La procura di Lecce ha notificato a 15 persone e all’azienda Tap l’avviso di conclusione delle indagini relative a presunti reati ambientali. Sarebbero stati commessi in due siti del cantiere del gasdotto. Come riportato dall’Ansa, tra gli indagati figurano il country manager di Tap Italia Michele Elia e il project manager Paolo Lanza, in carica dal 15 marzo scorso, oltre ad imprenditori e rappresentanti delle ditte che stanno eseguendo i lavori. I reati sarebbero stati commessi a Melendugno in località “Le Paesane”, dove sono stati espiantati 445 ulivi per far posto alla trincea del gasdotto, e in località San Basilio di San Foca, sempre a Melendugno, dove si ipotizza l’inquinamento della falda e del sottosuolo del cantiere. In quest’ultimo caso, si ipotizza una dispersione di sostanze pericolose, tra cui il cromo esavalente, con la contaminazione con il cemento usato da Tap durante i lavori, a causa di una inidonea impermeabilizzazione del cantiere.



TAP: 15 INDAGATI, ANCHE VERTICI SOCIETÀ

Tra i 15 indagati a cui questa mattina è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini, firmato dal procuratore capo Leonardo Leone De Castris e dal sostituto Valeria Farina Valaori, figurano oltre a Elia e Lanza anche l’imprenditore Lucio Mello, alla cui ditta Tap aveva affidato i lavori del gasdotto e altri dirigenti e legali rappresentanti delle aziende che stanno prendendo parte ai lavori. La Procura non ha disposto il sequestro di ulteriori aree di cantiere perché dall’aprile scorso a San Basilio non si verificano più sversamenti di sostanze inquinanti. Nei giorni scorsi anche il cantiere in località “Le Paesane”, finito sotto sequestro lo scorso aprile, è stato dissequestrato. Come riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, tutti gli indagati hanno venti giorni di tempo per produrre documentazione o memorie e presentare le controdeduzioni.

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