il Giornale per gli stipendi non pagati ai dipendenti dall’azienda di famiglia ammette tutto e come di consueto parte al contrattacco mettendo nel mirino Silvio Berlusconi. Una reazione indicativa dello stile dell’ex deputato M5s, pronto a tornare in Italia dopo aver trascorso diversi mesi con la famiglia in Nicaragua. Per il suo rientro, come riporta l’Huffington Post, c’è già una data: quella del 23 dicembre. La sensazione, ovviamente non confermata dagli interessati è che dietro al suo ritorno nel Belpaese ci sia anche la volontà di Beppe Grillo di mettere Luigi Di Maio sotto tutela. Stando a quanto appreso dal quotidiano diretto da Lucia Annunziata, il fondatore del MoVimento 5 Stelle è convinto che Di Maio fatichi ad imporre le battaglie storiche dei pentastellati con un Salvini spesso e volentieri preponderanti. Da qui il nuovo ruolo di Di Battista, che avrebbe il compito di fare da contraltare a Salvini soprattutto in vista delle Europee, con i 5 Stelle impegnati così nell’arduo tentativo di dividersi tra la parte di governo e quella di “lotta”. (agg. di Dario D’Angelo)



DI BATTISTA AMMETTE I PROBLEMI DEL PADRE E CONTRATTACCA

Alessandro Di Battista vs Il Giornale: come era accaduto già in passato, il più battagliero degli esponenti del Movimento 5 Stelle torna a dare vita a un botta e risposta col quotidiano vicino alla famiglia Berlusconi. Motivo del contendere i debiti della Di.Bi. Tec. Srl, la società di papà Vittorio e i cui debiti sono stati svelati dal quotidiano dopo essere venuto a conoscenza della sua visura camerale. Con un capitale sociale di 15mila euro, la società avrebbe circa 53mila euro di debiti verso dipendenti, 135mila nei confronti dei fornitori e 60mila verso il Fisco. Tuttavia, l’ex parlamentare grillino ha colto la palla al balzo ed è passato al contrattacco, criticando quelli che sono a suo avviso gli attacchi del Giornale e “minacciando” di tornare presto sotto Arcore come aveva fatto in passato: inoltre, in un lungo post apparso su Facebook, ‘Dibba’ ha anche ricordato che tra i dipendenti che l’azienda di famiglia ha avuto difficoltà a pagare ci sarebbe anche sua sorella, lanciando così la stoccata in merito al fatto che, a differenza di altri, lui non ha sfruttato la notorietà e il potere politico per sistemare interessi privati. (agg. di R. G. Flore)



LA PROMESSA, “TORNERO’ SOTTO ARCORE…”

Dopo Di Maio un altro esponente del Movimento 5 Stelle rischia di finire nel tritacarne per problemi legati all’azienda di famiglia. Stiamo parlando precisamente di Di Battista, che si è ritirato ufficialmente dalle scene politiche, ma che continua ad avere un certo peso all’interno degli stessi grillini. Stando allo scoop effettuato da Il Giornale, l’azienda di Di Battista, che fa capo al padre e con Alessandro socio di maggioranza, dovrebbe ancora pagare lavoratori, Inps e fornitori. Accuse a cui lo stesso ha replicato così: «Io sono così calmo e tranquillo ultimamente, ma se provocate mi tocca tornare ad Arcore sotto la villa del vostro padrone – le parole riferite su Facebbok stavolta però per leggere dei pezzi della sentenza sulla trattativa Stato-Mafia. L’avete voluto voi evidentemente». Uno scoop, quello del giornale meneghino, “cavalcato” anche da Renzi: «Si è subito buttato a pesce su questa stupidaggine – commenta Di Battista – caro Matteo, so che ti brucia ancora che uno come me… ti ha fatto il `culo´ al referendum costituzionale». Di Battista si “difende” così dalle accuse: «La nostra azienda va avanti, con enormi difficoltà. L’azienda ha avuto difficoltà a pagare puntualmente i tre dipendenti (tra cui mia sorella). Ciononostante l’azienda tira avanti, così come tante altre, sperando che i colpevoli, che oltretutto oggi provano, in modo scomposto, a fare i carnefici, vengano cacciati, una volta per tutte, dalle istituzioni». Quindi la chiosa finale: «Vi dico una cosa: grazie. Pensate di indebolirmi ma ottenete il contrario. Oggi, grazie a voi, ogni piccolo imprenditore italiano sa che un ex-parlamentare, quando era in Parlamento, non si è occupato dell’azienda di famiglia». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



GRANA PER L’AZIENDA DI DI BATTISTA?

Altra grana per il Movimento 5 Stelle secondo Il Giornale: l’azienda dei Di Battista, di proprietà di papà Vittorio e con Alessandro socio di maggioranza, non farebbe tutto secondo regole e scadenze. La famiglia dell’esponente grillino infatti non avrebbe ancora pagato lavoratori, fornitori e Inps: debiti per 53.370 euro verso i dipendenti, 135.373 euro verso i fornitori e 60.177 di debiti tributari. I dati arrivano dall’ultimo bilancio presentato dalla Di.Bi Tec. S.r.l., società della famiglia dell’ex parlamentare M5s: i debiti verso i lavoratori sono cronici e sono consultabili alla voce “altri debiti”: una somma ben superiore rispetto ai 38.238 euro del 2015 nonostante il costo del personale si sia ridotto di quasi l 20 per cento. Una inchiesta che rischia di innescare nuove polemiche dopo il caso che ha coinvolto Luigi Di Maio e l’azienda del padre Antonio Di Maio.

AZIENDA DI BATTISTA, ALTRI PROBLEMI PER IL M5S?

La Di.Bi Tec S.r.l., come dicevamo, è anche debitrice nei confronti dello Stato: Il Giornale sottolinea che a pesare sono i mancati versamenti tributari, «si tratta di 60.177 euro (in cui la parte del leone lo fa il debito Iva) e anche questi si sono innalzati rispetto all’esercizio precedente, quando a bilancio erano iscritti 40.550 euro». Infine, i debiti verso gli istituti di previdenza e sicurezza sociale: «7.715 euro e questi – a conferma della buonafede con cui si estrapolano i dati sono leggermente diminuiti: nell’esercizio precedente erano di 8.244 euro». Arrivano sui social le prime reazioni, con l’esponente del Partito Democratico Anna Rita Leonardi che ha commentato: «Dopo i Di Maio, anche i #DiBattista nei guai! Ma sti grillini ce l’hanno per vizio quello di sfruttare i lavoratori?».