Sono iniziati nella giornata di ieri i lavori di demolizione del ponte Morandi. Le ruspe sono entrate in azione in quel di Genova, cominciando ad abbattere gli edifici sottostanti il viadotto crollato lo scorso 14 agosto. L’obiettivo del commissario Marco Bucci e del governo è quello di far vedere il nuovo ponte ai genovesi entro il Natale 2019, per poi completarlo definitivamente per la primavera 2020. Un traguardo ambizioso, che il procuratore Cozzi ha giudicato nella giornata di ieri quasi impossibile. Dello stesso parere sembrerebbe essere Il Corriere della Sera, che analizzando la burocratica vicenda scrive: «Marco Bucci sa bene che «entro il mese di dicembre 2019» non ci sarà nessuna inaugurazione – si legge sul quotidiano – e confida piuttosto sul fatto che per quella data la lavorazione sia avanzata, in modo che i genovesi possano rendersene conto». Molte le sfide che comporterà la ricostruzione, a cominciare dalla demolizione stessa, una questione molto complicata per via delle indagini in corso da parte della procura genovese, che obbliga i lavori di distruzione a non essere troppo invasivi, un vero e proprio paradosso. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PONTE MORANDI: BUCCI REPLICA A COZZI
Il nuovo ponte Morandi sarà ricostruito entro il Natale 2019, anzi no. Se fino a ieri quella data sembrava quasi “certa”, nelle ultime ore regna invece sovrana l’incertezza, in particolare, dopo le previsioni tutt’altro che ottimistiche del procuratore capo di Genova, Cozzi, colui che si sta occupando delle indagini in merito al crollo del viadotto sul Polcevera. Il commissario straordinario Marco Bucci si è sentito tirato in ballo, ed ha quindi deciso di controreplicare: «Il Procuratore ha ragione – le sue parole riportate dall’edizione online di Repubblica – ci sono richieste specifiche da parte dei periti, e sta a noi trovare il modo per rispettare le loro esigenze e tenere i tempi. È esattamente come si deve fare, abbiamo lavorato in comune accordo e continueremo a farlo perché questo è lo spirito con cui vogliamo continuare». Il sindaco di Genova, replica così alla frenata di Cozzi sull’inaugurazione del nuovo Morandi: «Noi stiamo già lavorando sui dettagli del piano di abbattimento per la parte est e penso che saremo in grado, in pochi giorni, di produrre tutti i dettagli. Mi sembra una richiesta valida è un segnale che il dialogo è continuo e rispetta le esigenze di tutti. Lavoriamo assieme, come abbiamo fatto finora e i risultati ci sono stati». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
PONTE MORANDI: IL COMMENTO DI MATTARELLA
Si è messa finalmente in moto la complessa macchina organizzativa che avrà il compito di ricostruire il ponte Morandi, regalando a Genova e all’Italia intera un nuovo viadotto. La ricostruzione è stata affidata in via ufficiale alla Salini Impregilo, che si avvarrà della preziosa collaborazione di Italferr e Fincantieri, mentre la supervisione del progetto spetterà a Renzo Piano, architetto genovese doc, fra i primi a disegnare il nuovo viadotto sul Polcevera. Se tutto andrà come previsto, come spiegato dal commissario straordinario Bucci e da altri rappresentanti delle istituzioni, il nuovo ponte sarà in piedi per il Natale del 2019, per poi essere inaugurato in via ufficiale entro i primi mesi del 2020. Una previsione fin troppo ottimistica secondo il procuratore Francesco Cozzi, titolare delle indagini riguardanti il crollo del Morandi: «Capisco che il commissario alla ricostruzione debba fare il proprio lavoro – le sue parole rilasciate quest’oggi ai microfoni de Il Secolo XIX – ma io non posso confermare i tempi che ha annunciato , non sarei onesto: dare per sicura una data o un’altra in questo momento è un azzardo, me lo hanno ribadito anche di recente i nostri consulenti tecnici».
PONTE MORANDI: IL PARERE DI COZZI SULLA RICOSTRUZIONE
Cozzi giustifica così il suo pensiero: «Finora, con grandi sforzi reciproci, abbiamo dimostrato di poter stare nei tempi. Ma in ballo c’erano interventi sul moncone di ponente, molto meno impegnativo. Se parliamo del levante la situazione è assai diversa. Per inaugurare il ponte ad aprile-maggio 2020 – argomenta il procuratore capo – bisognerebbe abbattere e liberare tutto entro la primavera 2019. Ecco, questo mi pare altamente improbabile, considerato che ci sarà una riunione tra periti a fine gennaio e un’udienza dell’incidente probatorio l’8 febbraio, per pianificare le attività dei mesi successivi». Secondo Cozzi è più probabile che la demolizione si concluda a primavera inoltrata, quindi a fine maggio/inizio giugno, e di conseguenza la ricostruzione del ponte slitterebbe molto probabilmente a fine 2020. «Allo stato attuale gli sviluppi sono imprevedibili – conclude – è una questione di rispetto delle vittime e della cittadinanza in generale. Mi limito a rilevare, diciamo così, che forse sarebbe meglio darsi scadenze un po’ più larghe…».