Ricorre oggi, 21 dicembre 2018, il solstizio d’inverno: si entra ufficialmente nella stagione fredda e la giornata odierna in particolare è quella più corta dell’anno a livello di luce solare. A riprova dell’importanza di questo passaggio per il nostro Pianeta anche l’omaggio che Google ha voluto dedicare al solstizio d’inverno dedicandogli un simpatico doodle. Protagonista della raffigurazione visibile sulla home page del motore di ricerca è un simpatico esserino formato all’apparenza da ghiaccio che su una superficie a sua volta gelata è intento a giocare con i fiocchi di neve e a tentare di afferrarli. Ad aiutarlo è un essere non meglio precisato che vive nei fondali, solleva la porzione di ghiacchio su cui il festoso piccoletto si trova a camminare e lo porta in alto quel tanto che basta per afferrare i fiocchi ed essere felice. Un’idea carina per accogliere il solstizio d’inverno. (agg. di Dario D’Angelo)
DOMANI LA LUNA PIENA FREDDA
Tra poche ore il solstizio d’inverno 2018, domani la luna piena fredda: sabato 22 dicembre 2018 infatti è prevista l’ultima luna piena dell’anno e c’è una curiosità interessante. Il termine arriva dai nativi americani, Cold Moon, che facevano coincidere l’apparizione della luna piena con l’inizio del periodo più freddo dell’anno. L’altra traduzione inglese di luna piena fredda è Long Night Moon, ovvero luna della lunga notte. Quotidiano.net evidenzia che si voleva indicare il periodo dell’anno in cui le notti si facevano più lunghe. E non sembra essere una coincidenza che la notte del solstizio invernale sia la notte più lunga dell’anno e, dunque, il giorno più corto. Ricordiamo che ciò avviene perché il Sole si trova alla sua massima distanza al di sotto dell’equatore celeste e in cui è minimo l’arco apparente da sudovest e sudest. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
SOLSTIZIO D’INVERNO ANCHE SUGLI ALTRI PIANETI
La Terra ma non solo: il solstizio d’inverno c’è anche sugli altri pianeti del Sistema Solare, che hanno l’asse di rotazione inclinato rispetto al piano dell’orbita. Da Venere a Giove, dunque, troviamo l’alternanza di stagione dappertutto anche se la frequenza degli eventi e dei cambiamenti stagionali variano a seconda dell’inclinazione dell’asse. Venere, ad esempio, ha una inclinazione molto piccola (3°), molto distante da quella della Terra (23,5°), Per quanto riguarda Saturno, invece, le stagioni durano sette anni: il pianete completa una rivoluzione ogni 29,5 anni terrestri e l’alternanza stagionale è molto più scandita nel tempo. Infine, una battuta su Nettuno: anche qui i solstizi si fanno attendere, con ogni stagione che dura 40 anni terrestri. Insomma, la Terra da questo punto di vista non rappresenta di certo un’eccezione… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IL LEGAME CON IL NATALE
Alle ore 23.23 di oggi, venerdì 21 dicembre 2018, cadrà il solstizio di inverno: la notte più lunga dell’anno con il passaggio dall’autunno all’inverno. Nel corso dei tempi è diventato una ‘festa d’inverno’, con solstitium che indica una apparente fermata del Sole nel cammino compiuto nella volta celeste: la nostra stella in questi giorni sembra smettere i calare rispetto all’equatore e sembra ‘fare una pausa’ in cielo, per poi invertire il cammino e iniziare il percorso di avvicinamento all’equatore celeste. Come sottolinea Focus, la nostra stella sembra tramontare e poi risorgere dalla stessa posizione. Nell’antica Roma i giorni attorno al solstizio invernale venivano celebrati con una festa, una celebrazione della rinascita che secondo alcuni è «l’origine pagana del Natale». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
21 DICEMBRE 2018, SI CELEBRA IL SOLSTIZIO D’INVERNO
Il solstizio d’inverno 2018 è ormai alle porte. Oggi, 21 dicembre 2018, alle ore 23.23 in punto prenderà ufficialmente il via l’inverno che si lascerà alle spalle la stagione autunnale. A riprova del cambio di stagione sono state negli ultimi giorni le temperature divenute sempre più rigide e in concomitanza con le quali abbiamo assistito anche all’arrivo della prima neve sulla nostra Penisola. Il freddo inverno, dunque, sta per arrivare a tutti gli effetti e in concomitanza con tale evento astronomico faremo anche i conti con il giorno più corto dell’anno. Il solstizio d’inverno rappresenta il giorno in cui dal punto di vista astronomico prende il via la stagione invernale. In astronomia, il solstizio, è il momento in cui il Sole raggiunge nel suo moto apparente lungo l’eclittica il punto di declinazione massima o minima. Nel caso del solstizio d’inverno è il momento in cui il Sole si trova alla sua massima distanza al di sotto dell’equatore celeste e in cui è minimo l’arco apparente da Sud-Ovest a Sud-Est. Proprio per questo la giornata di oggi è considerata la più corta dell’anno e ciò significa che da domani e con il passare dei giorni, le giornate inizieranno ad allungarsi sempre di più fino a raggiungere nuovamente il culmine tra sei mesi esatti, in concomitanza con l’arrivo del solstizio d’estate.
SOLSTIZIO D’INVERNO 2018: LE ANTICHE TRADIZIONI
Il solstizio d’inverno non ha sempre la medesima data. Questo dipende dal fatto che l’anno solare è in realtà formato da 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi anche se noi per convenzione lo facciamo durare 365 giorni. In tal modo, però, subiamo inevitabilmente uno slittamento. Questa data coincide anche con l’inizio delle feste e delle celebrazioni poichè ricorda gli antichi festeggiamenti di epoca romana, quelli del Sol invictus e Saturnalia – a partire dal 17 dicembre -, feste pagane in onore di Saturno e durante le quali veniva celebrata la rinascita della natura. In questi giorni di festa, le guerre venivano interrotte e gli schiavi potevano considerarsi, seppur per breve tempo, degli uomini liberi. In generale, al solstizio d’inverno sin dalla preistoria è stato attribuito il significato sacro del trionfo della luce sulle tenebre. Tra i maggiori e più popolari simboli del solstizio ricordiamo Stonehenge, il sito neolitico situato nel Wiltshire, in Inghilterra. Il 21 dicembre era una data attesa già tremila anni fa nelle Stonehenge d’Italia, da Petre de la Mola in Basilicata ai megaliti della valle del Belice in Sicilia. Sono i cosiddetti calendari in pietra che in Italia risalgono quasi tutti alla Tarda Età del Bronzo costruiti con la tecnica di Stonehenge inglese che consiste nell’osservare la posizione del Sole nel giorno più corto o più lungo dell’anno e creare punti di mira.