Bufera a Modena per il caso del bambino di 11 anni fotosegnalato su un bus Seta, l’azienda trasporti locale. La sua colpa è stata quella di aver obliterato un biglietto vecchio da 1,30 euro mentre i nuovi sono da 1,50. Il provvedimento del controllore risponde ad una misura in vigore dal settembre dello scorso anno per la quale i passeggeri privi di biglietto e carta di identità vengono fotografati e inseriti in un apposito archivio. L’obiettivo è scoraggiare i “portoghesi” che spesso dichiarano false generalità. Le fotografie vengono mantenute da Seta e acquisite dalle forze di polizia solo in caso di contestazioni. La bufera è scoppiata perché in questo caso l’intervento è sembrato eccessivo: «Cosa c’è di umano nello schedare un bambino di 11 anni reo di avere pagato una corsa su un bus 20 centesimi in meno?», si chiede il segretario regionale di Idea-popolo e libertà Luca Ghelfi, come riportato da La Repubblica. L’azienda ora sta verificando l’accaduto, ma la misura è applicata anche ai minorenni.



MODENA, 11ENNE SCHEDATO SUL BUS PER 20 CENTESIMI

L’episodio risale al primo pomeriggio di venerdì scorso. Lo ha raccontato il padre dell’11enne alla Gazzetta di Modena, spiegando che suo figlio aveva partecipato ad una gara campestre in città da cui è tornato appunto in autobus con i compagni di classe. «Per mio figlio era la prima volta e me lo sono visto tornare a casa in lacrime con la fotosegnalazione quasi fosse un criminale e una multa da 67 euro che nel giro di poche settimane può salire a 260 euro. E tutto appunto per una differenza di 20 centesimi nel biglietto che la macchina ha accettato». L’uomo ha aggiunto che era presente quando la moglie ha dato il biglietto al figlio, ricordandogli di convalidarlo. «Mio figlio mi ha raccontato che è salito a bordo, lo ha inserito nella macchinetta che lo ha risputato con data e ora. Quindi ritengo che un utilizzatore del servizio sia a quel punto autorizzato a viaggiare tranquillo». Invece un controllore gli ha contestato il biglietto e ha chiesto all’11enne i documenti perché il titolo di viaggio era incompleto. «Lui gli ha detto che la carta d’identità non ce l’ha e quindi il guardiano degli autobus gli ha chiesto nome, cognome, nome dei genitori, indirizzo e appioppato una multa. Ma è possibile, al di là dei soldi, fotografare i bambini?».

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