«Non ho ucciso io Giuseppe Marchesano». Prima confessa l’omicidio, poi fa retromarcia Danny Scotto, 27enne operaio agricolo di Chiesina Uzzanese (Pistoia). Sisto Restuccia, sostituto procuratore della Repubblica di Pisa, aveva chiesto di sentirlo di nuovo per delle precisazioni sulla confessione del delitto fatta davanti al gip del tribunale di Pisa Pietro Murano. Lo scorso novembre, infatti, dopo quattro giorni in carcere a seguito del fermo, Scotto ammise di aver ucciso l’amico conosciuto sui banchi di scuola a Pescia. Ora invece ritratta tutto prima di chiudersi nel silenzio, mettendo così fine all’incontro con cui il magistrato voleva fargli ripercorrere la vicenda in maniera dettagliata, con riferimento al movente e alla dinamica della visita a casa di Giuseppe Marchesano finita con un cadavere seminudo sul divano. Il 27enne ha ammesso di essere andato quel giorno a Casteldelbosco di Montopoli a casa dell’amico, del resto le telecamere di Santa Maria a Monte lo inquadrarono a pochi chilometri dalla casa in un orario compatibile con il delitto.
OMICIDIO MARCHESANO, SCOTTO: “NON L’HO UCCISO IO”
Danny Scotto ha raccontato di essere andato da Giuseppe Marchesano per cercare di ricucire l’amicizia che si era deteriorata senza che l’amico gli avesse mai, a suo dire, spiegato le ragioni. Ha aggiunto poi di non aver sparato all’amico e di non essere coinvolto nell’omicidio. L’avvocato del 27enne, Francesca Vanni, ha spiegato – come riportato da La Nazione, che «le investigazioni difensive alle quali abbiamo dato avvio, ora dovranno tenere conto del fatto che Scotto ha ritrattato la confessione». Il legale ha proseguito spiegando che stanno sentendo conoscenti e amici comuni per ricostruire lo stile di vita di entrambi, la loro conoscenza, e per ricostruire il periodo precedente all’omicidio, dall’acquisto dell’arma da parte di Scotto ai suoi spostamenti, fino alle ragioni di quell’incontro a casa. «La Procura ha svolto un lavoro imponente: quello che è successo in quella casa ce lo diranno gli esiti degli accertamenti dattiloscopici, dei reperti biologici e la balistica affidati al Ris di Roma». Giuseppe Marchesano venne trovato morto in casa, crivellato di colpi, da un amico che era andato a cercarlo perché non rispondeva al cellulare. Le indagini in poche ore portarono a Scotto che in caserma negò ogni addebito, ma in carcere confessò l’omicidio che ora nega di aver commesso.