Mentre si attende il primo giorno dell’anno per il discorso forse più “politico” degli ultimi tempi, Papa Francesco questa mattina a Santa Marta nella consueta omelia quotidiana ha voluto riaffermare una tematica molto più “intima” e vicina alla vita di tutti i giorni. Si parte dalla figura misteriosa e commovente di San Giuseppe, per concludere con l’elogio dei giovani e della loro voglia di “sognare”: «San Giuseppe seppe accompagnare in silenzio la crescita del Figlio di Dio. Un uomo giusto, un osservante della legge, un lavoratore, umile, innamorato di Maria. Lui era un uomo concreto, ma con il cuore aperto, l’uomo dei sogni, non “un sognatore”», spiega il Santo Padre che poi sottolinea come ognuno di noi è chiamato nel corso della sua vita a quella capacità di sognare il futuro. «Ognuno di noi: sognare sulla nostra famiglia, sui nostri figli, sui nostri genitori. Guardare come io vorrei che andasse la vita loro. I sacerdoti anche: sognare sui nostri fedeli, cosa vogliamo per loro. Sognare come sognano i giovani, che sono “spudorati” nel sognare, e lì trovano una strada. Non perdere la capacità di sognare – conclude Papa Francesco -, perché sognare è aprire le porte al futuro. Essere fecondi nel futuro». (agg. di Niccolò Magnani)



L’APPELLO ANTISOVRANISTA

Un testo sostanzialmente breve ma che sta già facendo discutere e che sin dal titolo fa intendere dove vuole andare a parare, vale a dire il mondo politico e le sue storture. Quello che l’oramai tradizionale discorso del Papa per la Giornata del 1° gennaio vedrà infatti Francesco lanciarsi in un duro attacco, pur mitigato dal suo stile sobrio, contro quelli che sono i vizi della politica e che qualcuno ha già letto come una sorta di documento programmatico o appello anti-sovranista dal momento che fa leva su quelli che sono soprattutto i valori contrari a una delle tendenze politiche che vanno per la maggiore in Europa. “La buona politica è al servizio della pace” è il titolo del messaggio di Bergoglio che non dimentica certo di annoverare anche quelle che sono le virtù del fare politica: tuttavia, a suo dire, soprattutto la corruzione e la negazione dei diritti portano a un indebolimento degli ideali democratici e particolarmente discusso sarà nelle prossime ore anche il passaggio in cui il Pontefice cita la xenofobia e il razzismo tra gli atteggiamenti che sono “la vergogna della vita pubblica”. (agg. di R. G. Flore)



IL PONTEFICE CONTRO I “VIZI” DELLA POLITICA

Sono parole dure quelle che Papa Francesco pronuncerà il prossimo primo gennaio in occasione della 52esima Giornata mondiale della Pace. Come riportato da Agensir, il Santo Padre nel suo discorso denuncerà corruzione, xenofobia e razzismo come “la vergogna della vita pubblica“, nonché fattori di rischio da non sottovalutare per il mantenimento della “pace sociale“. Bergoglio passerà in rassegna tutti i vizi e le virtù della politica, partendo da una constatazione difficile da contestare: “La ricerca del potere ad ogni costo porta ad abusi e ingiustizie“. Francesco lancerà anche un monito che può adattarsi all’attualità politica italiana:”Non sono sostenibili i discorsi politici che tendono ad accusare i migranti di tutti i mali e a privare i poveri della speranza“. Chiaro, secondo Bergoglio, il vero ruolo della politica nella società: “La politica è un veicolo fondamentale per costruire la cittadinanza e le opere dell’uomo, ma quando, da coloro che la esercitano, non è vissuta come servizio alla collettività umana, può diventare strumento di oppressione, di emarginazione e persino di distruzione“.



PAPA FRANCESCO, E I VIZI DELLA POLITICA

Nel messaggio che Papa Francesco leggerà il primo gennaio 2019, il vescovo di Roma è entrato nel dettaglio dei “vizi” della politica. Secondo il Santo Padre, “Accanto alle virtù, purtroppo, anche nella politica non mancano i vizi, dovuti sia ad inettitudine personale sia a storture nell’ambiente e nelle istituzioni“. Bergoglio li elenca con dovizia di particolari: “La corruzione – nelle sue molteplici forme di appropriazione indebita dei beni pubblici o di strumentalizzazione delle persone -, la negazione del diritto, il non rispetto delle regole comunitarie, l’arricchimento illegale, la giustificazione del potere mediante la forza o col pretesto arbitrario della ‘ragion di Stato’, la tendenza a perpetuarsi nel potere, la xenofobia e il razzismo, il rifiuto di prendersi cura della Terra, lo sfruttamento illimitato delle risorse naturali in ragione del profitto immediato, il disprezzo di coloro che sono stati costretti all’esilio“. Papa Francesco mette in guardia di fatto contro i pericoli dei nazionalismi esasperati: “Viviamo in questi tempi in un clima di sfiducia che si radica nella paura dell’altro o dell’estraneo, nell’ansia di perdere i propri vantaggi, e si manifesta purtroppo anche a livello politico, attraverso atteggiamenti di chiusura o nazionalismi che mettono in discussione quella fraternità di cui il nostro mondo globalizzato ha tanto bisogno“. Parole destinate ad accendere un dibattito di natura sociale ma anche politica.