Matilda Borin è stata trovata con la milza spappolata, fratture alle costole e il distacco del rene destro, ma per la morte della piccola bimba di 23 mesi nessuno è risultato essere colpevole. Nella giornata di ieri è arrivato l’ennesimo schiaffo giudiziario di questa vicenda, visto che Antonio Cangialosi, l’ex compagno della madre di Matilda, è stato assolto in appello, nonostante lo stesso abbia colpito alla schiena in maniera violentissima la piccola di cui sopra, morta poche ore dopo quel folle gesto. Dopo tredici anni e mezzo resta ancora un mistero il decesso di Matilda, e nessuna delle due persone che al momento dei fatti erano vicine alla bimba, la madre Elena Romani, e appunto Antonino Cangialosi, all’epoca dei fatti suo fidanzato, è risultata essere colpevole. «Erano in in quella casa – le parole eloquenti di uno dei due avvocati della Romani al termine dell’udienza – due assolti. Allora la piccola Matilda si è suicidata». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MORTE MATILDA BORIN: PRONTO IL RICORSO

Roberto Scheda, il legale della madre della piccola Matilda Borin, assassinata 13 anni fa a soli 22 mesi, non ritiene assolutamente chiusa la questione dopo la sentenza di assoluzione di Antonio Cangialosi: “Aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza, dopodiché faremo ricorso in cassazione”, ha dichiarato l’avvocato. “Il peccato originale di questa vicenda va ricercato all’inizio, nel non aver mandato a giudizio entrambi contemporaneamente”. Ha dunque preannunciato il ricorso in Cassazione con il caso di Matilda che rischia di restare insoluto, visto che con l’assoluzione di Cangialosi non ci sono al momento ipotesi aperte per trovare, dopo tanti anni, un responsabile per la morte della bimba di neanche due anni. (agg. di Fabio Belli)



RESTA UN MISTERO LA MORTE DELLA PICCOLA

Con l’assoluzione di Antonio Cangialosi, l’omicidio di Matilda Borin resta un mistero, a tredici anni di distanza. L’uomo, ex compagno della madre Elena Romani, è stato assolto in Appello nella giornata di oggi per non aver commesso il fatto. Per la morte della piccola era stata già processata ed assolta anche la stessa madre. Entrambi, infatti, erano finiti a più riprese nel mirino degli inquirenti ed oggi, con la decisione dei giudici dell’Appello, non esiste ancora una verità sebbene l’autopsia abbia spazzato ogni dubbio sul fatto che quanto accaduto alla piccola di 22 mesi sia un omicidio. Giustizia, dunque, ancora non è stata fatta. Secondo le indagini dell’epoca, al momento della morte di Matilda in casa vi erano solo la madre, hostess, e Cangialosi, allora suo compagno, bodyguard. I due non sono mai stati imputati nel medesimo processo ma in entrambi i casi non sono mai stati raccolti sufficienti elementi per condannarli. Nel caso di Cangialosi, nei giorni scorsi era stato lo stesso sostituto procuratore generale di Torino a chiedere l’assoluzione dell’uomo, richiesta oggi accolta in Appello. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



MATILDA BORIN, NESSUN COLPEVOLE A 13 ANNI DAL DELITTO

Sono passati 13 anni e cinque mesi dall’omicidio di Matilda Borin, la bimba di 22 mesi morta il 2 luglio 2005 nella villetta di Roasio, in provincia di Vercelli. Ad ucciderla, un gravissimo trauma alla schiena che le procurò lesioni agli organi interni e una emorragia violenta e fatale che non le diede scampo. Per il terribile delitto della piccola Matilda, fu condannato Antonio Cangialosi, ex compagno della madre della vittima ed accusato di omicidio preterintenzionale. Oggi, una nuova svolta nel caso con l’assoluzione dell’unico imputato, su decisione dei giudici della Corte d’Assise d’Appello di Torino che hanno accolto la richiesta avanzata dal sostituto procuratore generale, Marcello Tatangelo, confermando la sentenza di assoluzione in primo grado pronunciata dal gup di Vercelli. Con l’assoluzione di Cangialosi, dunque, l’omicidio di Matilda Borin resta senza soluzione ma soprattutto senza un colpevole. Come ricorda Fanpage.it, Cangialosi già nel dicembre di due anni fa era stato assolto con rito abbreviato in primo grado per non aver commesso il fatto. La Cassazione aveva però annullato la decisione del gip di Vercelli accogliendo il ricorso presentato dalla difesa della madre di Matilda – anche lei assolta in via definitiva nel 2012 – e che aveva riportato Cangialosi sul banco degli imputati. Oggi, la nuova assoluzione che ha fatto ancora una volta sprofondare il caso nel mistero.

MATILDA BORIN, ASSOLUZIONE CANGIALOSI CONFERMATA IN APPELLO

Oggi Matilda Borin avrebbe 15 anni ma, come già ricordato dal pg nell’ultima udienza, “non abbiamo certezze su chi l’abbia uccisa”. “È una sconfitta della giustizia. Ma sarebbe una sconfitta anche condannare un innocente per trovare a tutti i costi un colpevole”, aveva aggiunto, prima della decisione della Corte d’Appello che oggi ha assolto Cangialosi dalle accuse di omicidiomatil. Ora occorrerà attendere 90 giorni prima del deposito delle motivazioni nelle quali conosceremo le ragioni che hanno spinto i giudici a procedere con l’assoluzione dell’uomo. L’avvocato Andrea Delmastro, difensore dell’uomo, in aula ha commentato, come riferisce Corriere.it: “il cuore centrale del processo è la prova scientifica e contro la scienza e il razionale non si può andare. Condannare Cangialosi significherebbe condannarlo contro la scienza. Cangialosi ha raccontato la sua verità, risultata poi compatibile e coerente con quella scientifica: per questo quella verità vale doppio”. A suo dire, l’imputato è innocente come dimostrato anche dalle perizie dei giudici e dalle consulenze di parte secondo le quali “il tempo intercorrente tra il trauma e la perdita di coscienza” della piccola Matilda risultò compreso tra i 15 e i 40 minuti, mentre Cangialosi rimase da solo con la bambina appena tre minuti.