«Da Presidente subito Cesare Battisti sarà estradato in Italia»: così aveva parlato il futuro Presidente del Brasile, Jair Bolsonaro trovando subito l’asse “giusto” col Ministro degli Interni Matteo Salvini, da tempo schierato sulla linea dell’estradizione del terrorista ex Proletari Armati per il Comunismo (in fuga prima in Francia e poi negli ultimi anni in Brasile, ndr). Ora pare che la situazione e le condizioni preparate dalla Corte Suprema di Brasilia (cui spetta la decisione finale in merito) sia molto prossima ad una svolta: secondo quanto scrive oggi il quotidiano brasiliano O Globo, la Corte Suprema Federale Brasiliana sta «preparando il terreno affinché il neoeletto Presidente Jair Bolsonaro possa estradare Cesare Battisti all’inizio del suo mandato». Per questa strada, data ormai come imminente, la Corte deve però prima decidere in merito ad un secondo fondamentale “nodo”: la decisione del 2010 dell’ex presidente Lula di consentire all’ex terrorista dei Pac l’esilio in Brasile, potrà essere rivista anche da altri capi di stato o rimane scelta inconfutabile? Su questo punto i giudici starebbero cercando di dirimere una scelta finale che possa riportare la giustizia richiesta dall’Italia per tutte le vittime del terrorismo dovute alle barbare azioni di Cesare Battisti e dei suoi complici.
BATTISTI ESTRADATO? L’ASSE BOLSONARO-SALVINI CONTINUA
L’arresto di Lula, la fuga nello scorso 5 ottobre 2017 verso la Bolivia e l’arresto al confine sono solo gli ultimi “capitoli” di una lunghissima vicenda giudiziaria e politica del più famoso ex terrorista mai pentito e mai “acciuffato” dalle autorità italiane. Il 24 ottobre 2018 la Corte Suprema aveva deciso di non mandare in carcere Battisti in attesa di decidere in merito all’estradizione: «Il tribunale regionale federale della Terza regione, a San Paolo, ha stabilito che per Cesare Battisti restano in vigore le misure cautelari alternative al carcere. La decisione è stata presa all’unanimità», aveva spiegato il Tribunale brasiliano. Allora come oggi, l’Alta Corte è chiamata a decidere sulla concessione o meno dell’habeas corpus (che ad oggi impedisce ancora all’Italia di far scontare l’ergastolo a Cesare Battisti nelle nostre carceri, ndr) all’ex terrorista dei Pac: l’asse però tra Salvini e Bolsonaro sembra abbia fatto decollare la tempistica e forse, dopo decenni, una soluzione definitiva al caso Battisti potrebbe davvero essere vicina.