Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati all’ergastolo in via definitiva per la strage di Erba, hanno presentato una denuncia per la distruzione dei reperti mai analizzati. Il 12 luglio, poche ore prima che la Corte di Cassazione si pronunciasse stabilendo che giubbotti delle vittime, mozziconi di sigaretta, la tenda di casa di Mario Frigerio e molto alto potessero essere analizzati dalla difesa con la formula dell’accertamento tecnico di parte con l’avviso al pm, avvenne la distruzione su disposizione dell’ufficio corpi di reato. Sulla vicenda si sono mossi gli ispettori del ministero della Giustizia, sollecitato anche da alcune inchieste giornalistiche, tra cui quella de “Le Iene”. Del caso recentemente si è occupato anche Storie Maledette. L’annuncio arriva all’Ansa dall’avvocato Fabio Schembri, che con Nino D’Ascola e Luisa Bordeaux difende i coniugi: «Tre settimane fa Olindo e Rosa hanno depositato in proposito una denuncia, agli uffici matricola delle carceri di Opera e Bollate». Inoltre, ha precisato che l’auspicio è «che l’autorità giudiziaria comasca faccia chiarezza e accerti le responsabilità».
OLINDO ROMANO E ROSA BAZZI, DENUNCIA PER DISTRUZIONE REPERTI
Secondo la difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, proprio in quei reperti ci sarebbe la verità sul massacro della famiglia Castagna e di due vicini. E proprio su alcuni frammenti dei reperti recuperati dopo la distruzione delle prove si baserà il nuovo esame autorizzato dalla Corte di Cassazione su richiesta degli avvocati della coppia. Si tratta di un accendino trovato sul luogo del crimine, 19 mozziconi di sigaretta, una tenda, un mazzo di chiavi, tre giubbotti e alcune formazioni pilifere rinvenute sugli abiti del piccolo Youssef. Nella strage di Erba morirono Paola Galli, Raffaella Castagna, Youssef Marzout e Valeria Cherubini. L’unico superstite, Mario Frigerio, ferito non mortalmente alla gola, è morto nel 2014. Era l’unico testimone sopravvissuto alla strage: riconobbe in Olindo Romano uno dei due autori della strage, per la quale i due coniugi sono stati condannati con sentenza definitiva all’ergastolo.