La Manovra non piace non solo all’Europa (anche se ha dato il suo ok finale) e alle opposizioni, ma anche alla Cei (la Chiesa italiana) e a tutto il mondo delle organizzazioni non profit che vedono nell’aggravio dell’Ires un vero e proprio “attacco” al terzo settore: secondo le anticipazioni della Legge di Bilancio in via di approvazione al Senato, dovrebbe essere cancellato lo sconto del 50% sull’imposta sui redditi delle società (Ires). Con questa cancellazione della mini-Ires a tutti gli enti non commerciali, si teme ai vertici della Chiesa italiana che il non profit – che nel nostro Paese aiuta tutti i giorni gli strati della società più bisognosi – possa scomparire. «Vogliamo sperare che la volontà di realizzare alcuni obiettivi del programma di Governo non venga attuata con conseguenze che vanno a colpire fasce deboli della popolazione e settori strategici a cui è legata la stessa crescita economica, culturale e scientifica del Paese», spiega il Segretario generale della Cei monsignor Stefano Russo in una nota pubblica il giorno dopo l’accordo trovato sulla Manovra Economica.
MONDO NON PROFIT IN ALLARME SUGLI AGGRAVI DELLA MANOVRA
«Se davvero il Parlamento procedesse con la cancellazione delle agevolazioni fiscali agli enti non commerciali (con la soppressione dell’aliquota ridotta Ires), verrebbero penalizzate fortemente tutte le attività di volontariato, di assistenza sociale, di presenza nell’ambito della ricerca, dell’istruzione e anche del mondo socio-sanitario», continua ancora mons. Russo illustrando le possibile conseguenze nefaste del provvedimento in Manovra, «Si tratta di realtà che spesso fanno fronte a carenze dello Stato, assicurando servizi e prossimità alla popolazione», conclude la Cei. Tagli alle agevolazioni per la Chiesa e per tutti i tanti soggetti laici che ogni giorno aiuta i più poveri, i bisognosi, i senzatetto e quant’altro. Secondo le stime del Governo, l’imposta dovrebbe raddoppiare dal 12 al 24% per moltissime realtà come «gli istituti di assistenza sociale, le società di mutuo soccorso, gli enti ospedalieri, di assistenza e beneficenza, gli istituti di istruzione e di studio, i corpi scientifici, le accademie, le fondazioni e associazioni storiche, letterarie, scientifiche, gli enti ecclesiastici, gli Istituti autonomi per le case popolari», riporta l’Avvenire.