Ha minacciato di fare una strage in chiesa il giorno di Natale, spacciandosi per un fantomatico terrorista e chiedendo ripetutamente di essere arrestato. E’ accaduto ad Alfonsine, in provincia di Ravenna, dove secondo quanto riportato da Repubblica.it, un uomo di 37 anni di origini marocchine, disoccupato, sposato con una italiana e separato, ha fatto di tutto pur di farsi arrestare, arrivando addirittura ad urlare “Allahu Akbar”, prima di inveire contro i carabinieri. Il suo scopo era quello di farsi arrestare per essere poi espulso e rimandato nel suo Paese. Per farlo ha usato minacce pesanti asserendo di essere un terrorista capace addirittura di bruciare la chiesa del paese e fare una strage. Minacce pronunciate mentre portava con sé un coltello con una lama da 20 centimetri. Quando però ha constatato che ciò gli sarebbe solo costata una denuncia a piede libero, dopo essere uscito dalla caserma ha iniziato a inveire contro i militari lanciando pietre indirizzate alle loro auto di servizio e venendo a questo punto arrestato ma per resistenza e danneggiamenti aggravati.



SI DICHIARA UN TERRORISTA E MINACCIA UNA STRAGE PER ESSERE ESPULSO

Le minacce di fare una strage nella chiesa del paese, in provincia di Ravenna, da parte di un sedicente terroristaarrest intenzionato solo a essere espulso, sono avvenute lo scorso venerdì sera ma solo oggi l’episodio ha trovato spazio tra le pagine dei quotidiani locali. Raggiunto dai carabinieri in piazza, il 37enne marocchino avrebbe iniziato a urlare: “Sono un terrorista e vi faccio esplodere tutti. Il giorno di Natale faccio una strage in chiesa, dovete arrestarmi, avete capito che sono un terrorista? Vi ammazzo tutti”. Le medesime dichiarazioni le ha poi ribadite anche ieri mattina in tribunale, in attesa dell’arrivo del giudice per il rito direttissimo. In quell’occasione ha anche mimato il gesto dello sgozzamento nei confronti di alcune persone che si erano affacciate in aula e quando gli è stato concessa la parola ha urlato nuovamente e per un paio di volte “Allahu Akbar” per poi essere zittito dal giudice. Alla fine, ha patteggiato due anni con pena convertita in espulsione e divieto di ritorno per almeno otto anni in Italia. In attesa di fare ritorno in Marocco, l’uomo è attualmente detenuto nel carcere di Ravenna.

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