Un’intimidazione bella e buona quella andata in scena la notte scorsa nei confronti di don Antonio Coluccia, prete antimafia originario di Specchia, in provincia di Lecce, noto anche al pubblico televisivo per la sue frequenti partecipazioni a programmi d’attualità in Rai (Storie Italiane e La vita in diretta su tutte, ndr). Sull’auto del prelato, fondatore dell’Opera Don Giustino a Roma, sono stati sparati diversi colpi di arma da fuoco da persone non ancora identificate. Come riportato dall’Ansa, don Antonio Coluccia in passato è stato più volte minacciato di morte per il suo impegno antimafia al punto da finire sotto scorta. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbero quattro i colpi di pistola calibro 9 esplosi all’indirizzo dell’Alfa Romeo 166 del prete diventato negli anni simbolo della legalità. I proiettili si sono concentrati in particolare sulla fiancata destra della vettura, mandando in frantumi il finestrino anteriore della macchina del prelato, che si trovava nel suo paese natale per prendere parte ad un evento organizzato dall’Associazione ‘Fuori dal Comune’ nell’aula consiliare di Supersano.



SPECCHIA, SPARI CONTRO AUTO DON ANTONIO COLUCCIA

A scoprire l’auto crivellata di colpi è stato questa mattina proprio don Antonio Coluccia, per quanto i carabinieri, che hanno già avviato le indagini per risalire ai responsabili, credano che l’azione intimidatoria possa essersi svolta fra le 2 e le 3 della notte appena trascorsa. Come ricordato da Fanpage, nei giorni scorsi sui manifesti che pubblicizzavano l’incontro con gli studenti e la cittadinanza a cui il prete antimafia ha poi preso parte era comparso uno sfregio. Sugli occhi del prete, quasi a volerglieli chiudere, erano state collocate alcune scritte in arabo che potevano essere tradotte in “buon appetito” o “buono da mangiare”. I più avevano pensato ad una bravata, una ragazzata alla quale non dare peso ma alla luce dei fatti di questa notte l’episodio assume una connotazione totalmente diversa. Don Antonio in ogni caso ha lasciato intendere già in apertura dell’incontro organizzato a Supersano di non essere disposto ad arretrare dinanzi ad alcuna intimidazione: “I miei occhi sono fatti per vedere e nessuno me li può chiudere”.

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