L’elettricista torinese che nell’estate del 2017 travolse una coppia in moto, in Val di Susa, dopo una lite per viabilità, uccidendo Elisa Ferrero e ferendo gravemente il fidanzato, è stato condannato a 15 anni e 8 mesi. Omicidio volontario aggravato dai futili motivi e lesioni aggravate, questi i reati per i quali è stato ritenuto colpevole Maurizio De Giulio. Lo ha stabilito il Tribunale di Milano. Il giudice Anna Calabi, pur avendo condannato l’elettricità a 5 mesi in più rispetto a quanto chiesto dal pm Piero Basilone, ha derubricato il reato di tentato omicidio in lesioni aggravate in relazione alle gravi ferite riportate da Matteo Penna, rimasto in coma per un mese. Per il fidanzato della 27enne è stata quantificata una provvisionale di 300mila euro, mentre per la ragazza che ha perso la vita, come richiesto dai suoi legali, si procederà in sede civile con la richiesta di risarcimento.



TRAVOLSE MOTO DOPO LITE: CONDANNATO A 15 ANNI E 8 MESI

«Per noi va bene perché ha tenuto conto dell’impianto accusatorio», il commento degli avvocati Fabio Ghiberti ed Elena Negri. Maurizio De Giulio, presente in aula durante la lettura del dispositivo, è uscito quasi in lacrime. I suoi avvocato, come riportato da Tgcom24, impugneranno la sentenza dopo che le motivazioni verranno depositate in 90 giorni, perché per loro si è trattato di omicidio stradale. La tragedia era avvenuta in provincia di Torino, sulla strada statale di Condove, località Gravio. A scatenarla un banale litigio per una precedenza mancata. Elisa Ferrero morì sul colpo, il fidanzato fu ricoverato in ospedale in coma. Dal carcere l’elettricista prese carta e penna e scrisse una lettera alle famiglie dei due ragazzi chiedendo scusa, ma agli atti del processo c’è anche la testimonianza di un uomo che ha racontato che l’imputato, subito dopo l’incidente, sarebbe sceso dalla sua auto e avrebbe detto: «Non mi dispiace per niente».

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