Arrivato a Pesaro per presiedere il Comitato per l’ordine e la sicurezza, Matteo Salvini ha commentato l’uccisione di Marcello Bruzzese, il fratello del collaboratore di giustizia ucciso la notte di Natale in pieno centro a Pesaro, all’ingresso dell’appartamento in cui viveva grazie al sistema di protezione. Secondo il ministro dell’Interno, “questo signore, al quale va una preghiera, da oltre due anni e mezzo aveva chiesto di uscire dal sistema di protezione”. Come riportato da La Repubblica, Salvini ha aggiunto: “Vedremo cosa non ha funzionato nel sistema di protezione, anche se il lavoro delle forze dell’ordine è eccellente. Per fortuna i dati ci dicono che le Marche e i marchigiani sono più forti di qualunque infiltrazione criminale, e i dati lo confermano”. Accusato di aver abbassato la guardia sulla lotta alle mafie, Salvini ha dichiarato:”Stiamo attenti, staremo attenti, stiamo sequestrando e confiscando beni ai mafiosi, però sono orgoglioso dei lavoro che le forze dell’ordine stanno facendo in questa splendida regione che non merita di essere accostata a certi fenomeni”. (agg. di Dario D’Angelo)
LA SUPERTESTIMONE, “MI HANNO RISPARMIATA”
In una intervista esclusiva al Resto del Carlino, parla la supertestimone dell’omicidio di Via Bovio che per alcuni istanti si è trovata faccia a faccia con la morte: portava semplicemente a spasso il cane la sera di Natale quando i due sicari carnefici di Marcello Bruzzese stavano compiendo il delitto brutale in pieno centro di Pesaro, li ha visti per quasi 10 secondi e soprattutto loro hanno visto lei. «Avevano il viso coperto e la strada in quel punto è buia. Li ho visti per poco», ha raccontato agli inquirenti dopo l’omicidio dell’innocente fratello del pentito di ‘ndrangheta. «I killer mi hanno risparmiata» e come spiega il Resto del Carlino, per quella donna di 45 anni sembrava che quei due loschi figuri fossero impegnati in un tiro alla sagoma, come in un poligono. Peccato che era invece in corso una esecuzione in pieno stile mafioso: ora si indaga sui due killer di Natale, purtroppo ancora senza traccia lasciate da oltre 24 ore. In mattinata è atteso il Ministro Salvini per il punto della situazione a Pesaro tra gli inquirenti e la probabile presenza dei responsabili della protezione testimoni-collaboratori di giustizia: qualcosa evidentemente non ha funzionato e deve essere messo a tema immediatamente. (agg. di Niccolò Magnani)
SALVINI IN PREFETTURA A PESARO
Mentre proseguono le indagini per individuare quelli che sono stati ribattezzati come i killer di Natale e che, nella serata di ieri, hanno ucciso in un agguato nel centro di Pesaro il 51enne Marcello Bruzzese, fratello di un noto pentito di ‘ndrangheta, si apprende che domani Matteo Salvini sarà in Prefettura presso il capoluogo marchigiano: dopo le polemiche in merito al tweet a colazione, il Ministro degli Interni si recherà in persona in quello che da tempo è uno dei centri prediletti che lo Stato, come ha ricordato lo stesso primo cittadino Matteo Ricci, usa per il suo programma di protezione testimoni. Intanto, oggi c’è stato già un nuovo incontro in Procura per capire se si possa risalire all’identikit degli esecutori materiali di quello che è stato un vero e proprio agguato ricorrendo anche ai video delle telecamere della ZTL di Pesaro. Inoltre, sotto accusa nelle ultime ore è anche lo stesso programma di protezione dato che Bruzzese viveva nel centro della città in un edificio pagato dal Ministero ed evidentemente qualcosa è andato storto anche se si fa notare che questa è una vendetta consumata a distanza di tanti anni e che forse gli assassini avevano già da tempo messo nel mirino l’ubicazione della casa dove il fratello del pentito viveva con la sua compagna e i tre figli. (agg. di R. G. Flore)
CACCIA AI KILLER DI NATALE
È caccia ai killer che, nel giorno di Natale, a Pesaro hanno brutalmente freddato con dei colpi di arma da fuoco Roberto Bruzzese, fratello di un noto pentito di ‘ndrangheta e che si trovata in un appartamento del capoluogo marchigiano pagato dal Ministero dell’Interno perché sotto programma di protezione. Nelle ultime ore, il primo cittadino, Matteo Ricci del Pd, ha commentato l’accaduto e ha promesso che rivolgerà presto delle domande non solo alla Prefettura ma pure al Ministero dell’Interno per capire cosa non sia andato nel verso giusto dato che Bruzzese doveva godere dell’anonimato: infatti Pesaro, come spiega il primo cittadino, già in passato era stata scelta come sede per la protezione di pentiti, dal momento che “lo Stato considera questo territorio come più slegato da certi fenomeni criminali”. (agg. di R. G. Flore)
ERA IL FRATELLO DI UN PENTITO DI ‘NDTANGHETA
Hanno aspettato che parcheggiasse l’auto in garage e poi lo hanno colpito, sparando almeno 24 proiettili. Questo è almeno il numero di bossoli ritrovati per terra, in via Bovio, nel centro di Pesaro. La vittima è Marcello Bruzzese, 51 anni, fratello di un collaboratore di giustizia che appartiene ad una famiglia di ‘ndrangheta. Due killer incappucciati gli hanno teso un agguato e gli hanno scaricato addosso i caricatori per ucciderlo. Sul posto sono arrivati i carabinieri, allertati dalle chiamate di residenti che hanno sentito la serie di colpi. Sposato e con due figli, era descritto dai vicini di casa come una persona gentile e riservata. Nessun dubbio sull’origine mafiosa dell’agguato. I due killer, a volto coperto, hanno atteso che entrasse nel garage, il cui ingresso è attiguo a quello del condominio, e hanno usato le pistole automatiche quando Bruzzese si trovava ancora all’interno dell’abitacolo.
PESARO, MARCELLO BRUZZESE UCCISO A COLPI DI PISTOLA
Il personale della scientifica ha trovato almeno 24 bossoli calibro 9 a terra, di cui 15 andati a segno secondo un primo esame del cadavere. Marcello Bruzzese non avrebbe avuto neppure il tempo di rendersi conto di quello che stava succedendo. L’agguato è stato portato a termine rapidamente: i due killer, a volto coperto, sono poi scappati a piedi tra le strette vie del centro storico di Pesaro, facendo perdere le proprie tracce. Una volta scattato l’allarme, le forze dell’ordine hanno istituito dei posti di blocco. Come riportato dal Corriere della Sera, Marcello Bruzzese era sfuggito ad un altro agguato di ‘ndrangheta a metà anni ’90 in provincia di Rizziconi. Pare che fosse sotto protezione perché fratello di Girolamo Biagio Bruzzese, ‘ndranghetista pentito e dal 2000 collaboratore di giustizia. Nel 1995 rimase gravemente ferito, colpito allo stomaco in un agguato che costò la vita al padre Domenico e al genero di quest’ultimo, Antonio Maddaferri.