In attesa che la bagarre sulla Manovra continui alla Camera il prossimo 28 dicembre, il leader della Lega Matteo Salvini torna su quanto successo ieri e allontana le varie critiche piovute addosso dalle opposizioni (anche quelle in “casa” Centrodestra): «Non siamo geni, non abbiamo fatto miracoli, ma siamo persone coerenti e di parola», spiega su Facebook il Ministro degli Interni che sottolinea orgoglioso «finalmente c’é un governo con le palle. Sono contento di aver fatto le tre di notte per dare agli italiani dei fatti, lavoro vero». Parlando poi nella visita al Pio Albergo Trivulzio di Milano, Salvini ha aggiunto «Alla manovra do voto 7, perché è solo l’inizio del percorso. […] In sei mesi abbiamo fatto più noi che altri chiacchieroni in 6 anni, sono stati sei mesi entusiasmanti». Non propriamente dello stesso avviso il sindaco di Milano Beppe Sala che in merito alla Manovra attacca i gialloverdi: «la finanziaria mette in ginocchio i Comuni. Gli obiettivi dei due partiti di Governo, reddito di cittadinanza e quota 100, da chi verranno pagati? Il Governo dei miracoli che azzera la povertà ha preso un indirizzo specifico. Nel maxiemendamento votato al Senato tra i maggiori finanziatori delle misure ci sono proprio i Comuni italiani. Ci portano via risorse nostre dal contributo Imu Tasi, ci obbligano ad un forte innalzamento degli accantonamenti al fondo crediti». Secondo Sala la sola Milano riceverebbe 65 milioni in meno rispetto al previsto, anche se Salvini lo ferma subito nello scontro a distanza: «Sala non ha letto la manovra, ci sono più soldi per i Comuni». (agg. di Niccolò Magnani)
DI MAIO ESULTA: “SONO ORGOGLIOSO”
La manovra supera l’esame senato. Dopo una lunghissima giornata durante la quale si è temuto l’ennesimo rinvio, 167 persone si sono dette favorevoli al maxiemendamento che ora dovrà subire l’esame della camera. Esulta ovviamente il governo, convinto di essere riuscito in una grande impresa, alla luce anche delle numerose difficoltà incontrate sul suo cammino. Il vice presidente del consiglio, Luigi Di Maio, ha commentato così attraverso un video pubblicato sulla propria pagina Facebook: «Stanotte ero in Senato dove è passata la manovra del popolo. Viene massacrata da coloro che in tutti questi anni ci hanno tolto diritti. Ma sono orgoglioso che da marzo parte il reddito di cittadinanza, da febbraio-marzo parte quota 100, da febbraio-marzo partiranno le pensioni minime – pensioni di cittadinanza – e le pensioni di invalidità che si alzano a 780 euro. Queste sono le cose che ci devono rendere orgogliosi. Come i fondi ai truffati delle banche». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MANOVRA, IL COMMENTO DI SALVINI
Alla fine è arrivato il voto sulla manovra, con il senato che dopo una lunga bagarre ha approvato il testo del maxiemendamento con 167 favorevoli, 78 contrari e tre astenuti, fra cui Mario Monti. Il presidente del consiglio Giuseppe COnte, dopo aver lasciato Palazzo Madama a seguito del voto, si è limitato a dire: «Un primo passaggio è stato completato, adesso passiamo alla Camera». Il 28 o il 29 dicembre il testo tornerà infatti a Montecitorio per l’ultima votazione prima che la manovra divenga di fatto ufficiale. Sulla legge di bilancio si è espresso anche il ministro dell’interno, Matteo Salvini, che intervistato dai microfoni di Rai News ha ammesso: «Le opposizioni fanno il loro lavoro, a noi interessano i fatti. Daremo miliardi di euro alla categorie finora dimenticate. Il decreto che riguarda taxi e Ncc? Prevede che tutti possano lavorare e che si metta finalmente ordine in un settore caotico». Infine, su reddito di cittadinanza e quota 100, le due misure cardine della manovra, il vice-premier ha spiegato “A inizio anno si parte”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MANOVRA, ARRIVA IL SI’ DEL SENATO
Dopo una nuova giornata di alta tensione il governo ha posta la fiducia sulla manovra al senato. Alla fine i “sì” sono stati 167, mentre 78 i contrari e tre gli astenuti, leggasi il senatore a vita Mario Monti, il 5S Gregorio De Falco, ed Albert Laniece delle Minoranze linguistiche. Lo spettro di una nuova posticipazione del voto si è palesato anche ieri, ma alla fine, nella notte, è giunta la votazione che ha permesso al maxiemendamento di “passare”. Ora tornerà alla camera per il via libero definitivo, molto presumibilmente il 28 o il 29 dicembre prossimo, visti i tempi ristrettissimi per evitare l’esercizio di bilancio provvisorio. Al voto finale, come detto in apertura, si è arrivati dopo un’altra giornata a dir poco intensa, durante la quale le opposizioni hanno affilato le armi, a cominciare dal Partito Democratico, che ha annunciato il ricorso alla Corte costituzionale perché, come ritenuto dallo stesso partito, ai senatori non è stato consentito di procedere a un solo voto sul testo. La discussione generale sul maxiemendamento che ha permesso all’Italia di ottenere il lasciapassare dall’UE, doveva iniziare alle 14:00 di ieri pomeriggio, ma è slittata alle 20:30.
MANOVRA, OK DEL SENATO ALLA FIDUCIA
Ad un certo punto si temeva che il voto dovesse ulteriormente essere posticipato, così come accaduto venerdì sera, ma fortunatamente alla fine si è arrivati ad una quadra, seppur sofferta. Dura la presa di posizione di Forza Italia, che ha lasciato la commissione in senato prima del voto sulla modifica del testo, mentre il Partito democratico ha chiesto le dimissioni del presidente della commissione. Ad un certo punto si è addirittura sfiorata la rissa quando alcuni esponenti del Pd e del Movimento 5 Stelle sono venuti a contatto, in particolare, la senatrice Dem Malpezzi, e la grillina Laura Bottici. La presidente Casellati ha dovuto sospendere per qualche minuto la seduta dopo di che la votazione è finalmente iniziata chiudendo una lunga giornata di passione.