E’ arrivata nel pomeriggio di oggi la decisione del Gup del Tribunale di Trani, Angela Schiralli, in merito alla richiesta di rinvio a giudizio per i 18 imputati accusati della strage dei treni in Puglia. Il riferimento è al grave incidente ferroviario sulla linea Andria-Corato del 12 luglio 2016 e nel quale morirono 23 persone ed altre 51 rimasero ferite. Il giudice ha deciso di rinviare a processo tutti gli imputati, ovvero 17 persone fisiche e la società Ferrotramviaria e stando a quanto reso noto da La Gazzetta del Mezzogiorno, il processo prenderà il via a Trani il prossimo 28 marzo. La decisione del gup è giunta dopo circa due ore e mezza di camera di consiglio nella quale si era riunito dopo l’udienza preliminare che si è svolta questa mattina. A finire a processo, dunque, saranno i dirigenti e i dipendenti della società Ferrotramviaria e del Ministero accusati a vario titolo dei reati di disastro ferroviario, omicidio colposo, lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso. Secondo l’accusa, la strage dei treni sarebbe stata causata da un errore umano ma furono ritenuti responsabili del disastro anche coloro che non avrebbero vigilato sulla sicurezza della tratta a binario unico con blocco telefonico.
STRAGE TRENI, LE ACCUSE
Nel corso dell’udienza preliminare che ha anticipato la decisione del gup sulla strage dei treni, a costituirsi parte civile nel processo che si svolgerà il prossimo marzo sono stati la Regione Puglia, i Comuni di Andria, Corato e Ruvo di Puglia, i familiari delle vittime ed alcune associazioni. Dalle indagini condotte dalla procura di Trani emerse che quel giorno ad Andria fu dato l’ok alla partenza del treno senza attendere l’incrocio con il convoglio che arrivava da Corato, la cui partenza non fu comunicata. Una negligenza gravissima che ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura a carico dirigenti di movimento di Andria e Corato, Vito Piccareta e Alessio Porcelli, il dirigente coordinatore centrale Francesco Pistolato e il capotreno Nicola Lorizzo, che viaggiava sul treno in partenza da Andria (il collega da Corato perse la vita nello scontro). I due capostazione sono accusati anche di aver falsificato i registri relativi all’ok sulla partenza dei treni. Contro i dirigenti di Ferrotramviaria l’accusa è quella di non aver valutato attentamente i rischi violando così alcune norme in tema di sicurezza.