Ora è ufficiale, il ponte Morandi sarà ricostruito da Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr, sulla base del progetto presentato tempo fa dall’archistar Renzo Piano. Il nuovo Morandi subirà qualche modifica rispetto all’idea originale dell’architetto genovese, ma lo “sostanza” non cambierà: «Sarà un ponte bello, bello com’è intesa la bellezza a Genova – ha commentato lo stesso Piano subito dopo l’annuncio ufficiale – un ponte molto genovese. Semplice, ma non banale. Un ponte di acciaio, sicuro e durevole. Perché i ponti non devono crollare». Renzo Piano supervisionerà il progetto, e si è immaginato un ponte «come una nave, un simbolo per tutta Italia». Piano lavorerà gratis a questo ambizioso progetto che avrà anche una grande valenza sociale: «È un grande onore dopo questo confronto, costruttivo per tutti, poter dare il mio contributo alla città di Genova, mia città d’origine. È stata scelta una grande squadra di ingegneri e costruttori, capaci di affrontare questo lavoro con rapidità, competenza e professionalità. Il Commissario Bucci – ha aggiunto – mi ha chiesto la disponibilità ad affiancarlo nella realizzazione di quest’opera attraverso un ruolo di supervisore a garanzia della qualità del progetto. Accetto volentieri. Lo faccio per spirito civico e gratuitamente». Piano ha concluso il suo intervento così: «Costruire è sempre un gesto di solidarietà, e sono certo che sarà anche motivo di fierezza» (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PONTE MORANDI: IL COMMENTO DI DI MAIO
E’ arrivata anche l’ufficialità: il ponte Morandi verrà ricostruito dal trittico di aziende formato da Salini Impregilo, Italferr e Fincantieri. L’indiscrezione era circolata già da ieri mattina a mezzo stampa, e a inizio serata è arrivata anche la conferma da parte del commissario straordinario per la ricostruzione, il sindaco di Genova Marco Bucci. L’opera verrà terminata entro Natale 2019, fra circa un anno, e costerà 220 milioni di euro. Le tre impresa di cui sopra si uniranno in una società che si chiamerà “Pergenova”, e il ponte avrà una lunghezza di 1.1 km, con 20 campate, 19 pile in cemento armato posizionate a 50 metri di distanza l’una dall’altra, ad eccezione delle campate che sovrastano il Polcevera e il passaggio ferroviario, che saranno invece di 100 metri. «Avevamo promesso alle famiglie delle vittime che Autostrade – le parole del vice-presidente del consiglio, Luigi Di Maio – non avrebbe posato neppure una pietra e così è. Era il minimo che si potesse fare nel rispetto di chi non c’è più». Esclusa quindi Autostrade per l’Italia, che dovrà pagare la ricostruzione, compresi i 19 milioni di euro per le demolizioni in corso. Si prevedono ricorsi. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PONTE MORANDI: LE PAROLE DI BUCCI
Dopo l’annuncio ufficiale nel pomeriggio della scelta del progetto presentato dalla cordata formata da Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr per la ricostruzione del Ponte Morandi in base all’idea di Renzo Piano, nell’ultima ora è andata in scena l’attesa conferenza stampa tenuta dal commissario nonché sindaco di Genova, Marco Bucci che ha presentato le società e spiegato i motivi che hanno portato a questa scelta. Bucci, dopo aver ringraziato anche il Gruppo Cimolai che aveva presentato un progetto firmato da Calatrava e che sarebbe costato di meno (circa 175 milioni), ha rivelato che il cronoprogramma condiviso col Ministero delle infrastrutture prevede che il Nuovo Ponte Morandi venga terminato entro la fine del 2019 anche se poi non sarà accessibile fino ai primi mesi del 2020. “Il ponte lo avremo in dodici mesi, serviranno circa nove mesi per la costruzione e altri tre per il collaudo” ha detto alla stampa il commissario straordinario per la ricostruzione, aggiungendo che i costi si aggireranno attorno ai 220 milioni. (agg. di R. G. Flore)
PASSA LINEA M5S SU RICOSTRUZIONE
Le indiscrezioni in merito già circolavano questa mattina ma l’ufficialità è arrivata solo nel pomeriggio con la conferma che il progetto della ricostruzione del Nuovo Ponte Morandi, secondo i dettami dell’idea di Renzo Piano, è stata affidata alla cordata formata da Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr, per un’opera che dovrebbe costare attorno ai 220 milioni. Bocciata invece la proposta del Gruppo Cimolai, che prevedeva circa 175 milioni per la ricostruzione di cui 14 per la demolizione, anche se i vertici di quest’ultimo hanno annunciato che non presenteranno comunque ricorso contro la decisione del supercommissario, nonché sindaco di Genova, Marco Bucci che ha seguito di fatto quella che è stata la linea del Governo, caldeggiata peraltro anche dal Movimento 5 Stelle, sin dalle ore successive alla tragedia per il rifacimento del viadotto crollato sul torrente Polcevera. Nel pomeriggio di oggi, inoltre, è stata prevista anche la presentazione nelle aziende della cordata che saranno impegnate nei lavori dopo che Bucci ha firmato il relativo provvedimento di affidamento: adesso resta da vedere se la promessa, ribadita questa mattina dal titolare del Ministero delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, che ha parlato dei primi mesi del 2020, “o anche a fine 2019”, sarà effettivamente mantenuta. (agg. di R. G. Flore)
LA RICOSTRUZIONE DEL NUOVO PONTE MORANDI
Alle 17 l’annuncio ufficiale che ormai tutti hanno già confermato: il nuovo Ponte Morandi, dopo quel tragico crollo del 14 agosto 2018, vedrà la ricostruzione di una cordata facente parte da Salini Impresilo, Fincantieri e Italferr. Viene così confermato il progetto di Renzo Piano come quello preferito dal Governo e dai due Commissari Toti e Bucci per poter ricostruire il viadotto gestito da Autostrade per l’Italia fino alla caduta dei piloni a Est in quella drammatica vigilia di Ferragosto. I lavori dovrebbero cominciare il 31 marzo prossimo, subito dopo comunque la demolizione della parte Ovest (quella Est è ancora ferma e dovrà attendere la super perizia fissata agli inizi di febbraio): il costo totale sarà di 200 milioni di euro, con ASPI estromessa che ha già annunciato di voler fare ricorso nonostante sia indagata come società gestore del ponte crollato sul fiume Polcevera. Nella imminente conferenza stampa presso il Comune di Genova, il Commissario Bucci non farà che confermare quanto già espresso da tutte le anticipazioni delle scorse ore (dall’Ansa e dallo stesso Sottosegretario ai Trasporti della Lega, Edoardo Rixi): il sindaco ha comunicato il tutto già stamane al Presidente della Cimolai Spa, Luigi Cimolai, che per rispetto e dovere di servizio ha annunciato che non farà ricorso contro la decisione del Governo.
CIMOLAI-CALATRAVA: “NON FAREMO RICORSO”
Il secondo progetto (in tutto erano tre, con anche quello di Autostrade mai preso in considerazione dal Governo) dopo quello dell’archistar Renzo Piano era proprio quello della Cimolai Spa, leader mondiale nei ponti in ferro: si sarebbe avvalso della preziosa e prestigiosa “regia” dell’altro super architetto Santiago Calatrava Valls, e addirittura avrebbero già un progetto più operativo e di fatto già “pronto” per essere applicato appena l’inizio dei lavori di ricostruzione sul Ponte Morandi sarebbero stati confermati. La scelta però alla fine è stata ricondotta al progetto di Renzo Piano, con la costruzione materiale di Salini Impregilo, Italferr e Fincantieri: «La società Cimolai per puro spirito di servizio al Paese e per non ostacolare la ricostruzione tale da aprire al traffico l’infrastruttura entro natale 2019, non ha intenzione di presentare ricorso». Non solo, come ha giustamente ricordato Giorgio Zanchini (conduttore di Radio Anchi’io) a Rai News24 vi sarebbe pure un secondo motivo per cui Cimolai non faranno ricorso contro la decisione: Calatrava è un grande ammiratore e “discepolo” architettonico di Renzo Piano e mai avrebbe mosso denunce o scontri nei confronti dell’illustre maestro genovese.