Si è conclusa la fuga di Peter Cherif, terrorista ricercato dal 2015 per il suo coinvolgimento durante l’attentato a Charlie Hebdo, quotidiano francese, in cui morirono 12 persone. Si trovava in Africa, precisamente nello stato del Gibuti, e sono già state avviate le pratiche per l’estradizione in Francia dove verrà poi condannato. Una radicalizzazione che ha radici lontane quella di Cherif, iniziata nel 2003, durante l’intervento militare degli Stati Uniti in Iraq, come conseguenza all’attentato delle Torri Gemelle. Cresciuto nel 19esimo arrondissement di Parigi, frequentante il noto parco “Buttes-Chaumont”, venne poi arrestato a Falluja nel 2004 e condannato a 15 anni di carcere a Baghdad presso il centro di detenzione di Abu Ghraib, da cui roiuscì però a fuggire nel marzo 2007 durante un attacco. L’anno seguente venne nuovamente fermato e arrestato, ma riuscì inspiegabilmente a fuggire di nuovo nel 2011. Da quell’anno si sono perse le sue tracce fino al 7 gennaio del 2015, giorno in cui lo stesso Cherif ordinò l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo per la famosa vignetta satirica contro Maometto. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

CHARLIE HEBDO, FERMATO PETER CHARIF

Quasi quattro anni fa un commando di terroristi entrò in azione nella redazione parigina di Charlie Hebdo, il giornale satirico francese noto per le sue vignette spesso provocatorie, compiendo una strage in cui persero la vita 12 persone tra giornalisti, disegnatori e agenti di polizia, impreparati rispetto a milizie attrezzate con armi e tattiche da guerra. Era il 7 gennaio del 2015: ma la Francia non ha dimenticato quella terribile ferita nella sua storia e oggi ha fatto segnare un punto a suo favore nella guerra al terrorismo arrestando la mente di quell’atroce attentato. Si tratta di Peter Cherif, fermato a Gibuti e già tra le mani della polizia transalpina. Il jihadista, 36 anni, era molto amico dei fratelli Kouachi, autori materiali della strage nella redazione. A riportare la notizia del suo arresto è il sito del settimanale Marianne, citando fonti del governo, ripreso da altri media francesi.

CHARLIE HEBDO, ARRESTATA A GIBUTI MENTE DELL’ATTENTATO

Peter Chérif è dunque sospettato di aver pianificato nei dettagli l’attentato nella redazione di Charlie Hebdo del 7 gennaio 2015, l’attacco che provocò un bilancio di 12 morti e 11 feriti ma soprattutto fece piombare la Francia in un clima di terrore ridestato purtroppo dal recente attentato ai mercatini di Natale di Strasburgo in cui ha perso la vita anche il nostro Antonio Megalizzi. Come riportato dal settimanale Marianne, dopo la cattura nello stato africano del Gibuti, Chérif è già in via di estradizione verso la Francia. Il terrorista, noto anche con il nome di Abou Hamza, era latitante dal 2011. Che’rif, riferisce ancora Marianne, era inserito nella lista dei terroristi più ricercati al mondo. Dunque un arresto di primissimo livello da parte delle forze dell’ordine transalpine, che fanno segnare un importante passi avanti nella lotta contro il terrorismo. Nelle prossime ore saranno certamente resi noti ulteriori dettagli sulla sua cattura.